Alla guida di quella macchina c'era Mark. Bello come sempre. Indossava degli occhiali da sole scuri che nascondevano i suoi occhioni azzurri.
Fischiò per attirare la mia attenzione.
-"Fischiagli al tuo cane, coglione."- gli urlai prima di avvicinarmi alla sua macchina trascinando con me Leonardo.
Il ragazzo con cui mi sentivo era un fan del mio ex ragazzo.
-"Tu...lui...voi vi conoscete?"- disse.
-"Per mia sfortuna si."- dissi.
Mark scoppiò a ridere.
-"Sali."- disse tornando serio.
-"Io e lui stavamo per andare a pranzo."- dissi indicando Leonardo ancora scioccato per quello strano incontro.
-"Ti porto io a pranzo."- disse Mark.
-"No, grazie."-
-"Perché fai finta che non ti interessa niente di me se poi indossi la mia felpa?"- disse Mark indicando il mio outfit.
-"È stata la prima cosa che ho trovato nell'armadio."- dissi cercando di sparirci dentro.
Mark rise di nuovo e mi passò un bigliettino.
-"Questo è il mio indirizzo."-
Posai il bigliettino nel tascone della felpa.
-"Tanto lo sai che non ci vengo."-
-"Perché no?"- disse Mark.
-"Perché sono fidanzata."- dissi turando Leonardo per baciarlo.
Volevo che Mark morisse di gelosia davanti ai miei occhi.
-"Complimenti. Non sei cresciuta per niente. Sei sempre la solita bambina."- disse Mark alzando il finestrino. Velocemente sparì dal parcheggio che già si stava affollando per via dei curiosi che volevano capire chi fosse lì con una macchina così costosa.
Andai a cena con Leonardo che per tutto il giorno non fece altro che torturarmi con le sue curiosità su Mark.
Mark'pov.
Avevo cambiato squadra, casa ed abitudini per Hope. Per dimostrarle che nonostante il tempo il mio amore per lei non era cambiato ma a lei non andava bene. Non voleva. Si chiudeva nella sua fortezza e si vedeva che non voleva fare entrare nessuno. Io l'avevo notato che non mi voleva tra i piedi ma avevo paura. Io la volevo con me. Avevo paura di perderla di nuovo. Non ce l'avrei fatta. Le avrei dato tempo. Le avrei dato i suoi spazi ma non potevo perderla e non riuscivo a vederla con qualcun altro. Non poteva farmi questo. Si, me lo meritavo ma mi sembrava che fosse passato tropo tempo per portare ancora rancore.Pranzai da solo. Come ormai succedeva da tre mesi.
Lasciai i piatti nel lavandino. Mi spostai nel salone e mi coricai nel divano. Non dovevo ma fumai una sigaretta. Quel lunedì non avrei avuto allenamenti. Il campionato era iniziato da qualche mese stava andando bene. Aveva una carriera soddisfacente ma non mi bastava. In quel mormorò volevo essere a Madrid. A guardare i cartoni animati con Carly oppure a piangere sulle gambe di mia mamma. A lei questa mia scelta non era andata molto giù. Forse aveva già capito tutto. Se l'aspettavo. Le donne certe cose le capiscono. Sembra infantile ma avevo davvero bisogno di lei.
Mi addormentai sul divano pensandoci.
Mi svegliai solo all'ora di cena e cenai, solo.
Da quando Hope mi aveva lasciato avevo smesso di fumare erba e di stare con qualunque ragazza mi capitasse davanti. Avevo capito che volevo solo lei con tutti i suoi difetti che la rendevano unica e speciale.
Mi mancava ma era una stronza.
Decisi di pubblicare una canzone sui vari social network. Pensai che in parte la rappresentasse.
"Bella stronza"
Non scrissi niente, avrebbe capito lo stesso...
Lo mia vita sarebbe andava avanti anche senza di lei.
A dicembre avrei chiesto di tornare a Madrid e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Hope'pov.
La vidi quella canzone sui social network di Mark ma feci finta di niente. Come se non fosse affare mio.Qualche settimana dopo che vidi Mark, decisi di lasciare Leonardo. Non mi sentivo a mio agio con lui. Non mi piaceva.
Sapevo cosa volevo ma non riuscivo ad accettarlo.
Il mio compleanno sarebbe stato solo tra una settimana ed ero sola.
Passavo le giornate tra l'Università e la mia stanza. Mangiavo poco e leggevo tanto. Niente riusciva a tirarmi su di morale.
Un sabato presi una decisine. Pioveva. Le gocce sulla finestra della mia stanza mi mettevano nostalgia. Mi feci spazio nel disordine del mio letto e inizia a guardare le foto che c'erano nel mio telefono. Ritrovai delle vecchie foto mie e di Mark. Eravamo davvero piccoli e stavamo bene insieme. Stavo bene il con lui.
Mi alzai dal letto. Indossavo dei jeans skinny e la felpa di Mark. Mi piaceva quella felpa.
Guardai il disordine che, oltre ad invadere la mia stanza, era nella mia testa.
Presi una decisione. Mi sarei presentati a casa sua. Mi ero informata e quel pomeriggio Mark non si sarebbe dovuto allenare. Forse era destino che io e lui dovevamo stare insieme.
Cercai l'indirizzo di casa sua ovunque. Tra i libri, nelle borse, nello zaino, nel portafogli, nel borsellino, nella cover del telefono. Non era in nessun posto.
Guardai le mie calze con gli unicorni e cacciandomi le mani in tasca sbuffai disperata per quelle solitudine.
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My Destiny
Romansa"E ti porto dentro nonostante il tempo e la distanza." Perdiamo tante persone lungo il nostro cammino ma se queste le ritroviamo nel nostro percorso, il fatto di doverci stare insieme potrebbe essere definito "destino"? E di queste persone destinat...