Capitolo 17

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Ero ancora lì, seduta su quella che per Ariana rappresentava la libertà. Guardai l'orologio e vidi che erano già passati venti minuti e che quindi era giunta l'ora di tornare a casa.

- Salve popolo- dissi sul ciglio della porta 

- Ciao Silvia, andata bene a scuola?- chiese mia madre lavando le ultime pentole nel lavandino

- Si, si grazie. Senti mamma, oggi dovrei uscire con un mio amico per una ricerca di storia... posso??-

- Certo, però per le 19 a casa che si mangia-

Finita la frase, mia madre mi diede un bel piatto di pasta al pesto, il mio piatto preferito, e mi raccontò un po' della sua giornata lavorativa.

Concluso il pranzo salii in camera mia e mi sedetti alla scrivania per fare i compiti. 

Giunte le 3.30 iniziai a prepararmi e mi avviai verso la scuola per incontrare Marco. Non sapevo bene cosa sarebbe successo, ne se avesse un piano per trovare sua sorella. L'unica cosa che dovevo fare era provare a fidarmi; però non era così facile con lui: aveva fatto soffrire tanta gente, umiliandola, quindi non credo che sarei mai riuscita ad affidarmi completamente a lui.

Mentre camminavo lungo il solito sentiero, alzai la testa verso il cielo e pensai a qualche indizio che Ariana mi ha dato incosciamente durante il nostro breve viaggio.

- Silvia!!- appena sentii il mio nome mi voltai verso colui che lo aveva pronunciato, ovvero Marco.

- Ciao Marco, allora che facciamo?- chiesi sperando che lui avesse un piano

- Non lo so, per prima cosa pensavo di andare a casa mia e provare a vedere se mia sorella ha lasciato qualcosa come traccia- disse incamminandosi verso una strada molto lunga che portava alla zona più "ricca" del nostro piccolo borgo.

- Senti, stavo pensando a una cosa... la polizia ha già iniziato le ricerche di Ariana?-

- No, non ho denunciato la sua scomparsa- disse alzando le spalle come se quello che avessi detto fosse una cosa stupida.

- ALT!- dissi inchiodandomi sul posto - Non hai avvisato la polizia?!?! Sapevo che eri stupido, ma non pensavo così tanto!!!-

Ma è pazzo questo qua! Sua sorella scompare misteriosamente e non dice niente alla polizia; ma scusa i suoi genitori non hanno sporto denuncia!?! Aspetta, non dirmi che...

- Non dirmi che neanche i tuoi lo sanno!!- dissi sperando che avessi torto

- Bingo, non lo sanno neanche i miei.-

-E scusa non si sono accorti che la loro figlia non torna più a casa da giorni?-

- No perchè Ariana è scomparsa solo due giorni fa e loro sono in viaggio di lavoro da circa un mese, quindi non lo sanno- disse sistemandosi il cappellino che portava sempre. - E ora puoi farmi il favore di smetterla di tempestarmi di domande e seguirmi? Se no arriviamo per le 11 a casa mia-

- Si si okay- tagliai corto. Era inutile litigare con lui.

Dopo una buona mezz'ora di camminata mi ritrovai davanti a un cancello maestoso, anche troppo, per un paese così piccolo e umile.

Marco tirò fuori dalla tasca un telecomando, aprii il cancello e la porta di ingresso.

La casa, o meglio la villa, che mi si presentò davanti era davvero molto bella; l'arredamento aveva uno stampo antico, e i quadri che vi erano lungo i corridoi rappresentavano per lo più scene di caccia.

- Senti, lo so che ho una casa figa, ma potresti muoverti, non ti ho portata qui per fare un tour turistico di casa mia- disse a metà scala guardandomi male.

Ma che voleva?!?! Già che ero qui a fargli un favore lui si lamentava pure!?! 

- Senti tu principino, sono qui per farti un favore, quindi almeno abbi la decenza di parlarmi in modo educato, se no ti arrangi-

Detto ciò, iniziai a salire, solo dopo aver avuto l'assenso di Marco sul comportarsi bene.

Salii quelle interminabili scale, svoltai a destra e mi ritrovai per un corridoio molto largo, sul quale si affacciavano svariate camere. 

- Quella di Ariana è in fondo al corridoio- disse indicandomi la porta di fronte a noi distante circa 2 metri.

-Prego- disse aprendomi la porta e facendomi entrare dentro la camera della sorella. 

Entrata notai una stanza grande, con un bellissimo letto a baldacchino. Era una camera abbastanza vuota e anonima se non fosse per quei quadri che rappresentavano altalene.

Mi girai per chiedere a Marco se sapesse il motivo di quella strana fissa delle altalene, ma quando le feci notai che egli se ne stava appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto, con la punta del piede che picchiettava sul parquet del corridoio.

Mi sembrava abbastanza a disagio e nervoso, quasi come se non vedesse l'ora di andarsene da quella camera.

Quando glielo feci notare, mi rispose con una frase che mai mi sarei aspettata di sentire:

- La verità è che nessuno è mai entrato nella sua stanza, perchè tutti abbiamo paura che nasconda qualcosa di spaventoso. Neanche la nostra domestica è mai entrata per fare le pulizie-

- Quindi immagino che non sai nemmeno perchè ci siano così tanti quadri che raffigurano altalene, vero?- dissi con un ciglio inarcato verso l'alto.

Come risposta ebbi solo un mugolio somigliante a un no. 

La cosa che mi sorprese di più è che dopo avergli posto quella domanda, per tutto il tempo della mia perlustrazione, Marco tenne la testa china, quasi come se si vergognasse di non sapere nulla riguardo sua sorella.

Dopo un buona mezz'ora di perlustrazione, risultata vana, mi sedetti sul letto di Ariana e feci cenno a Marco di fare lo stesso; quelli che sembravano pochi passi per me, in realtà per lui rappresentavano una rottura, una specie di paura che era riuscito a infrangere entrando e sedendosi sul letto della sorella.

- Senti, lo so che può essere difficile, ma se vuoi trovare tua sorella ho bisogno che tu mi dica tutto quello che sai su di lei, dalle sue abitudini, alle sue conoscenze, insomma... TUTTO-

- Io... la verità è che io... si, insomma.... non so quasi niente dell'Ariana post morte dei miei genitori- disse con la testa rivolta al pavimento.

- Raccontami su, so che può essere difficile, ma è necessario-


LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora