Zoevan...

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Dopo la festa torniamo a casa. Arrivo in camera mia e inizio a svuotare completamente il mio armadio, tutto quello che è in camera mia adesso si trova in una scatola. Faccio il giro di casa mia che, anche se ci sono stata pochissimi giorni è diventata parte di me. Sto riflettendo su tutto quello che mi è successo in questi ultimi giorni, quante decisioni importanti ho dovuto prendere. Mentre chiudo le ultime scatole, mi squilla il cellulare, è Zoey.

«Pronto?»

«Ehi ciao Laura, possiamo parlare?» ci siamo viste poco fa, sono le 3 di notte, e sinceramente vorrei dormire, ma non posso dire di no ad una delle mie più care amiche.

«Si certo, dimmi tutto» 

«Si tratta di me ed Evan...senti scusa il disturbo è meglio parlarne di presenza, ci vediamo domani a casa mia»

«Ok, sicura di stare bene? Vuoi che venga adesso?»

«No, no tranquilla, scusami a domani» aveva una voce turbata, cosa avrà fatto Evan stavolta? Mi metto il pigiama e mi corico a letto, mentre sono in dormiveglia arriva Lucas che si posiziona accanto a me, adesso posso dormire. L'indomani mattina ci svegliamo all'alba, è comodissimo avere due macchine adesso, faccio due viaggi dalla mia camera all'auto con due scatoloni pieni. Appena finisco vedo che è già l'orario di andare da Zoey, mi faccio una doccia fredda e mi sistemo, indosso una di quelle tute nuove che ho preso. Scrivo a Lucas avvisandolo che mancherò per due orette. Prendo l'auto e vado da Zoey. 

«Ciao Laura, vieni, entra» Zoey è ancora in pigiama, con i capelli scombinati e gli occhi di chi ha pianto una notte intera. Entro in casa e la prima cosa che faccio è abbracciare la mia amica, che in questo momento ha bisogno di me. 

«Cosa è successo?» 

«Evan... mi ha detto che non gli è mai interessato di me, e che stavamo insieme solo perchè era una cosa che volevano vedere tutti» credo a tutto quello che dice, perchè lui è capacissimo di dire queste cose. E' sempre stato strano, ma non immaginavo fosse così... però c'è da dire che come Evan guarda Zoey, neanche nei migliori film d'amore si vedono questi sguardi. 

«Ok, sappiamo tutti che Evan ha il suo carattere, sappiamo tutti che Evan è parecchio strano, quello che ha detto non lo pensa, è stato soltanto un riflesso. Tu adesso lo chiami e lo fai venire qui, e ci parli.» 

«Va bene» non mi aspettavo che accettasse, ma meglio per me, così non devo supplicare nessuno.

«Pronto, Evan? Ciao, sono Zoey. Ascoltami devi venire qui a casa mia ora. Dobbiamo parlare» ammiro molto Zoey, è riuscita a mantenere la calma e non crollare, io non ci sarei mai riuscita. 

«Viene tra poco, stava facendo il pieno alla sua auto, non ha esitato ha subito accettato...forse è come dici tu, era soltanto un riflesso» aiuto Zoey a sistemarsi, le faccio una bellissima coda con treccia e le consiglio di vestirsi come avrebbe fatto normalmente. Dopo circa 20 minuti arriva Evan, con il suo solito sguardo spento. Appena vede Zoey, le va incontro abbracciandola, senza dire una parola. 

«Mi sei mancata» sussurra nell'incavo del suo collo. Avevo detto a Zoey di non crollare subito, e lei infatti non lo fece, si limitò a sorridergli. Li lascio parlare e chiarire, sarei intervenuta solo in caso Evan dicesse qualcosa di sbagliato a Zoey, per il resto rimango in disparte. 

«Io credo che tu non sia cattivo, nemmeno arrabbiato, hai solo paura di ciò che ti circonda. Io sono ancora qui per questo motivo, oltre tutto io ti amo così per come sei, non ti abbandonerò mai. Io mi sono innamorata di Evan a 360° di tutte le sue paranoie e di tutti i suoi problemi, che affronteremo insieme. Quando una cosa è per sempre, per me, non smetterà mai di esistere» Zoey inizia a fare uno di quei discorsi che fanno riflettere, e che ti entrano nell'anima. 

«Io non sono cattivo, ho solo bisogno di essere capito, ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto. All'infuori di te, io non ho nessuno. Zoey, perdonami se ti ho fatto soffrire, perdonami per tutte quelle volte che avevi motivo di andare e lasciarmi solo come un cane. Io soffro per te quando ti dico quelle cattiverie, non sono io te lo giuro...» Evan dice queste parole con le lacrime agli occhi, sono così teneri tutti e due..

«Evan, ricordati che i problemi si risolvono INSIEME, e che noi siamo una cosa sola. I tuoi problemi sono i miei, i miei problemi sono i tuoi. Io cercherò di aiutarti in tutto quello che ti tormenta. Ti amo Evan, e non ti abbandonerò, cascasse il mondo.» I discorsi che si sono fatti hanno fatto piangere anche me. Termina tutto in un bacio romanticissimo, il mio lavoro qui è terminato. Lascio i due piccioncini e mi fiondo a casa per andare a recuperare le mie ultime cose. Nel frattempo mi telefona Lucas per avvisarmi che lui aveva portato già tutte cose a casa, nostra. Ha usato quell'aggettivo che non riesco a pronunciare ancora. Arrivo a casa e trovo mia madre che piange con davanti un album di vecchie foto.

«Tesoro,vieni qui, guarda com'eri piccola. Qui è quando dovevi per forza tenere quel cappello gigantesco in testa, e qui è quando siamo andati in vacanza dai nonni, ricordi?» io cerco di eliminarli i ricordi... però sì, certe cose non possono cancellarsi mai dalla mente. Abbraccio mia madre che mi fa le sue solite raccomandazioni, e mi dice di andare ed essere felice. La adoro quando fa così, quando mi appoggia nelle scelte. Prendo la macchina e raggiungo Lucas a casa. 

«Non me la ricordavo così grande» dico io all'ingresso. Poso gli scatoloni in salotto e comincio a spacchettare tutto. Volendo l'arredamento essenziale c'è, manca quel tocco casalingo che pian piano daremo a questa casa che per tanto tempo è stata vuota. 

«Domani andremo a fare un po di shopping per la casa» 

«Va bene» dico io mentre sistemo i miei vestiti nella cabina armadio. Lucas è dietro di me, mi prende per i fianchi e mi sussurra nell'orecchio

«Questa è casa nostra adesso» mi lascia un bacio nella tempia e va via. Io rimango seduta nel letto ad osservare ogni minimo particolare di questa, che è la MIA nuova casa...

So Far AwayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora