Capitolo 25

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Uscimmo da Roma per andare a Fiano Romano.
Dopo aver superato varie ville Mark si fermò e chiamò sua nonna.
Un'enorme cancello si aprì ed entrammo.
Davanti a noi si innalzava una grande casa.
Mark proseguì lungo un piccolo tragitto che conduceva ad un grandissimo garage sotterraneo.
Dentro c'erano una Porsche Cayenne ed una Maserati.
Salimmo delle scale ben illuminati ed arrivammo direttamente all'ingresso.
Una signora anziana ben vestita con un foulard sulla testa, venne ad accoglierci.
Salutò prima a Carly chiamandola Carlotta e raramente la chiamavano così. Le lasciò delle cioccolate nella mano e poi spostò lo sguardo verso di Mark che, avvicinandosi per salutarla, disse:-"Nonna. Lei è Hope, la mia ragazza!"- proseguì prendendomi per mano per farmi avvicinare e mostrando così l'anello che avevo al dito.
-"Piacere, io sono Christel."- disse tendendomi la mano.
Ricambiai la stretta e dissi:-"Il piacere è il mio."-
Guardò Mark e gli sorrise.
-"Ottima scelta, piccolo della nonna."- disse facendogli l'occhiolino.
Sorrisi. Mi interessava davvero tanto piacere alla famiglia di Mark.
Già dal nome capii che era la mamma di Nick, il papà di Mark.
La cena fu a base di carne, Mark adorava la carne.
Durante il pasto, a tavola parlammo di tutto. Mi chiese dei miei interessi e cosa mi aspettavo dal futuro.
Era una donna che sapeva trattare con un certo tatto molti argomenti.
Era assurdo che Mark non me ne avesse mai parlato.
Finita la cena, chiamò una delle sue cameriere e ci fece portare dei muffin al cioccolato squisiti.
Intorno alle 23, la salutammo e tornammo in Hotel.
Carly indossò il suo pigiama ed io feci lo stesso mentre Mark si spogliava.
Misi Carly nel suo lettino ed andai a coricarmi nel mio.
Dopo qualche minuto anche Mark si infilò nel letto e si avvinghiò a me.
-"Che c'è?"- dissi abbracciandolo.
-"Niente, è stato bello presentarti a nonna."- disse.
-"Magari torneremo quest'estate a salutarla."- dissi sorridendo.
-"Mi piacerebbe ma non credo che ce la faccia fino a giugno."-
-"Perché questo pessimismo, non è tanto vecchia."- dissi.
-"Ha un tumore."- disse nascondendo il viso sul mio petto.
-"Mi dispiace..."- dissi irrigidendomi.
-"Piccola, tranquilla. Ormai è una cosa che mi aspetto che succeda da un momento all'altro, le hanno dato pochi mesi."- disse guardandomi negli occhi.
-"Perché non me l'hai mai detto?"- dissi.
-"Non voglio farti pesare niente..."- disse.
Lo abbracciai.
Mi reputavo una stronza perché non avevo fatto caso al tutto ciò che accadeva attorno a lui. Pensavo solo a me stessa senza capire che nemmeno la sua vita poteva essere perfetta come immaginavo.
-"Ora dormi e non pensarci!"- dissi stringendolo a me.

La mattina seguente ci svegliammo alle 07:15. Sistemai di nuovo le valige e andammo a fare colazione con Chri e Nalì.
Dopo mangiato mi avvicinai a Mark e lo abbracciai.
-"Tutto bene?"- gli sussurrai.
-"Si, perché?"- disse schioccandomi un bacio sul collo.
Alzai le spalle.
Salimmo tutti in macchina e ripartimmo.

Arrivammo a casa mia per l'ora di pranzo.
Mio padre era a lavoro. Salutai velocemente mia mamma e le presentai Carlotta.
Mangiammo. Mi chiese dell'Università e le dissi che per luglio mi sarei laureata.
Quando finimmo di mangiare arrivò mio padre.
-"Salve."- disse Mark.
Mio padre salutò con un cenno di capo.
Allungai il braccio per prendere il mio bicchiere ed i miei genitori videro l'anello.
-"Cos'è quello?"- disse mia madre.
-"Un regalo di Mark."- dissi con indifferenza.
-"Hope ma non pensi di dover tornare qui se non hai lezioni?"- disse mio padre.
-"Perché dovrei? Soprattutto ora che io e Mark stiamo molto più tempo insieme."-
Mio padre restò a bocca aperta.
-"In che senso?"- disse mia madre.
-"Alcune volte dormo da lui. Quindi anche qui dormiremo insieme."- dissi.
-"Non mi sembra il caso, Mark dormirà sul divano."- disse mia madre.
-"Non mi sembra il caso. Sennò stiamo da nonna."- dissi alzandomi per andare nel salone a prendere il mio cellulare. Mia madre mi seguì.
-"Hope, io e tuo padre siamo molto preoccupati. Mark è un bravo ragazzo però stai attenta."- disse.
-"Si, lo so!"- dissi sbuffando.
-"Come stai?"- disse abbracciandomi.
Restai sorpresa per questa domanda. Da quando ero andata a Roma a 17 anni non me l'aveva mai detto con questa dolcezza.
-"Bene."- dissi sorridendo.
-"Mark ti fa stare bene?"-
Annuii. Le parole mi si bloccavano in gola per la strana sensazione che mi avevano lasciato addosso quelle parole.
Tornammo in cucina e abbracciai Mark che stava parlando con mio padre di calcio.
Ancora no ne avevamo parlato ma sapevo già che al ritorno dalle vacanze, gli allenamenti sarebbero aumentati.
Andammo a farci un giro in macchina nonostante il clima fosse molto più caldo rispetto a quello milanese.
Ovviamente era tutto come l'avevo sempre lasciato.
Le lunghe file per l'unico centro commerciale della città, le macchine sul lungomare. Le persone che in macchina sorridevano, quelle che cantavano e quelle coppie che discutevano per qualunque cosa.
Andammo a farci una passeggiata al centro commerciale e lì, le persone iniziarono a fermare Mark per autografi e foto. E poi c'era che non si voleva avvicinare ma che ti squadravano dalla testa ai piedi. A Milano non era così. Non tutte le persone avevano tempo per fermarsi a fare la foto e raramente Mark veniva visto in giro dove andavano le persone "comuni".
Incontrai anche alcune ragazze che avevano frequentato con me i primi anni di liceo e gli dovetti presentare Mark, inoltre tutti mi chiedevano se Carlotta fosse mia figlia.

-"Però è carino qui!"- disse Mark appena ci sistemammo in macchina.
-"Magari per un giorno."- dissi spostando lo sguardo fuori dal finestrino.
Mark intrecciò le sue dita alle mie.
Sorrisi.
Tornammo a casa per l'ora di cena.
Fu abbastanza tranquillo.
Guardammo un tipico film natalizio davanti al caminetto e Carlotta si addormentò.
La portai nel letto e dissi che sarei andata a dormire anch'io.
Mark si prese le cuffie per parlare al telefono con Jessica e dopo qualche minuto si coricò anche lui nel letto. Dal lato del muro ovviamente.
Carly era in un altro lettino sistemato da mia madre apposta per lei.
Mark mi strinse a sé e mi infilò una cuffietta nell'orecchio.
-"Ho trovato una canzone che secondo me, ti piacerà!"- disse ridendo.
Cliccò su "play" ed una splendida melodia mi arrivò all'orecchio. Non avrei mai potuto dimenticarla. Era "You're beautiful" di James Blunt.
-"L'adoro!"- dissi schioccandogli un bacio sulla guancia.
-"Guarda cos'ho trovato!"- disse mostrandomi una foto sul suo telefono.
Eravamo io e lui, al suo diciottesimo, mentre ballavamo questa canzone. I nostri occhi dicevano tutte le parole che la musica sovrastava.
Lo guardai negli occhi e riuscì ancora a vedere quello sguardo. Sorrisi.
-"Che c'è?"- disse Mark guardandomi negli occhi e ricambiando il sorriso.
-"Che nonostante siano cambiate molte cose, il modo in cui mi guardi resta invariato."-
-"Tra me e te non cambierà mai niente. Alcuni sentimenti, con il passare del tempo, possono diventare solo più forti!"- disse sorridendo. -"Ti amo!"- aggiunse schioccandomi un bacio sulle labbra.
-"Anch'io!"- dissi stringendomi a lui.
Ci addormentammo ascoltando "You're beautiful".

Il giorno seguente ci svegliammo prestissimo e dopo aver fatto colazione ripartimmo.
Mamma ci riempì di scorte di cibo per il viaggio di ritornò e comprò un giochino per Carly.
Li salutammo e promisi che avrei fatto la brava. Ci saremmo rivisti per la mia laurea e non avevo intenzione di tornare prima a casa.

Il viaggio fu lungo, dopo le prime 5 ore ci fermammo a Roma per mangiare e poi ci fermammo solo a casa, dopo aver portato Carlotta dalla sua mamma.
Arrivati a casa Mark salì le valige in camera ed io mi gettai nel letto.
-"Stanca?"- disse Mark guardandomi.
-"Si."- dissi scrivendo a mia mamma che eravamo arrivati.

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