Capitolo 18

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- Devi sapere che la mia famiglia era composta da me, Ariana, e un altro fratello, che però non ho mai conosciuto, o meglio ho conosciuto ma ero troppo piccolo per ricordarmi il suo volto. Ariana è la sorella maggiore, poi ci sarebbe questo fantomatico fratello e infine io. I miei genitori sono morti in un incidente d'auto una sera di novembre, il 24 novembre per essere preciso; quel giorno stavamo tornando a casa dalla festa di compleanno di mia sorella che aveva compiuto sei anni, quando un tir travolse la macchina con su noi 5. I miei morirono, io e Ari rimanemmo illesi, mentre mio fratello fu ricoverato in ospedale. Altro non so di quel giorno- mi disse con voce rotta da singhiozzi.

Nel sentire i singhiozzi, alzai una mano in direzione della sua schiena e gliela accarezzai, sperando di donargli un po' di conforto.

- Ariana non mi ha mai raccontato nulla di quel giorno, è stata la mia madre adottiva a farlo. Da quel momento mia sorella, da bambina solare che era divenne sempre più chiusa e triste, fino a rinchiudersi in questa stanza. Basta non so altro- disse prima di tirare fuori dalla tasca dei suoi jeans un fazzoletto e soffiarsi il naso.

Come era possibile, un ragazzo che tutti avrebbero ritenuto perfetto, bello, ricco, stronzo, in realtà aveva una terribile storia alle spalle. Non dissi neanche mi dispiace, perchè sapevo che sarebbe stato inutile. Ariana aveva ragione, non bisogna mai fermarsi all'apparenza delle cose.

Ad un tratto guardai il cellulare e scoprii di essere terribilmente in ritardo per la cena!  Chi l'avrebbe sentita mia madre!??! 

Mi schiarii la voce e dissi solamente uno - Scusa, è tardi devo tornare a casa- prima di alzarmi da letto e allontanarmi dalla camera in cui avevo passato il pomeriggio. 

-Aspetta- mi disse afferrandomi per il polso e girandomi verso di lui. 

- Non dire a nessuno questa storia, chiaro?- mi sussurrò con voce minacciosa a un millimetro dal mio viso.

No wait, questo qui prima era in preda alle lacrime e ora mi minaccia?!? Ma che cazzo di problemi ha!??!

- Senti bello mio, non usare con me quel tono, non sono mica tua sorella- e questo fu il mio errore, citare sua sorella. 

L'ultima frase che avevo detto lo mandò in bestia, mi spinse verso il muro e lanciò il portapenne situato sulla scrivania della stanza, sul muro dove mi aveva spinto prima. 

Presa dal panico, corsi lungo l'immenso corridoio e giù per le scale, allontanandomi il più possibile da quella casa, ma soprattutto da lui. 

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- Silvia sei in ritardo- mi comunicò mia madre dalla cucina.  Quando vi entrai, vi trovai mia mamma, papà e Fede a mangiare.

- é successo qualcosa? Mi sembri piuttosto agiata- mi chiese mio fratello preoccupato.

- No, cioè si- risposi, sedendomi a tavola per mangiare. -La mia amica Ariana è scomparsa pochi giorni fa- proseguii tranquillamente per vedere le loro reazioni

- COSA? Stai scherzando vero?- disse mia madre in preda al panico.

- Okay ora basta! Ora mi dite come fate a conoscere Ariana.- dissi alzandomi dalla mia sedia e sbattendo i palmi sul tavolo

Vidi i miei genitori scambiarsi occhiate molto preoccupate, ma per la prima volta vidi la loro insicurezza nei loro occhi.

- Senti tesoro è una storia molto banale e noiosa, sono sicura che ti scocceresti di sentirla- provò a convincermi mia madre con un sorriso più falso del mio 10 in matematica

- Ah guarda,  fa niente,  ti ascolto molto volentieri, anche perché ho tutto il tempo libero e i compiti li ho già finiti-  risposi con un sorriso provocatorio.

- Va beh se proprio ci tieni- disse sconsolata mia madre

-No Maria non farlo, rovineresti tutto- urlò mio padre in preda al panico

- Ormai la frittata è fatta, Andrea- disse mia madre abbattuta - E poi Silvia ha il diritto di sapere questa storia, ovviamente a suo rischio e pericolo-

- Sono tutta orecchi mamma-

E così raccontò di come vide Ariana 10 anni prima, di come aveva provato a consolarla per la morte dei suoi  e di come se ne stava sempre lì, seduta su quella vecchia altalena a ricordare la sua famiglia ormai distrutta

Non poteva essere solo quello il racconto, infatti vidi l' espressione di mio padre rilassarsi e mia madre sfoggiare il sorriso più tirato della sua vita.
Normalmente non avrei mai fatto caso a tutte queste sottigliezze, ma grazie alla ragazza dell' altalena avevo appreso l'arte del non fermarsi mai all'apparenza.

-  E questo dovrebbe sconvolgere e distruggere tutto?- chiesi retoricamente a mio padre

- Bhe si, in un certo senso, insomma era comunque un segreto che nascondevamo no? - mi rispose con una risatina nervosa, mentre si grattava la nuca con fare imbarazzato.

Okay, questi qua mi prendono per scema!!! Pensano che non mi sia accorta che mi hanno mentito dall'inizio alla fine?!?!

- Sì okay va bene. Ho capito che voi non mi direte mai la verità.- dissi uscendo dalla cucina molto molto amareggiata, vergognandomi persino al posto loro.

- Silvia aspetta- mi urlò mia madre dai fornelli, anche se più di un urlo ormai risultava essere più un eco, dato che mi ero già rifugiata nella mia cameretta, al sicuro da menzogne e falsità.

In camera mia, decisi di sedermi sul letto e mettermi un po di musica nelle orecchie al fine di scacciare la tristezza.  Mentre stavo schiacciando play su You found me, mi arrivò un messaggio dal numero sconosciuto di prima: Marco.

Lo aprii sperando di trovare delle scuse decenti al trattamento che avevo ricevuto prima, ma quando lo lessi, trovai molto di più.

Ho trovato nella soffitta un diario di Ariana, sono sicura che troveremo qualche indizio per riuscire a trovarla. Ci vediamo domani alla solita ora, così possiamo guardarlo insieme.
Ah, scusa per averti strattonato pomeriggio.

Sorrisi a quel messaggio, non tanto per le scuse, che certamente erano molto gradite, ma soprattutto per il fatto che Marco si era impegnato al fine di aiutare e cercare sua sorella.
Ah quanto pare aveva capito che era importante, e per quanto fosse triste che non sapesse niente su sua sorella, aveva compreso che non è mai troppo tardi per imparare a voler bene seriamente a qualcuno.

Chiusi quel messaggio, e mi addormentai felice di sapere che qualcuno aveva imparato ad amare, ma triste perché a volte quelli che ti amano sono i primi a  deluderti.

LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora