Capitolo 20

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Quando sciolsi l'abbraccio con Beatrice, mi accorsi che mi erano scese delle lacrime sulle guance. Stavo camminando verso casa di Marco e nel frattempo ripercorrevo la terribile esperienza che avevo vissuto quella stessa mattina. 

L'umiliazione era stata altissima, sono passata ad essere una ragazza rispettata da tutti, a una che viene presa in giro perchè esprime il suo pensiero.  Provavo un'emozione a cui non sapevo associare un nome, era nuova, devastante, come un tornado che si abbatte su una città.

- Vaffanculo- imprecai calciando nel contempo una lattina vuota per terra.  Tutto quello che è successo è colpa di Ariana, se non fosse per lei io avrei ancora la mia solita vita, non sarei presa in giro, ma soprattutto non sarei costretta a sorbirmi l'ego sconfinato di Serena e Marco. Dovrei odiarla, però non ci riesco, e la cosa che mi manda più in bestia, è che non riesco a comprenderne il motivo. Insomma mi ha rovinato la vita eppure "odio" di più i miei genitori che mi nascondono qualcosa, chissà cosa poi!

Giunta alla sontuosa villa dei De Celeris, suonai il campanello e dopo qualche secondo mi si aprì davanti agli occhi il magnifico cancello e portone di ingresso.

Ancora una volta, mi persi ad ammirare l'immenso salotto, con il naso all'insù per scorgere tutti i particolari del soffitto.

Il mio studio minuzioso dell'arte di quella casa fu interrotto da una voce maschile che, con il solito tono seccato, esordì un: - Quando hai finito...-

Quando mi girai verso la voce che avevo udito, vidi Marco in jeans e felpa nera, con delle ciabatte a trama scozzese.

- Okay, dammi questo diario e cercherò di trovare qualche indizio utile per ritrovarla-  dissi con la mano tesa verso di lui, aspettando l'oggetto, che però non arrivò.

- No, cerchiamo insieme, signorina- mi rispose come se fosse una cosa ovvia

Per quanto l'idea di trascorrere del tempo con lui non mi entusiasmasse neanche un po, decisi comunque di accettare, anche perchè senza avere uno straccio di indizio da dove iniziare, non avrei mai potuto trovarla.

Marco nel frattempo teneva un sopracciglio inarcato, aspettando la mia risposta, che non tardò ad arrivare

- Okay, andiamo- dissi sbuffando salendo le scale che portavano verso la camera della ragazza dell'altalena

Camminando lungo lo sfarzoso e ampio corridoio notai un piccolo foro sul muro, e voi mi direte, cosa c'è di interessante in un piccolo e insignificante buco nel muro?! Probabilmente niente, ma mi sembrava alquanto strano il difetto in tutta quella che poteva essere definita perfezione.

- Eccolo- disse Marco porgendomi un quadernetto raffigurante una ragazza su un altalena durante un tramonto ( foto della copertina del racconto). 

Prima di aprirlo decisi di sedermi sul letto della ragazza e provai a immaginarmi Ariana scrivere questo quadernetto.

- Lo hai già letto?- chiesi portando la mia attenzione al ragazzo rimasto appoggiato allo stipite della porta.

- No, o meglio ho provato a leggere le prime pagine, ma non ce l'ho fatta- 

- Le vuoi molto bene, vero?- dissi riconoscendo per la prima volta nei suoi occhi una vulnerabilità che mai avrei pensato di poter vedere.

- Si, ma non sono mai riuscito a dimostrarglielo, sai dopo la morte dei nostri genitori io e lei ci siamo distaccati tantissimo, fino quasi a non parlarci più-

- Dai, ora proviamo a capire qualcosa di più su tua sorella- dissi sperando che cambiando argomento, si sentisse meno in colpa. 

Certo, è uno stronzo che ha fatto molto male alla gente, ma odio vedere le persone soffrire, anche se in un certo senso, se lo meriterebbero.

Caro diario,
La mia vita non è più la stessa da quando mamma e papà non ci sono più... il mio psicologo, il dottor Farri, mi ha proposto questa attività nella speranza di trovare una valvola di sfogo. I miei genitori adottivi non sono molto presenti, viaggiano spesso per il mondo, e io mi sento molto sola perché Marco, unico membro della famiglia con cui sono rimasta in contatto, mi evita.
Domani verrà attuato il mio trasferimento da Milano a Bisto, che da quello che ho capito, è un piccolo paesino di montagna. Anche la mia scuola cambierà, e questo mi dispiace molto perché non troverò più i miei amici fuori da scuola.
Ma ti dirò,  da un lato sono contenta di andarmene; non rivedere gli stessi posti che ho frequentato con i miei genitori mi farà bene, almeno spero.
Sai, loro mi mancano moltissimo, vorrei essere morta pure io in quel l'incidente così che non soffrissi per nessuno.
Perdere i propri genitori, è come perdere una parte di te.
La regola più ti affezioni peggio è, disgraziatamente è vera.
D'ora in poi farò cosi: non mi affezionerò più a nessuno così non soffrirò mai più.
Questa è una promessa.

15 Agosto 2006

Questa è la prima pagina che Ariana ha scritto.

Sia io che Marco rimaniamo in silenzio a guardare il vuoto di fronte a noi. Perfino il muro bianco diventa un oggetto interessante da osservare. Il bianco di quel muro, è  paragonabile al ghiaccio presente ora nell'atmosfera, anche se non è presente fisicamente, Ariana riesce sempre a farsi sentire.

La cosa che mi ha stupito di più è stato senza dubbio il modo di scrittura: non era calmo e razionale come i suoi discorsi soliti; era impulsivo,scritto di getto, non sembrava neanche scritto da lei.

- Cosa vuol dire tutto ciò? - chiese Marco interrompendo il mio monologo interiore

- Non lo so, da quello che ho capito, è che è stata una bambina molto triste, e che ha deciso di non affezionarsi a nessuno per non soffrire mai più - risposi in maniera calma,anche se dentro di me ero tutt'altro che calma.

- Io...io non capisco. Come cazzo è possibile che una bambina di 10 anni abbia pensieri del genere??!?-  disse urlando e venendo verso di me con passo veloce

- Senti, io non lo so- dissi alzandomi anche io in piedi in modo tale da essere uno di fronte all'altro - l'unica cosa che bisogna fare è trovarla in primis, e in seconda battuta aiutarla a uscire da questa depressione che di sicuro la affligge ancora-

-  Non abbiamo uno straccio di indizio per trovarla, ti ricordo-  rispose lui in modo saccente

- Lo so cretino,  ma si dà il caso che io conosca qualcuno che ci possa aiutare in questa ricerca- dissi sfoderando un sorriso a 32 denti

LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora