Quando mi svegliai vidi solo un volto sfocato, il volto di una donna a me molto conosciuta.
- Sempre qui stai?- mi sorrise l' infermiera della mia scuola.
Dora è una donna che ormai avrà 60 anni, ma nonostante l' età è molto arzilla e comprende meglio di chiunque altro i miei problemi.- Cosa ci faccio qui?- chiesi un po intontita, sedendosi sul lettino su cui poco prima ero sdraiata.
- Sei svenuta, probabilmente hai avuto un calo di zuccheri- mi rispose mentre metteva degli assorbenti nell'armadietto dell'infermeria.
Mi guardai un po intorno e cercai di rammentare gli eventi delle ultime ore... la lettura del diario, la spiegazione di Cicerone della prof, ma soprattutto la notizia di Beatrice.
Il quadro diventava sempre più intricato, e ciò non faceva altro che incasinarmi la vita.
- Senti tesoro, visto che ora stai un po meglio, vai in classe e mangiati questa bustina di zucchero; se hai ancora bisogno torna pure- mi disse porgendomi la bustina di zucchero di canna.
-Grazie mille Dora-
Mentre tornai in classe, potei godermi la visione del corridoio terribilmente vuoto; così vuoto che ben presto mi tornò in mente l'immagine della ragazza dell'altalena. Era stata lei a lasciarmi da sola, e di ciò ne soffrivo molto. Nonostante Serena mi aveva abbandonato dopo anni di amicizia, la solitudine che mi aveva lasciato Ariana era ben più grande. Non è importante quanto tempo si passi con una persona, ciò che conta e che rimane è senza dubbio la qualità di esso.
Nella vita si è sempre legati a cose superficiali, che quasi sempre si perde di vista il nostro essere, il nostro obiettivo. E io lo avevo perso. Ma un angelo mi ha salvata, e quell'angelo corrisponde al nome di Ariana. Una volta mi disse che dobbiamo calibrare bene le parole che usiamo, perchè esse possono farti toccare il cielo con un dito o procurarti un senso di vuoto assurdo.
Giunta davanti alla porta della mia aula, bussai e subito la prof mi accolse con un sorriso chiedendomi gentilmente come stavo e se preferivo tornare a casa.
Anche se quella fu un'ottima opportunità per saltare la verifica di storia, decisi di rimanere in classe e conoscere i dettagli del racconto di Beatrice.
- Bea, ho bisogno che mi dica tutto quello che sai- dissi a bassa voce, ma con tono deciso
- Non ora, ci vediamo alle 16 a casa mia... tanto so che ci devi già venire per incontrarti con Marco-
- E tu come lo sai scusa?- chiesi sempre più sbigottita dalla grande quantità di informazioni che quella ragazza conosceva
- Vi ho sentiti ieri quando stavo rientrando a casa- rispose con un sorrisetto che non lasciava presagire niente di bello
Era inutile indagare ora, tanto avrei scoperto la verità tra poche ora; inoltre, quando quella si metteva in testa una cosa, era impossibile levargliela dalla mente.
- Okay, alle 16 a casa tua-
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La verifica di storia non andò benissimo, anzi per quella verifica non ambivo a più di 4.
Ma avevo qualcosa di più importante a cui pensare: Ariana.
Quando giunsi a casa vidi come prima persona mia madre, che, quasi come tutte le madri a cui interessa solo la scuola, mi chiese come fosse andata la verifica di storia.
- Non lo so, ma- dissi sedendomi a tavola a mangiare - comunque oggi io esco -
- Eh no, non è possibile sei sempre in giro! Non ti vedo mai studiare. Poi chissà dove vai! - disse sbattendo il canovaccio che aveva in mano per terra.
- Mamma lo sai che vado a casa di Ariana per cercare qualche indizio per trovarla-
- Devi rassegnarti Silvia. Questo è un lavoro che aspetta alla polizia,non a te.-
- Ma non eri te quella che elogiavi tanto quella ragazza? - dissi stizzita dal suo cambio di umore così repentino
- Sì ma mi sembra che tu ti sia fatta coinvolgere un po troppo da questa storia. Io volevo che passassi del tempo con lei perché mi sembrava una ragazza molto sola; infatti ogni volta che mi affacciavo alla finestra e la vedevo li,da sola sull'altalena, mi faceva una grande pena-
- Appunto una mia amica è scomparsa e io la voglio ritrovare-
- No Silvia, non se ne parla. Oggi rimani a casa-
Scazzata dal comportamento di mia madre salii in camera e mi chiusi dentro con le lacrime agli occhi.
Ad un tratto sentii bussare alla porta.
Inizialmente ignorai il suono, pensando che fosse ancora mia madre, ma poi riflettendoci capii che mia mamma non avrebbe mai bussato, anzi sarebbe entrata direttamente.Così decisi di aprire, e vidi la faccia di Federico.
- Tutto bene? Ti ho sentito litigare con la mamma- disse con tono premuroso
- Più o meno- risposi facendogli cenno con la mano di entrare e sedersi sul mio letto.- Che succede sorellina? -
- Ariana, la ragazza che misteriosamente tutti conoscono ma allo stesso tempo nessuno conosce, è scomparsa. Io mi sto impegnando a cercarla, leggo il suo diario per cercare indizi, qualche collegamento; ma niente. In più ci si mette pure la mamma- risposi appoggiandomi all' armadio.
- io non so che dire.... la polizia cosa dice?-
- Non abbiamo avvertito la polizia-
- Ma allora sei tutta andata! Come cavolo pensi di trovarla se non chiami qualcuno più competente di te. Qui non siamo in un fottuto romanzo giallo dove c'è un indizio che solo il protagonista può capire.... Svegliati questo non è uno dei tuoi libri che di solito leggi prima di andare a letto; questa è la vita reale.-
Quelle parole mi fecero riflettere molto sulla mia pazzia e la mia superbia, ma d'altro canto ero convinta che la ragazza dell'altalena fosse sparita di sua spontanea volontà e che non volesse che nessuno la cercasse.
Ma io avevo bisogno di lei, almeno di parlarle un'ultima volta prima di lasciarla andare dove lei volesse.
- Senti, lo so è una follia, ma sono sicura di ciò che faccio- risposi guardando con uno sguardo che non lasciava trasparire incertezza.
- La mamma ha fatto bene a punirti. Con questa storia stai impazzendo. E dire che la conosci da meno di 3 settimane- disse alzandosi e avviandosi verso la porta.
- Forse mi sono affezionata così a lei perché ella, al contrario di chiunque altro, è riuscita a lasciarmi qualcosa di vero- urlaii quando la porta della camera di Fede era ormai chiusa.
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LA RAGAZZA DELL'ALTALENA
EspiritualIl nostro essere è determinato anche dal giudizio delle persone che ci circondano. Questa è una delle teorie che la psicologia avanza, e da quando la ragazza dell'altalena mi disse questa frase, essa rimase fissa nella mia testa. Non c'è persona im...