Capitolo 11

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Finimmo tranquillamente la nostra cioccolata e mentre mi stavo vestendo Mark, fece partire la musica dal suo computer.

Non credo ci fosse canzone più adatta.
Continuai a vestirmi e quando ero pronta Mark spuntò alle mie spalle. Mi fece voltare e mi baciò.
Sorrisi.
Indossammo i nostri giubbotti ed andammo nel garage. Salimmo sulla Range Rover.
Passammo la mattina in giro per Milano per comprare l'albero di Natale e il presepe.
Tornammo a casa per l'ora di pranzo.
Mark apparecchiò la tavola ed io cucinai la pasta al sugo.
Il nostro pranzo fu uno dei migliori. Parlammo di tante cose.
E mi mancava questo tipo di atmosfera.
Mi mancava il suo sorriso, i suoi occhi azzurri come il mare, le sue battute, la sua risata e le sue braccia che mi accoglievano e mi facevano sentire a casa.
Era tutto più bello con lui.
Appena finimmo di mangiare io e Mark lavammo i piatti ed iniziammo a creare la nostra atmosfera natalizia.
Decidemmo di fare l'albero vicino al camino.
Le luci, le palline colorate, le sue risate quando non arrivavo in un punto alto e lui che mi sollevava da terra come si fa con i bambini, ed io che ridevo che stavo bene.
Arrivammo fino in cima ed in quel momento mancava la cosa più importante, l'ultimo tocco. La nostra stella di Natale sulla punta.
Mark mi prese in braccio ed io la sistemai lì sù. Irraggiungibile come noi due.
Facemmo insieme anche il presepe e lui ogni tanto giocava con le pecorelle come se avesse due anni, io lo spingevo via e ridevamo fino a buttarci a terra con i fianchi doloranti.
Ecco, quella era l'atmosfera natalizia che volevo.
Addobbai anche il resto della casa per renderla ancora di più accogliente.
Mark stava facendo la cioccolata calda, per il secondo giorno consecutivo.
Anche se doveva seguire una dieta diceva che non gli importava niente.

-"Ma cos'avevi quando ti eri persa e sono venuto a prenderti?"-disse cercando i miei occhi.

-"Tu mi hai risposto male."-

-"E tu mi avresti risposto peggio!"-

-"Non stavo bene..."- dissi. Non mi andava di parlargli di quella "bestia" che mi ha seguita.

-"Hope, davvero, sono stato uno stupido a risponderti in quel modo ma cos'avevi?"- disse sedendosi accanto a me con le gambe incrociate.

Mi sedetti come a lui per poterlo guardare in faccia.

-"Un ragazzo, ci ha provato un po' troppo con me e mi sono spaventata."- dissi fissando in divano per non perdermi nei suoi occhi.

Mark poggiò la sua tazza a terra e mi strinse tra le sue braccia.

-"Scusa, piccola..."- disse con la voce rotta. "Se lo trovo, lo ammazzo a questo bastardo."-

-"Non è colpa tua."- dissi accarezzandogli la testa.

-"Non ti lascerò più da sola."-

-"Ora non devi diventare iper-protettivo. Va tutto bene."-

-"Ti amo, è normale che io sia protettivo nei tuo confronti."-

-"Anch'io ti amo."- dissi schioccandogli un bacio sulle labbra.

Passammo il resto della giornata sul divano, a guardare film comici mangiando pop-corn.

Credo che non ci sia niente di meglio. L'amore è conoscere il peggio dell'altro e pensare che sia il meglio, che sia la cosa più bella del mondo e fidatevi di chi, nonostante la stanchezza, riesce a riservarvi un posto sul suo cuore alla fine della giornata.

I giorni che precedevano le tanto attese vacanze natalizie furono tranquille. Io e mark avevamo preso l'abitudine di tornare quasi ogni giorno a casa con un regalo. Lo posavamo sotto l'albero e l'atmosfera creatosi attorno ad esso era spettacolare. Tutti i pacchetti erano di colori diversi e non erano confezionate con le tipiche buste dei vari marchi quindi era tutto così magico, così segreto. E mi piaceva, mi sorprendeva.

Il 22 arrivò in fretta. Ed ecco le nostre meritate vacanze. Speravo davvero che andasse tutto bene.
-"Buongiorno Hope!"- disse Mark appena arrivai in cucina.
-"Buongiorno."- dissi prendendo il latte dal frigorifero.
-"La mia famiglia passerà le vacanze di Natale qui. Arrivano domani e hanno già preso una casa in montagna. Vieni con me, vero?"-
-"Non ci penso nemmeno. Te lo scordi."- dissi senza guardarlo, dirigendomi nel salone.
-"Non puoi abbandonarmi..."- disse seguendomi sul divano.
-"Ma io non ti abbandono."- dissi.
-"Ti ricordo che quando c'erano i tuoi sono venuto con te ed è andato tutto bene."-
-"I miei non pensano che io te siamo tornati insieme per i tuoi soldi."- dissi alzandomi dal divano per andare in cucina.
Mark continuò a seguirmi.
-"Hope ma mia mamma non ti odia"- disse poggiandosi al tavolo.
-"Invece si. Lei non vuole che io stia con te."- dissi prendendo le tazze che c'erano nel lavandino per poterle lavare.
-"Lei ti vuole bene solo che ancora deve accettare che io sia cresciuto."-
-"Non dire stronzate. Lo so che non è così."-
-"Hope, smettila. Ti prometto che andrà tutto bene."- disse cercando di abbracciami.
-"Non mi toccare!"- urlai allontanandomi.
-"Oh calmati!- urlò spingendomi.
-"Ti ho detto che non mi devi toccare!"/ dissi correndo verso le stanza.
Mi chiusi dentro.
-"Hope, apri la porta!"- disse Mark.
-"No!"- dissi prendendo la borsa per raccogliere le mie cose.
Dopo cinque minuti uscii.
Mark mi stava aspettando davanti alla porta.
Lo ignorai e passai davanti.
Mi tirò dal cappuccio della felpa.
-"Dove vai?"- disse.
-"A casa."-
-"Smettila, cos'hai?"- disse scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
-"Non mi va di vedere i tuoi..."- dissi abbassando gli occhi.
-"Va bene dai. Non importa."- disse. -"Ma non litighiamo per cretinate!"- proseguì trascinandomi sul divano.

 -"Ma non litighiamo per cretinate!"- proseguì trascinandomi sul divano

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Mi strinse a sé per circa dieci minuti.
Una delle sensazioni più belle della mia vita.
Mi dovetti scostare solo quando gli suonò il telefono.
-"Mamma."- disse.
Ed io mi alzai dal divano e sparii nella cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
Stavo bevendo appoggiata al tavolo quando Mark entrò in cucina ed aprì il frigorifero.
-"Che ti ha detto?"- dissi.
-"Niente. Arrivano questa sera e cenano qui."- disse.
-"Ok, vado a prendere la borsa e mi porti a casa che devo sistemarmi la stanza."-
-"No, resti qua con me! Non ce la faccio a dormire senza di te."- disse con una faccia da cucciolo a cui non si poteva dire di no.
-"No! Sto meglio a casa."- dissi evitando i suoi occhioni azzurri.
-"Ti vorrei ricordare che qualcuno mi ha detto che se voglio stare con lei devo affrontare i suoi genitori. Penso la stessa cosa."- disse facendomi alzare lo sguardo.

Spazio autrice:
Scusate davvero se non ho più aggiornato ma non ho avuto tempo. Prometto che recupererò.
Spero che questo capitolo vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate! 💕
Volevo anche ringraziare gracevielle e vi consiglio di nuovo di leggere la sua ff su Griezmann.
Love u! 💕😝

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