Capitolo 8

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Provai a richiamare Mark.
Uno, due, tre squilli e rispose.
-"Hope, che vuoi?"- disse abbastanza irritato.
Mi si formò un nodo alla gola e tra le lacrime dissi:-"Mi sono persa."-
-"Hope, cazzo! Mandami la posizione attuale che arrivo subito."- disse sbuffando.
Aprì WhatsApp e gli mandai la posizione attuale. La visualizzò subito.
Sembrava che il tempo non passasse mai e avevo freddo. Le buste di Gucci e di Prada mi tenevano compagnia.
Dopo circa venti minuti riconobbi la Ferrari nera di Mark che si fermò a pochi centimetri da me.
Aprii lo sportello e lasciai dello spazio per le buste.
-"Perché eri ancora in giro?"- disse Mark cercando il mio sguardo.
-"Non mi va di parlarne."- dissi senza battere ciglio.
Mark non disse niente ma si vedeva che era nervoso.

Dopo essere arrivati a casa presi le buste e corsi sù per le scale per arrivare nel salone.
Sentii Jessica parlare al telefono con il computer di Mark sulle gambe.
-"Sarà andata a fare shopping con i soldi di mio fratello..."- disse Jessica. -"Lui la vizia e lei lo sfrutta e va a fare shopping nei negozi migliori...secondo me si è dimenticata di quando l'acqua del pozzo le sembrava champagne!"- proseguì scoppiando in una sonora risata.
Mark mi passò a fianco tirandomi una spallata.
-"Mark!"- urlai.
-"Che vuoi?"- disse senza prestarmi attenzione.
-"Cos'hai?"- dissi.
-"Niente. Non ti è andato bene quello che hai comprato ieri?"- disse con n un tono abbastanza irritante.
-"Veramente ho comprato dei regali per tua sorella e per Carly ma sicuramente sarà troppo impegnata a sparlare di me per accorgersi che siamo tornati!"- dissi alzando il tono della voce.
Jessica si alzò velocemente dal divano e si avvicinò a me.
-"Oh, tesoro, stai bene?"-
-"Guarda che io ti ammazzo se parli ancora di me!"- urlai.
-"Hope, smettila."- disse Mark.
-"Lasciala parlare tanto senza di te non è capace di fare niente."- disse voltandosi per andare in cucina.
-"Ah sì?!"- dissi prendendola dai capelli.
-"Lasciami!"- urlò Jessica.
Mark mi afferrò per i fianchi e mi trascinò in bagno.
Si chiuse la porta alle spalle e mi guardò.
-"Che c'è?"- dissi impassibile.
-"Hai preso mia sorella dai capelli."- disse con tono troppo calmo.
-"Ha iniziato lei."- dissi con troppa convinzione.
-"Se ti sei calmata puoi sparire dalla mia vista."- disse aprendo la porta.
Corsi di sopra per rifugiarmi nella stanza e farfugliai qualcosa nel mio dialetto.
-"Hope, non parlare in dialetto che non capisco un cazzo!"- urlò Mark dalle scale.
-"Ma vaffanculo!"- dissi prendendo la borsa.
-"E ora dove stai andando?"- dissi Mark seguendomi fino al portone d'ingresso.
-"A casa mia!"- dissi uscendo nel freddo serale di Milano.
-"O torni dentro ora e parliamo tranquillamente o non vieni più qui!"- disse Mark.
I suoi occhi sembravano di ghiaccio.
I miei occhi iniziarono a bagnarsi.
-"Non piangere che non mi interessa."- disse Mark con un tono ancora più duro.
-"Ti prego, vieni tu con me!"- dissi con la voce tremante.
Scosse la testa.
Il mio cuore si spezzò.
-"La finiamo così?"- dissi.
Mark annuii. Anche i suoi occhi erano lucidi.
Mi voltai e mi avviai verso casa.
Presi le cuffie dalla borsa e cliccai sulla riproduzione casuale nel telefono.
"Sere nere, Tiziano Ferro."
Un colpo al cuore.
Corsi dentro il mio appartamento.
Noemi mi abbracciò. Lei capiva sempre tutto.
Anche Milano veniva bagnato, come il mio viso, da tento gocce minuscole. Ed il cielo urlava. Sembrava che riuscisse a capirmi.
Mark's pov.
Tornai dentro casa, gli occhi lucidi. La gola che mi bruciava.
Sparii nella mia stanza. Indossai dei pantaloncini e restai a petto nudo.
Hope aveva lasciato un pacchetto di Marlboro gold sul comodino. Ne presi una.
L'iPad sul letto, aveva l'applicazione della musica aperta e proponeva "Piccoli per sempre, J-Ax."
Accesi la sigaretta, feci un lungo tiro.
Era da tanto che non fumavo. Mi faceva sentire vivo.
Un altro tiro ancora più lungo e poi il terzo, il quarto fino ad arrivare al filtro e doverla spegnere.
Scesi in cucina e presi una birra dal frigorifero.
Carly stava guardando i cartoni animati e Jessica le stava preparando i pancakes.
-"Tutto bene?"- disse mia sorella guardandomi.
La ignorai.
-"Mark, ti sei tolto dalle palle una stronza."- disse.
-"Tu cosa sai di lei?"- dissi bevendo un sorso della mia birra.
-"Secondo me ti usa solo per i soldi. Non la sopporto. Non dovevate tornare insieme."-
-"Jessica, ti sei fatta influenzare da mamma?"- dissi guardandola negli occhi.
-"No, sono sempre stata d'accordo con lei..."- disse con un sorrisetto da stronza.
Me lo dovevo aspettare da lei.
Ora dovevo mettere da parte l'orgoglio per Hope.
Presi una felpa con il cappuccio e le chiavi della macchina.
Mi fiondai a casa sua.
Erano le 21:10.
Le mandai un messaggio per dirle che ero sotto casa sua.
Mi ignorò.
Salì nel suo appartamento ed una delle sue coinquiline mi aprì il portone.
Hope era sul divano.
Mi gettai addosso a lei per abbracciarla.
Un segno rosso mi colora il viso.
Ed ecco un altro schiaffo.
Incassai i colpi senza dire una parola.
-"Scusa..."- dissi con un filo di voce.
-"Sparisci dalla mia vista."- disse con un tono duro.
Ora i suoi occhi bruciavano di rabbia.
-"Hope, usciamo a parlarne."- dissi alzandomi dal divano.
Scosse la testa.
Sospirai ed uscii dal suo appartamento.
Mi passai il tempo in giro per Milano, per la prima volta, mi sentivo solo.
Provai a mandarle qualche messaggio. Non mi rispose.
Avevo perso la persona più importante della mia vita, di nuovo...

Tornai a casa, triste come non mai. Con gli occhi gonfi per le lacrime. Mi gettai a letto.
Erano le 23:00.
-"Zio..."- disse Carly nascondendosi dietro la porta. -"Cos'hai?"- proseguì avvicinandosi a me.
Salì sul letto e mi asciugò le lacrime.
La strinsi a me e scoppiai in un pianto liberatorio che mi sfinì al tal punto da farmi addormentare.

SPAZIO AUTRICE:
Scusate ancora se pubblico il capitolo in ritardo. Venerdì cercherò di essere puntuale. Love u! 💕✌🏻️😝

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