Capitolo 13

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Rientrai nella stanza ancora scossa per quella assurda dimostrazione d'affetto.
-"Cos'hai?"- disse Mark guardandomi dal letto.
-"Niente, tua madre mi ha invitata a pranzo domani e mi ha abbracciata..."- dissi girandomi verso di lui.
Mark sgranò gli occhi stupito depressione ciò che gli avevo appena detto.
Mi fece cenno di mettermi nel letto.
Indossai il mio pigiama a mi accucciai a lui.
Mi baciò dolcemente i capelli e disse:-"Quindi domani vieni a pranzo da noi?"-
-"Tu cosa ne pensi?"- dissi girandomi su un fianco per guardarlo meglio occhi.
-"Che mia mamma è strana, troppo strana."- disse continuando a fissare il soffitto.
-"Evita di pensarci e dormi."- proseguì baciandomi sulla fronte.
Annuii e provai ad addormentarmi.

Mi svegliai per l'ennesima volta quella notte. Controllai l'ora sul cellulare. Erano le 04:30. Mi alzai dal letto.
-"Hope, dove vai?"- sussurrò Mark.
-"Nel balcone a fumare."- dissi.
-"Aspettami."- disse alzandosi per poi accendere la luce
Gli passai il filtro, le cartine ed il tabacco e lo osservai mentre rollava la prima sigaretta.
Si infilò il filtro tra le labbra, mise il tabacco dentro la cartina e la girò per un po', poi mise il filtro e completò il tutto richiudendola.
Ripeté il tutto una seconda volta e quando notò che lo stavo squadrando con aria interrogativa, mi fece l'occhiolino e disse:-"Ti faccio compagnia."-
Gli sorrisi. Presi l'accendino ed entrambi ci poggiammo una coperta sulle spalle, stringendoci l'uno all'altra per il freddo.
-"Allora, cos'hai?"- disse Mark cercando il mio sguardo.
Feci un altro tiro dalla mia sigaretta.
-"Ho paura per domani."- dissi.
-"Andrà tutto bene!"- disse Mark per provare a tranquillizzarmi. Ma lo sapevo che non era così sicuro come voleva farmi credere.
-"Qualunque cosa accada non dobbiamo litigare!"- dissi divincolandomi dal suo abbraccio.
-"È ovvio che non dobbiamo litigare, quindi niente scenate!"- disse sorridendomi.
-"Va bene!"- dissi sfiorandogli la leggera barba che aveva sul viso.
-"Dai, torniamo dentro prima di morire congelati"- disse spintonandomi scherzosamente fino alla porta/finestra che portava alla sua stanza.
Mark mi schioccò un leggero bacio sulla guancia e ci addormentammo entrambi tranquillamente.
Mark's pov.
Sentivo dei rumori e delle voci provenire dalla cucina. Pensai che fosse Hope che cercava di preparare la colazione ma voltandomi la vidi accanto a me. Dormiva beatamente, un piccolo sorriso le increspava le labbra. Sembrava così piccola e indifesa. Così sfoglia, libera dalla sua corazza. Aveva passato giornate intere a fingere di essere più forte di chiunque le passasse accanto e solo con me si era dimostrata com'era realmente. Fragile.
La presi tra le mie braccia e iniziai a stringerla a me.
Farfugliò qualcosa prima di dire:-"Mark."-
-"Scusa amore!"- dissi alzandomi.
Le sistemai le coperte per non farle prendere freddo. Indossai dei pantaloncini e scesi in cucina.
-"Buongiorno."- dissi facendo voltare mia mamma che stava preparando la colazione.
Alberto stava usando il suo pc e le bambine guardavano i cartoni animati nel salone.
-"Piccolino, buongiorno!"- disse mia madre accarezzandomi. -"Oggi Hope capirà che non è stata una buona idea tornare con te!"- proseguì ridendo.
La squadrai per un breve tempo e sospirai.
-"Se non vuoi perdere un figlio non ti devi permettere a farle del male."- dissi contraendo la mascella.
-"Nonostante tu sia cresciuto continui ancora a non trattare come si deve tua madre, forse è meglio perderti."- disse Alberto sorseggiando il suo cappuccino.
-"Nonostante tu mi conosca da cinque anni, non hai ancora capito che non mi devi rivolgere la parola."- dissi.
-"Mark, io lo faccio solo per il tuo bene."- disse mia madre. -"Comunque noi andiamo a prendere gli altri all'aeroporto. Questo è l'indirizzo dello chalet in montagna."- proseguì passandomi un post-it.
Andrea spuntò dal bagno e disse che sarebbe andato a farsi una passeggiata.
Lo afferrai per le spalle e quando quell'elemento che si ritrova come padre uscì da casa mia dissi:-"Guarda che puoi fumare anche qui."-
-"Come? Non ti da fastidio l'odore?"- disse guardandomi sbalordito.
Alzai le spalle e lui si sedette davanti alla tv ed iniziò a fumare.
Hope si alzò alle 11:30.
-"Buongiorno."- disse varcando la porta del salone.
-"Buongiorno."- rispondemmo all'unisono io ed Andrea.
-"Andrè, perché non sei con tuo padre?"- disse Hope lasciandomi un leggero bacio sulla guancia.
-"Non c'era posto in macchina."- disse Andre senza staccare gli occhi dalla Tv.
Hope annuì e senza aggiungere altro sparì in bagno.
La seguii.
-"Hope, non potresti evitare di venire con me oggi?"- dissi dal corridoio.
-"Perché non dovrei venire?"- disse alquanto scocciata.
-"Niente dai, vado a lavarmi anch'io."- dissi andando a prendere dei vestiti.

Alle 11:50 eravamo già in macchina.
Hope indossava dei pantaloni a palazzo rosa e una camicetta bianca. Il suo tipico trucco delicato le illuminava il viso ed i suoi occhi brillavano perché era convinta che per una volta, le cose con mia madre, sarebbero andate bene.
-"Hope, sei sicura?"- le dissi per l'ennesima volta mentre guidavo verso lo chalet.
-"Si, perché?"- disse continuando a fissare la strada.
-"Così."- dissi stringendo il volante con più forza. -"Andrè, vedi che c'è una cosa nella tasca della mia giacca, me la passi?"- proseguii osservandolo dallo specchietto retrovisore.
Andrea annuì ed obbedì all'istante. Mi passò il pacchetto bianco che Hope osservò.
-"Tieni."- dissi passandole la scatolina che mi ritrovavo in mano.
-"Cos'è?"- disse rigirandoselo tra le dita.
-"Aprilo."- la incitai guardandola.
Aprì quella scatolina e dentro vi trovò un braccialetto con sopra inciso "Andrà tutto bene".
Sorrise guardandolo.
-"Grazie amore!"- urlò schioccandomi un bacio sulla guancia.
Lo indossò immediatamente e per tutto il resto del tragitto le tenni la mano.

Dopo un'ora arrivammo davanti ad un enorme casa. Tutto la neve intorno era illuminata dai raggi di sole che filtravano attraverso i rami dei fitti alberi che rendevano quel posto quasi tetro.

 Tutto la neve intorno era illuminata dai raggi di sole che filtravano attraverso i rami dei fitti alberi che rendevano quel posto quasi tetro

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Hope si chiuse nel suo cappotto, io indossai la giacca del mio completo spezzato di Gucci.
La presi dalla mano ed intrecciai le mie dita alle sue.
Andrea prese la sua valigia dalla macchina e ci fece strada fino all'enorme portone.
Entrammo in un ampio ingresso luminoso. Mia madre ci accolse con un abbraccio. Salutai mio fratello e sua moglie per poi riabbracciare la mia nipotina.
In quel momento da una porta da cui si intravedeva il un enorme albero di Natale, spuntò Jessica seguita da una ragazza che aveva un viso familiare. La squadrai meglio e quel fisico, quei capelli neri e ricci erano difficili da dimenticare...
Afferrai Hope per i fianchi ma già un uragano stava per scombussolarmi nuovamente la vita.

Spazio autrice:
Buonasera, cosa ne pensate del punto di vista di Mark? Fatemelo sapere nei commenti.
Presto scoprirete chi sarà la ragazza dai capelli neri. 🤔😉
Love u! 😝✌🏻️💕

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