Inutile dire che la cena fu dominata da un silenzio carico di tensione. Federico parlava del libro che aveva appena finito di leggere, mentre io e miei ci limitavamo ad annuire con un debole accenno di sorriso.
Finita la cena, mi recai nella mia stanza e mi sedetti davanti alla scrivania. Sul tavolo vi erano solo il diario di Ariana e un foglio bianco con l'intestazione di un tema, o meglio DEL tema che tra pochi mesi dovrei consegnare per partecipare al concorso di scrittura.
Ero stata tradita, ma non capii dove avessi sbagliato; Ariana, la mia unica vera guida, colei sulla quale contavo, mi aveva tradito. Non avevo mai avuto una grande autostima, ma la ragazza dell'altalena era riuscita a farmi sentire importante; per la prima volta mi ero sentita parte di qualcosa; mi ero quasi illusa di essere indispensabile a qualcuno, quando in realtà quel qualcuno non faceva altro che usarmi.
Francamente non sapevo se ero più delusa dal tradimento o dalla scoperta su Federico.
Avevo mille domande e zero risposte.
In questo momento vorrei essere un eremita, stare da sola e riflettere su chi sono e su chi voglio essere; voglio solo che nella mia testa regni il silenzio, ma non il silenzio vuoto delle persone vuote. NO, voglio stare in quel silenzio che ti conduce lungo un sentiero di bellezza e che ti porta a scoprire la Verità, quella immutabile ed eterna.
Al contempo però sapevo anche che il silenzio mi spaventava molto poichè sei tu davanti a te stessa, senza alcun disturbo.
Finalmente decisi di prendere in mano il diario e iniziare a leggere la vita della traditrice.
Il perchè lo feci? Non lo so nemmeno io. Probabilmente per convincermi che lei fosse cattiva; perchè nonostante tutto, io la ammiravo ancora molto e continuavo a considerarla la mia stella polare.
In fondo mi aveva dato tanto. In questi mesi ero cresciuta molto a livello umano e molte persone se ne sono accorte.
In primis io! Durante questo cammino ho imparato a non dare nulla per scontato poichè ogni respiro che emettiamo è un dono di un'entità lassù che i cristiani chiamano Dio, i greci lo chiamano Fato, mentre io lo chiamo Amore.
I miei pensieri vennero interrotti però dai miei genitori, che da manuale, entrarono nella mia camera per parlarmi.
- Silvia, so che sei sconvolta per quello che è successo, ma lasciaci spiegare- mi supplicò mia mamma
- Sono tutta orecchi- risposi sarcasticamente ai miei genitori che nel frattempo si erano accomodati sul mio letto
Mio padre mi lanciò un'occhiataccia; non gli era mai piaciuto il sarcasmo, ma a parer mio era la miglior arma di attacco ma al contempo la miglior difesa.
- Sai la storia dell'incidente dei genitori di Ariana e Marco?-
- Si, Beatrice me l'ha raccontata; per favore andate al sodo-
- Ecco, come ben sai i genitori di Ariana sono morti mentre i tre bambini si sono salvati. Tutti e tre vennero abbandonati in una casa famiglia. Dato che sia io e tuo padre facevamo i volontari in questa casa famiglia, vedemmo anche i tre bambini. In particolare ci innamorammo di Federico: era così piccolo e così indifeso che dopo un anno di burocrazia riuscimmo ad adottarlo-
- Quindi Fede era il fratellino piccolo di Ariana giusto, mamma?-
- Esattamente tesoro. Passarono gli anni e decidemmo di iscriverlo ad un asilo privato. Le suore che lo gestivano si accorsero del lieve ritardo celebrale che aveva, che secondo gli psicologi era dovuto al trauma subito dall'incidente di quella notte. Ovviamente essendo piccolo non si ricordava niente, ma qualche frammento nell'Es del cervello è rimasto. Così decidemmo di iscriverlo alle elementari di Groviledo, che come ben sai, si occupano di dare una preparazione base a questi tipi di ragazzi. Insomma, tutto scorreva liscio fino a 3 mesi fa, quando venne a bussare alla nostra porta Ariana che ci spiegò chi fosse e tutta la storia. La nostra reazione inizialmente fu di spavento alla richiesta di Ariana di far conoscere la verità a Federico, ma poi ci venne un'idea. Giungemmo a un compromesso: sarebbe diventata tua amica per poi un giorno presentarla a Federico, e poi piano piano gli avremmo detto la verità-
-Fatemi indovinare... il piano andò in fumo quando lei scappò circa due settimane fa lasciando solo un altro problema alla famiglia: io, che ero talmente invaghita dalle sue parole, dai suoi pensieri che manco mi sono conto di essere un burattino nella mani di pazzi- Sbottai in fine in preda alla collera.
Dal nervoso piansi e girai la stanza per almeno 3 minuti fino a quando mi ricordai dei miei due ospiti non graditi in camera.
- Fuori per favore- dissi a bassa voce cercando di trattenere tutta la rabbia
I miei senza troppe opposizioni uscirono, lasciandomi sola nel mio baratro di tristezza.
Se dovessi descrivere l'emozioni che provai, non saprei nemmeno io come definirle.
Mi sedetti sul pavimento e iniziai a leggere il diario di Ariana. Sapevo che anche lei soffriva e questo mi fece sentire un po' meglio. Ero masochista? No, non credo. So solo che il non essere soli ci fa sentire meglio; sia nella buona, sia nella cattiva sorte.
Più pianifichi il tuo futuro, più esso si diverte a mischiarti le carte in tavola; più sei felice, più dolore provi dopo; più sei triste, più pensi a quanto eri fortunato ad avere tutto, senza però mai accorgerti di niente.
Ironia della sorte: io, la persona che diffondeva più omertà di tutti quanti, mi ritrovo a chiedere aiuto a chiunque sia disposto a salvarmi dal baratro in cui sto precipitando sempre più velocemente
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LA RAGAZZA DELL'ALTALENA
SpiritualeIl nostro essere è determinato anche dal giudizio delle persone che ci circondano. Questa è una delle teorie che la psicologia avanza, e da quando la ragazza dell'altalena mi disse questa frase, essa rimase fissa nella mia testa. Non c'è persona im...