Capitolo 4

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- Silvia- mi sentii chiamare da una voce che conoscevo da poco.

Mi giraii e vidi che la ragazza dell'altalena non rivolgeva più le spalle a me, ma al boschetto che di solito guardava.

Senza pensarci due volte mi avvicinai a lei, che con un cenno di capo mi fece sedere sull'erba umida resa tale dalla pioggia che era scesa la notte precedente, vicino a lei e alla sua altalena.

- È meraviglioso quello che le parole possono fare; possono farti toccare il cielo con un dito o farti cadere nella depressione più totale- continuò lei guardandomi in faccia.

Oggi grazie alla luce del sole potei notare molti dettagli di quella ragazza: aveva dei capelli lunghi e biondi, leggermente mossi alla fine, un viso molto grazioso ma pallido e un corpo molto gracile. Indossava un vestitino bianco con delle roselline rosse e rosa, e ai piedi indossava in paio di ballerine nere, molto molto piccole proprio come il suo piedino.
Era molto molto carina e sembrava una fatina uscita dai racconti per bambini.

- sono d'accordo- concordai - ma lasciami porti una domanda- dissi sperando in una risposta affermativa

-Dimmi Silvia-

-Chi sei e perché sei sempre seduta su questa altalena?-

La fatina mi guardò con un sorriso, quasi come se si aspettasse questa domanda e poi mi rispose:
-Io sono il risultato del giudizio di altre persone, e sono su questa altalena perché essa è la mia unica compagna di viaggio con la quale posso volare senza comprare un biglietto-

Non che mi aspettassi una presentazione classica da parte sua, ma neanche mi aspettavo una così.... come dire.... strana e misteriosa?!?

Strana e misteriosa erano due aggettivi che si addicevano molto a lei; di solito non prestavo attenzione alle persone chiuse alle quali devi tirare fuori di bocca le informazioni basi per una conoscenza, ma c'era qualcosa in lei che mi incuriosiva.

In quel momento però ero troppo irritata dalla risposta di quella ragazza, insomma va bene essere misteriosi ma non puoi negarmi il tuo nome, cavolo!
Così mi alzai, mi pulii i jeans dai residui di erba e mi incamminai a casa senza nemmeno salutarla.

LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora