Capitolo 2

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 Stavo camminando in mezzo al prato per ritornare a casa dopo una stressante giornata di scuola, quando il mio occhio cadde di nuovo sulla ragazza seduta sull'altalena... chissà chi era, quanti anni aveva e perchè stava sempre lì seduta da sola. Tante domande si affollavano nella mia testa e come al solito ero caduta in uno stato di trans. 

Eh si, di solito quando penso mi chiudo nel mio mondo e difficilmente mi risveglio dal mio stato. Ma quella volta qualcosa mi ricapultò nel mondo reale: quel qualcosa era delle urla che io conoscevo fin troppo bene.

Subito le mie gambe corsero verso casa ed entrando trovai mio fratello seduto sulla poltrona, che con fare annoiato ascoltava i rimproveri di mia madre... niente di nuovo. Corsi sulle scale di legno e mi tuffai sul letto, prendendo le mie inseparabili cuffiette e mettendo la musica al massimo.

Quello era l'unico modo di staccare dal mondo reale e chiudersi in un mondo tutto nostro, nel quale non esistono i problemi. Ma purtroppo la musica non riusciva a coprire le urla del litigio, per questo motivo scesi di corsa dalle scale ed uscii di casa senza salutare... tanto nessuno si era accorto della mia presenza. 

Ero ancora nel mio giardino quando decisi di mettere fine a tutti i miei dubbi riguardanti la ragazza misteriosa. Si lo so, sarei potuta andare da qualche mia amica a farmi consolare, ma in quel momento volevo qualcosa di diverso. Ero stanca della monotonia, volevo lasciare un segno nel mondo e per far ciò dovevo fare qualcosa di diverso da solito. Così mi avviai verso l'altalena e una volta giunta a fianco di essa mi misi a fissare il paesaggio di fronte a me. La ragazza misteriosa non battè ciglio, non si preoccupò nemmeno di girarsi verso di me per vedere chi ero; mi disse solo: 

-Ciao Silvia- in quel momento mi girai a fissarla con la bocca spalancata... come faceva a sapere il mio nome. 

La ragazza aveva un viso molto delicato, dei lunghi capelli biondi... si lo so non è il plus della descrizione, ma purtroppo era buio ed ero troppo scioccata che lei sapesse il mio nome, che quasi non riuscivo a parlare. 

Una volta pronunciato il mio nome richiuse gli occhi e sul suo viso comparve un sorriso, ma non uno di quei sorrisi dolci che ti tranquillizzano. Tutto il contrario, il suo era un sorriso amaro, come se il mio nome le ricordasse qualcosa di brutto.

- So cosa stai pensando... ti stai chiedendo come io sappia il tuo nome. Bhe questo lo scoprirai col tempo, per il momento accontentati di sapere ti conosco più di quanto credi-

Detto ciò rivolse nuovamente l'attenzione al paesaggio davanti a noi, dato che si era voltata un attimo a guardare la mia faccia stupita.

Volevo farle mille domande, ma ero troppo stupita che non riuscivo a parlare. L'unica cosa che riuscii a fare fu sedermi sul prato e fissare il vuoto davanti a me.



LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora