Capitolo 19

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"Ho trovato il suo diario" queste sono le parole che mi rimbombano ormai da ore nella testa. Il prof di inglese sta spiegando non so cosa, da non so quanto; ma in questo momento non mi interessa, voglio solo capire cosa sta succedendo alla mia vita.

Ero una ragazza normalissima, non ero popolare, avevo una migliore amica e a scuola me la cavavo. Poi però è arrivata come una bufera la ragazza dell'altalena che mi ha stravolto la vita: con lei ho iniziato a mettermi in discussione, ma soprattutto a mettere in discussione tutto ciò che credevo e vedevo. Ho iniziato a comprendere l'arte del guardare e ascoltare attentamente tutto ciò che mi circonda.  E così come è comparsa nella mia vita in modo  misterioso e improvviso, ora vi è uscita altrettanto silenziosamente. 

Qual'è il problema? Per qualche motivo a me oscuro, io sono legata a lei da qualcosa di magico che però neanche io capisco cosa sia.

- Ia.. Via....- 

- Silvia- urlò il mio prof, mezzo incazzato

- Si prof, mi dica- dissi con un sorriso sperando di convincerlo che ero attenta alla lezione

- Rispondi alla mia domanda per cortesia- 

"oh cazzo che domanda ha fatto?!?!" mi guardai intorno, sperando di ricevere un aiuto dai miei compagni di classe, ma a quanto pare nessuno era disposto ad aiutarmi.

- Scusi, non ho capito qual'era la domanda- dissi a capo chino, sperando di ricevere tutta la sua captatio benevolentia.

Il prof prima mi guardò con uno sguardo sconsolato e poi scosse la testa ripetendomi la domanda

- Ho chiesto: secondo te chi sono gli eroi nel ventunesimo secolo. Come abbiamo visto, per gli antichi, gli eroi sono coloro che combattono i mostri, ad esempio il leggendario Bewoulf, poema che abbiamo studiato, o meglio spero che abbiate studiato dato che tra una settimana abbiamo la verifica-

- Bhe prof, a parer mio sono quei ragazzi che vengono a salvare le donne dai pericoli- disse Serena senza essere stata interpellata dal prof

- Io non sono d'accordo. L' eroe è colui che vive nell'ombra, che non mostra i suoi muscoli davanti a tutti, è piuttosto colui che spende la sua vita al servizio dell'altro, quello che dà, senza mai pretendere nulla in cambio. é colui che è in grado di stare vicino a chi è solo, è colui che ha la forza di essere contro tutti senza seguire la massa, è colei che ti insegna a vivere facendoti notare le piccole cose belle della vita che da sola non saresti mai in grado di notare- dissi tutto d'un fiato, guardando dritto negli occhi il mio insegnante. 

Quando ebbi concluso il mio monologo, mi guardai intorno e vidi le facce dei miei compagni allibiti. 

Come dargli torto: non avevo mai partecipato durante la lezione, anche quando il docente mi invitava ad esporre la mia opinione, e nel caso lo facevo, di sicuro non  dicevo cose simili.

- Un pensiero molto profondo, Silvia. Ora vorrei porti un'ultima domanda: perchè alla fine hai usato il pronome colei al posto di colui?-

- Semplicemente perchè stavo parlando del mio eroe, o meglio della mia eroina-

- Lo dicevo io che ultimamente ti eri fatta di eroina- disse Alessandro facendo ridere tutta la classe- 

- Al contrario di te, non ho bisogno di drogarmi per essere stupefacente- gli risposi per le rime facendolo ridere ancora di più

- Okay, ora basta ragazzi. Non siamo al bar dove vi potete insultare e parlare in modo così scurrile. Siamo in una scuola, ed esigo rigore e diligenza da parte di tutti. Tra l'altro Silvia ha fatto un'osservazione molto interessante; lei ci ha parlato di un nuovo prototipo di eroe, diverso dall'invincibile scudiero o dal principe azzurro, che sempre siamo abituati a sentire e ad ascoltare. Per domani voglio che ognuno descriva in inglese, ovviamente, chi è l'eroe al giorno d'oggi- 

Anche la campanella dell'ultima ora di lezione suonò, finalmente! Mi preparai e uscii dalla classe con lo zaino in spalla, e una grande voglia di allontanarmi dal carcere, più comunemente chiamato "scuola".

Mentre percorrevo il corridoio, sentii dei brusii dal gruppetto di Marco, Serena e gli altri, ma feci finta di niente.

- Ragazzi, lo sapete che la contadina oggi ha fatto un discorso quasi filosofico!?!- disse in modo giulivo la mia ex migliore amica. Tutto il gruppo si mise a ridere, indicandomi come se avessi compiuto qualcosa di scandaloso; tutti risero, tranne Marco che continuava a guardarmi con aria interrogativa. 

Ben presto tutto il corridoio sentendo le risa del gruppetto "in" della scuola, si misero a prendermi in giro sul fatto che adesso da semplice ragazza me la tiravo, cercando di fare colpo sul prof di inglese.

TUTTI mi prendevano in giro, passare lungo il corridoio era diventato una tortura, vedevo tutti puntarmi il dito contro, senza che io avessi fatto niente; la ragazza dell'altalena aveva ragione: ci vuole molto coraggio a differenziarsi dalla massa. Oggi l'essere intelligente, viene concepito come un difetto, qualcosa di cui vergognarsi, quando in realtà è una delle maggiori virtù che ci eleva e che ci rende unici. Ariana lo aveva capito, infatti lei non si era venduta alla massa, aveva cercato di essere quel puntino rosso circondata da persone grige, senza personalità. Questo però l'ha portata ad essere una ragazza solitaria. 

Io al contrario di lei non sono sola, sono per mano con Beatrice che percorre il corridoio con me, senza aver paura del giudizio degli altri.  Ora le risa mi appaiono solo come un eco lontano, mentre la voce di Bea che mi dice che non sono da sola mi rimbomba nell'orecchio come un tuono che disturba la quiete.

- Non devi aver paura, l'intervento che hai fatto in classe è stato molto bello. Ha fatto molto riflettere e sinceramente credo che tutti l'abbiano apprezzato, ma tutti sono così annebbiati dalla paura di essere diversi per accettarlo- 

- Grazie Bea, sei speciale-  le dissi abbracciandola  - Ora scusa ma devo andare che tra un'ora ho un appuntamento molto importante.- 

- Di niente, grazie a te di essere mia amica- rispose sciogliendo l'abbraccio creatosi con un sorriso sulle labbra.

Detto ciò mi avviai a casa cosciente di avere solo un quarto d'ora per prepararmi e farmi trovare sotto casa di Marco, per leggere insieme a lui i segreti di Ariana.

Mentre camminavo, l'unica cosa che mi ripetevo era: " ovunque tu sia ragazza dell'altalena, io ti troverò, promesso mia eroina"



LA RAGAZZA DELL'ALTALENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora