Capitolo 4

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Quando persi le speranze, nella tasca della felpa trovai un biglietto con su scritto un indirizzo. La sua scrittura era calcata sicura su quel foglio. Iniziai a saltare di gioia. Indossai velocemente una sciarpa enorme e le mie amatissime converse. Presi una borsa e vi gettai dentro le chiavi di casa, il portafogli, il cellulare ed un pacchetto di sigarette.
Era già sera.
Sparì nel buoi di Milano mentre le mie coinquiline stavamo cenando.
Andai nella pizzeria più vicina e presi una pizza ed una lattina di coco-cola per Mark. Sulla lattina c'era scritto:"Dai  un bacio al tuo amore."
Mi avvivai verso casa sua.
Giunta davanti alla villa, suonai. Il cancello si aprì con un click. Lo superai e vidi Mark davanti alla porta. Era in pantaloncini e a petto nudo.
-"Che vuoi?"- disse appena mi avvicinai.
-"Mi fai entrare?"- dissi passandogli sotto il braccio che teneva appoggiato ad un lato del portone.
Alzò le spalle.
-"Solo perché mi hai portato da mangiare."- disse chiudendo il portone.
L'ingresso era ampio. Un corridoio luminoso portava alla cucina. A fianco ad essa c'era il salone, un piccolo bagno e poi delle grandi scale che portavano al piano di sopra.
Il salone aveva un grande divano e un'enorme TV a schermo piatto era sistemata sopra un caminetto bellissimo.
C'era anche una porta-finestra che portava ad un giardino curato da mani esperte con al centro una piscina.
-"È bella casa tua."- dissi sedendomi al tavolo mentre Mark apriva la scatola della pizza.
-"Tu non mangi niente?"- disse guardandomi.
-"Hai dell'insalata?"- dissi alzandomi.
-"Si, è nel frigo."-
Presi l'insalata, la lavai e la misi in un piattino.
Iniziai a mangiare in silenzio.
Appena finimmo sparecchiai e sistemai la cucina.
Mark mi guardò e disse:-"Allora, che sei venuta a fare qui?"-
Mi avvicinai a lui e guardandolo negli occhi dissi:-"Scusa ma mi mancavi e sentivo un vuoto dentro di me che solo tu potevi colmare..."-
Mark sorrise. Forse era soddisfatto. Forse stava già pensando a come cacciarmi fuori da casa sua.
-"Ora, se ti do fastidio, tolgo il disturbo."-
Il sorriso di Mark si trasformò in una sonora risata.
-"Tu non mi dai mai fastidio."- disse abbracciandomi.
-"Cosa ti piacerebbe fare ora?"- proseguì guardandomi negli occhi.
-"Guardiamo un film..."- dissi.
-"E stiamo abbracciati sul divano."- disse Mark completando la mia frase.

Si coricò sul divano e mi fece spazio tra le sue braccia. Scelsi uno stupido film d'amore mentre Mark mi baciava i capelli e mi stringeva a sé.
Stavo bene lì.
Appena finì il film mi alzai dal divano.
Mark stava dormendo e senza volerlo lo svegliai.
-"Vado a casa."- dissi toccandogli i capelli.
-"Non ti lascio andare da sola. È tardi. Resta qui."- disse trattenendomi per un polso.
Annuii poco sicura.
Andammo nella stanza da letto.
Un letto matrimoniale era accanto alla porta e aveva un comodino su entrambi i lati. Davanti al letto c'era un comò con alcune foto di Carly ed qualche foto mia.
Mark mi diede una maglietta. La indossai senza dire niente. Ci coricammo. Ci sistemammo sotto le coperte e Mark mi strinse a sé. Ci addormentammo entrambi con un'espressione tranquilla sul volto.

Aprii gli occhi, il sole minacciava di entrare dalla tenda sottile che copriva la finestra. Il mio telefono suonava in continuazione. Lo afferrai e bloccai la chiamata. Stavo cercando di mettere a fuoco ciò che mi circondava. Mi alzai e cercai Mark. Non c'era. Mi sedetti nel tavolo della colazione che si trovava in cucina. Davanti a me c'era un bigliettino.
"Gioco alle 14:45. Qui c'è un biglietto per la partita. Se  te ne servono altri chiama sul numero che c'è sulle note dell'iPad."

Mark mi aveva lasciato un cornetto alla Nutella. Preparai velocemente il cappuccino e mi sedetti sul divano per fare colazione.
Sistemai il letto e riordinai la casa. Alle 11:30 tornai nel mio appartamento.
-"Dove sei stata?"- disse Alessia appena aprii la porta.
-"Da un'amica."- dissi chiudendomi nella stanza.
Alessia, Noemi e Francesca mi raggiunsero. Si sedettero sul mio lettino e mi squadrarono.
Sbuffai.
-"Che volete?"- dissi cercando qualcosa di carino da indossare.
-"Vogliamo sapere dove sei stata? Non hai risposto nemmeno al telefono."-disse Alessia.
-"È da tanto che non esci."- mi fece notare Noemi.
-"Ero da un amico..."- dissi sparendo le bagno.
Uscì dopo dieci minuti. Le miei coinquiline mi stavano ancora aspettando sul mio letto.
-"Dove vai?"- disse Francesca.
-"A fare un giro."- dissi prendendo la borsa ed uscendo di nuovo.

Arrivai a San Siro dieci minuti prima dell'inizio della partita. Mi accomodai in un tribuna piena di gente importante. Mi sentivo a disagio.
La partita iniziò in orario. Ero felice di essere tornata in un campo da calcio.
Dopo quindici minuti dall'inizio della partita vidi Mark per terra. Piangeva e si teneva la caviglia. Riguardai quell'orribile fallo attraverso un piccolo schermo che si trovava davanti al mio posto a sedere. Mi alzai agitata. Non potevo fare niente. Continuai a guardare la partita.

Al trentesimo minuto Mark tornò in campo. Sorrisi e tirai fuori un sospiro di sollievo. Segnò durante il secondo tempo. Mi alzai per esultare e vidi il cuoricino che usava come esultanza.
Alla fine della partita tornammo a casa sua insieme.
-"Si vede che sei felice per la vittoria."- dissi ridendo notando che aveva intrecciato le sue dita alle mie.
-"Non sono felice per la partita."- disse baciandomi il dorso della mano.
-"E allora per cosa sei felice?"- dissi sfiorandogli i capelli.
-"Perché tu sei qui con me, piccola..."- disse facendomi l'occhiolino.
Il mio cuore perse un battito a sentire pronunciare quella parola. Era bellissimo essere chiamata così da lui.
Sorrisi e mi strinsi a lui.
In macchina, accanto a lui, il tragitto verso casa era piacevole.
Entrammo nel salone e sorrise.
-"Hai sistemato tutto!"- disse guardandomi.
Annuii.
-"Grazie."- disse passandomi un braccio sulle spalle.
Mi fece voltare e mi diede un leggero bacio sulla guancia. Mi avvicinai ancora di più e gli lasciai un leggero bacio sulle labbra. Sorrise.
Le nostre labbra si incontrarono di nuovo e il bacio fu più intenso.
-"Mi accompagni a casa?"- dissi recuperando la borsa che aveva lasciato all'entrata.
-"Non resti con me? Preparo la cioccolata calda e guardiamo un film."-
-"Solo per la cioccolata calda."- dissi ridendo.

Salì nella sua stanza e presi una T-shirt e dei pantaloncini di Mark. Tornai in cucina. Lui stava preparando la cioccolata calda. Mi avvinghiai alla sua schiena. Lo sapevo che stava sorridendo.

Mi corica sul divano e mi coprì con una pesante coperta. Il freddo a Milano era insopportabile.
Mark comparì dalla cucina con due tazze enormi di cioccolata calda. Mi misi a sedere e lui si sedette accanto a me.
Dopo aver bevuto il contenuto scuro dalle nostre enormi tazze ci coricammo e Mark mi abbracciò.
-"Ti fa ancora male la caviglia?"- dissi prendendogli il viso tra le mani.
-"Un po'"- disse disinteressato.
-"Vuoi mettere del ghiaccio?"- dissi alzandomi.
Mark mi tirò dal polso e mi fece sedere di nuovo.
-"Non serve."- disse abbracciandomi.

Arrivò velocemente l'ora di cena ed io preparai una frittata con le patate.
Dopo mangiato Mark mi fece sedere sulle sue gambe.
-"Mi sei mancata tantissimo."- disse abbracciandomi.
-"Anche tu..."- dissi lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.
Mi alzai, sparecchiai la tavola e lavai i piatti. Riordinai la cucina sotto gli occhi di Mark.
-"Mi accompagni a casa?"- dissi guardandolo.
-"Resta a dormire qua."- disse Mark.
-"Mark, domani ho lezione e devo prendermi i vestiti e i libri. Resto un'altra sera qui."- dissi tornando nella sua stanza per cambiarmi.
Quando scesi nel salotto Mark disse:-"Andiamo?"-
Annuii.
Prese la sua Renge Rover dal garage. Durante il tragitto non parlammo.
Si fermò davanti al mio appartamento.
Feci per aprire lo sportello ma mi bloccò.
-"Almeno un bacio me lo dai?"- disse tenendomi per un polso.
Mi avvicinai e ci baciammo.
-"Ora puoi andare."-
-"Grazie."- dissi ridendo.
-"Buonanotte, piccola."- disse sorridendomi.
-"Mandami un messaggio quando arrivi a casa."- dissi chiudendo lo sportello.
Dopo che aprii il portone Mark sparì per le strade deserte di Milano.

Dopo dieci minuti mi mandò un messaggio per informarmi che era arrivato a casa. Subito dopo mi arrivò una chiamata. Era mia madre.
-"Mamma."- dissi rispondendo alla chiamata.
-"Hope, per il tuo compleanno sarò a Milano."- disse
-"Va bene, buonanotte."- dissi chiudendo immediatamente la chiamata.
Stavo per dimenticare che tra una settimana ci sarebbe stato il mio compleanno. Mia madre sarebbe arrivata quella mattina.
Andai a dormire senza pensarci troppo ma non si possono rimandare gli impegni.
La settimana che precedeva il mio venticinquesimo compleanno passò in fretta. Fu una settimana in cui le lezioni e gli allenamenti non aiutarono me e Mark a vederci.

Mark mi chiamò la sera prima del mio compleanno. Erano le 23:30. Stavo mangiando i pop-corn con le mie coinquiline quando il mio telefono iniziò a suonare.
Con uno scatto mi alzai dal divano e sparì nella mia stanza.
-"Ehy..."- dissi rispondendo alla chiamata.
-"Piccola."- disse Mark con una voce abbastanza stanca.
-"Mi vieni a prendere?"- dissi con un tono che, nella mia mente, sembrava meno implorante.
-"Scendi che sono sotto casa tua."- disse Mark.
Presi la borsa, indossai il giubbotto e in men che non si dica mi ritrovai in macchina con Mark.

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