capitolo 1

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È tardi è tardi pensai cercando di  infilare gli stivali... peccato che quando riuscii a infilarmeli, la zip laterale che  li chiudeva si inceppò.
- mamma mia che fortuna che ho- imprecai ad alta voce.
Scesi dalle scale di casa mia presi una fetta di pane e il mio zaino e salutai velocemente i miei genitori che stavano facendo colazione tranquillamente.

Mentre attrevarsavo il prato per andare a scuola, mi girai verso l'altalena... non so perché lo facevo ma ormai era un'abitudine. Di solito camminavo lentamente e rimanevo ad osservare la ragazza seduta sull'altalena. Non l'avevo mai vista in viso perché mi dava sempre le spalle. Ma sta volta non avevo tempo di osservarla poiché non potevo permettermi di collezionare un altro ritardo.

Arrivai a scuola alle 8.15 e ovviamente la mia prof di italiano mi fece la ramanzina sulla responsabilità maturità e così via.... ormai sapevo il discorso a memoria, tanto che, mentre lei parlava io le facevo il verso e ovviamente i miei compagni contenevano a stento le risate.

Le prime tre ore passarono lentamente, i prof spiegavano e io ovviamente parlavo con la mia vicina di banco: Serena. Lei era la mia migliore amica, ma a volte, anzi troppo spesso era superficiale. Ma chi in fondo non lo era. Anche io dopo l'incontro con la ragazza dell'altalena mi resi conto che ero tanto superficiale quanto Serena.

Suonata la campanella della quarta e ultima ora, mi alzai per tornare a casa, quando la mia attenzione cadde su un foglio appeso in bacheca studenti.

Nessuno è immune al giudizio.

Quel foglio non aveva né un senso né una firma, quindi immediatamente pensai a una delle solite cretinate.

Mentre tornavo a casa continuai a pensare a lungo a quella frase... cosa vuol dire nessuno è immune al giudizio? Ma soprattutto perché una persona avrebbe dovuto appendere a una bacheca consultata si e no da 3 studenti questa frase?

LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora