Capitolo 25

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Per la fretta e l'agitazione sbagliai per 3 volte il pin da inserire per sbloccare il mio cellulare. 

Con il cuore in gola aprii l'applicazione dei messaggi e lessi il contenuto della notifica. 

《Ho lasciato una lettera per te, Beatrice e Marco... vi aspetto alle 16, lì dove tutto è iniziato 》

E così fu; alle 15.30 uscii di casa, e mi recai verso quell'albero così spoglio che un moto di tristezza si mosse in me. Dopo la felicità donata dalle mille sfumature di arancione delle foglie in autunno, arriva l'inverno, triste che con la sua monotonia rende il tutto triste.

Ma nonostante gli alberi sembrassero tutti uguali, sempre e ripeto, sempre, avrei riconosciuto il rifugio della ragazza dell'altalena.

Arrivai in perfetto orario, e quando vidi Beatrice con Marco, capii che il momento della verità era arrivato.

Eravamo intorno a quella vecchia altalena, sulla quale giaceva un foglio di carta piegato in quattro sul quale era poggiata una pietra, affinché il vento non la portasse via con se

- Deduco che anche a voi sia arrivato lo stesso messaggio- dissi ai due che si limitarono ad annuire

Presi un respiro profondo, tolsi il sasso dal foglio e mi sedetti sull'altalena e cominciai a leggere quelle righe.

Cari Beatrice, Silvia e Marco,
Credo che sia doverso darvi alcune risposte....
Ho deciso di sparire per un po, o forse per sempre; chi lo sa?! Non mi sono mai sentita davvero parte di qualcosa... forse in qualche altro posto potrò sentirmi veramente a casa.
Beatrice, grazie di tutto. Fin da subito hai cercato di farmi sentire parte della tua famiglia. Grazie anche per aver appeso i fogli in bacheca. Il tuo nome come ben sai significa: " portatrice di beatitudine" ebbene tu lo hai fatto. Con la tua bontà mi sei sempre stata accanto, hai cercato di conoscere la vera Ariana, non colei che ho sempre mostrato.
Marco, vorrei ringraziarti ma non ci riesco. Sono sempre stata al tuo fianco e mai mi hai considerata. Però mi ricordo ancora dell'abbraccio che mi hai donato prima della tua partenza con la scuola... mi hai stretta forte e mi hai alzata di peso per qualche istante... gli istanti più belli della mia vita.
Non ti nascondere dietro quella maschera da bullo. Prima o poi cadrà. Lo so che non hai mai accettato Beatrice, ma trattarla male non risolverà le cose. Hai l'opportunità di avere un'altra sorella e tu la getti al vento? Ti prego stalle vicino e trattala bene perché ella può essere la tua ancora di salvezza. So cosa vuol dire essere presi in giro, essere considerati delle nullità, essere umiliati, derisi.
È ANCHE COLPA DI PERSONE COME TE CHE SONO CAMBIATA. Ma credo fermamente nella redenzione, quindi se mi vuoi bene, cambia.
Le parole possono essere letali e credo che questa lezione l'abbia imparata anche Silvia.
Silvia, ti devo chiedere scusa. Ti ho introdotto in questo vortice di confusione e di sofferenza. Non sentirti abbandonata, non sei sola. Quando ho scoperto la verità, la prima cosa che ho pensato di fare è stato cercare di parlare con te; così diedi a Beatrice quei famosi foglietti per vedere se eri abbastanza sveglia da accorgerti che la vita non è monotonia.
Ti vedevo passeggiare sempre con la tua amica Serena, ti vedevo vuota, il tuo sorriso era spento; cercavi qualcosa di diverso e quel giorno hai deciso di venirmi a parlare.
La presentazione della mia persona te la ricordi? Io sono il frutto del giudizio degli altri.
E in effetti lo sono... a furia di sentire tutti i giorni la stessa solfa inizi a credere a tutto quello che le persone dicono.
Sbaglio? Può darsi. Ma quando l'edera inizia ad arrampicarsi su una pianta poi diventa molto difficile staccarla... e pensa un po! I giudizi degli altri sono ancora peggio.
Poi ti ho proposto di intraprendere questo viaggio con me e tu dopo varie esitazioni hai accettato.
E come ti ho convinto? Pronunciando il nome di tuo fratello, quello che tu e la tua famiglia avete nascosto. Io ti odiavo per quello. Dato che Federico ha dei disturbi mentali avete deciso di nasconderlo al mondo. Colui che più di tutti può insegnarci ad amare. Perché le persone che noi definiamo disabili, handicappati, in realtà hanno una sensibilità talmente elevata che se tutti fossimo come loro, il mondo sarebbe pieno solo di amore.
Io ti odiavo e pensavo fossi solo una ragazzina stupida come i tuoi genitori, invece no; eri curiosa e sempre pronta a imparare cose nuove; mi hai preso come guida morale, quando in realtà io ti usavo solo per uno scopo. Avvicinarmi a tuo fratello, o per meglio dire MIO fratello.

LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora