Capitolo 32

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Hope's pov
Avevo bevuto un po' troppo la sera prima e Colton aveva provato a baciarmi.
Anzi, prima mi aveva chiesto di andare a casa sua.
Quando ci provo con me, fortunatamente Mark mi aveva seguita così lo picchiò e per un momento sembrò che tutto fosse tornato alla normalità.
Ma, appena tornammo a casa, litigammo di nuovo ed andai a dormire piangendo.

Il giorno dopo, Mark, Avril e Jasmine andarono da starbucks. Nick e Charlie lavorarono tutto il giorno ed io mi addormentai sul divano.
Quando mi svegliai,avevo un plaid addosso e  sul tavolino di fronte a me c'era un bicchiere di starbucks con un bigliettino di lato:
"Ehi, mi manca stare con te e siamo in questa fantastica città ma da soli. Ti volevo chiedere scusa.
Scusa se sono stato uno stronzo.
Scusa se ti ho lasciata da sola.
Scusa se ho sbagliato. Se ti va di parlarmi, sai dove trovarmi.
-Mark"
Mi misi a sedere sul divano, ero le 17:00 e pensai che Mark se era nervoso sicuramente stavo fumando. Solo in cortile poteva fumare quindi, quello sarebbe stato l'unico posto dove trovarlo.
Mi coprii le spalle con la coperta, presi il frappuccino ed uscì nel cortile.
Mark era seduto sulle scale di fronte alla piscina.
Come mi aspettavo, stava fumando.
Mi avvicinai lentamente e mi sedetti accanto a lui.
Poggiai la testa sulla sua spalla. In quel momento mi notò e mi diede un bacio sulla fronte.
-"Scusa..."- sussurrammo all'unisono
Scoppiammo a ridere
-"Ti amo..."- disse guardandomi negli occhi. -"E volevo farti sapere che con Avril non ho fatto assolutamente niente."- proseguii.
Lo abbracciai.
Mi strinse forte a sè.
Dopo circa 2 minuti si alzò e fece per cacciarsi la maglietta.

Mark's pov.
Dopo aver chiarito con Hope ero di buon umore e mi venne in mente un'idea: volevo farmi il bagno in piscina. Il freddo non mi preoccupava, tanto l'acqua era riscaldata.
Mi alzai e mi cacciai la maglietta.
Hope mi guardò inarcando le sopracciglia.
-"Che vuoi fare?!"- disse
-"Il bagno. Dai, vieni!"- dissi tirandola.
-"Non ho il costume..."-
-"Tanto non c'è nessuno e non torneranno prima delle 21!"- dissi tirandola verso di me.
Le cacciai la maglietta e le sbottonai i jeans.
Li lasciò cadere a terra.
Mi tolsi i pantaloncini e ci buttammo.
Iniziai a baciarla dolcemente, stringendola a me fino a trascinarla sotto la cascata artificiale che abbelliva la piscina per poi superarla. Arrivammo in una specie di caverna, sul retro della piscina.
Era nascosto.
Ci appoggiammo e cercai di slacciarle il reggiseno. In quel momento si staccò da me.
-"No, Mark! E se arriva tuo padre?!"- disse sedendosi sul ripiano con i piedi che toccavano l'acqua. Mi arrampicai per sedermi accanto a lei.
-"Tranquilla non ci vede nessuno."- dissi in modo tanto sicuro da convincerla a fare l'amore.
Gli sganciai il reggiseno senza smetterla di baciarla.
Le tolsi lentamente gli slip e feci lo stesso con i miei boxer.
Fu la sensazione più bella della mia vita. Fu diverso dalle altre volte.
Dopo circa un'ora uscimmo dalla piscina infreddoliti ma sorridenti. Ci rivestimmo per entrare a casa ed andammo a farci la doccia insieme.
Anche sotto la doccia continuammo a fare l'amore e fu di nuovo bellissimo.
Finito di fare la doccia le asciugai i capelli e la coccolai per tutto il tempo.
La cena fu davvero tranquilla e restammo nel salone a guardare un film con mio padre, Charlie e le sue figlie.
Avril mi ignorò, sicuramene per il discorso che le avevo fatto durante il pomeriggio. Le avevo parlato di Hope, per tutto il tempo e lei aveva capito quanto fosse importante per me quella storia.
La sera, io ed Hope, dormimmo insieme.
Mi mancava tenerla tra le mie braccia e baciarle i capelli che profumavano di lavanda. Era Wow...nessuna poteva competere con la bellezza delle sue insicurezze, delle sue paranoie inutili, delle sue smorfie da bambina. Lei era la mia piccola ed io l'avrei protetta, sempre, da tutto e tutti. Nessuno doveva toccarla o farle del male.
Lei era solo mia ed io vivevo per lei. Mi piaceva renderla la persona più felice del mondo. Era bellissimo quando mi aspettava a casa, la sera, in pigiama, davanti al camino o quando mi stringeva forte a sé. Io mi sentivo a casa. Sentivo di stare davvero bene.

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