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Jace

Mi sono svegliato con un mal di testa atroce, con ancora i vestiti di ieri addosso e senza alcun ricordo di come sono finito nel mio letto. Sono corso nel bagno a vomitare l'anima e dopo essermi guardato allo specchio ed essermi spaventato del mio riflesso,mi sono precipitato a fare una doccia fredda, ghiacciata,cercando di risvegliare la mente e capire che cazzo fosse successo.

Mi ricordo di aver iniziato a bere dopo la visita dei miei genitori. Si sono presentati senza preavviso alla porta di casa verso l'ora di cena,probabilmente sapevano che se mi avessero detto che avevano intenzione di venire non mi sarei fatto trovare. Mia madre era diffidente, sembrava voler essere cauta con ogni parola e gesto,non si è avvicinata come la prima volta che mi ha visto e ho preferito così.
Dopo la discussione che abbiamo avuto non ci siamo più sentiti, mi ha chiamato una volta mio padre annunciandomi che si sarebbero fermati in città per un po, per riunire la famiglia,non ha ancora capito che non c'è più nessuna famiglia, loro l'hanno distrutta molti anni fa. Mi ha solo fatto innervosire e mi ha rovinato la serata. Se non fosse stato per Kathe probabilmente sarebbe finita nello stesso modo di ieri sera,avrei cercato di annegare le mie colpe e paure nell'alcol.
Lo so che è sbagliato, ma ieri hanno avuto il coraggio e la faccia tosta di venire da me,come se niente fosse. Mio padre con la sua solita freddezza mi ha praticamente ordinato di andare con loro da lei, dopo tutti questo mesi pensano di potersi presentare in quella che ormai non è neanche più casa loro e ignorare tutto quello che ho passato,fregandosene altamente di quello che significherebbe and la lei. Dicevano che glielo devo, era una mia responsabilità,che sarei stato un insensibile a rifiutare e avrei distrutto completamente la nostra famiglia.
Sono scoppiato in una risata amara,che mi ha riscosso le ossa. Gli ho guardati dritti negli occhi senza tentare di nascondere il disgusto e lo sdegno che provo nei loro confronti e non mi sono trattenuto nemmeno nel rivelare quello che pensavo. Ho detto a quelli che dovrebbero essere i miei genitori di non permettersi mai più di ordinarmi qualcosa,loro non hanno più nessun diritto su di me,l'hanno perso quando mi hanno lasciato tra le grinfie della vita e ho dovuto imparare a cavarmela da solo. E non hanno tantomeno il diritto di far leva sui miei sensi di colpa, perché è esattamente quello che stavano facendo,volevamo costringermi utilizzando i miei punti deboli, ma non sanno che mi odio talmente tanto per quello che è successo ,che ormai niente è più in grado di scalfirmi o farmi del male,tranne me stesso.
Gli unici responsabili della distruzione della nostra famiglia sono coloro che l'hanno creata,ma ormai è troppo tardi per tornare indietro.
Ci sono delle ferite che ti marchiano per sempre e quelle cicatrici fanno parte del mio cuore.
Ho detto loro di andarsene da casa mia e dalla mia vita. Mia madre è scoppiata in lacrime sussurrando scuse a cui nemmeno lei crede,mentre mio padre,per la prima volta nella sua lunga e misera vita,è rimasto in silenzio. Forse consapevole dei suoi sbagli,quell'uomo abituato ad intimidire le persone è stato zittito dal suo stesso figlio.
Mai era successo che uno di noi osasse rispondergli, ma è da anni che ho capito che a loro non devo nessun rispetto.
Così,quando sono finalmente usciti dalla porta, sono sceso in cantina dove tengo la quantità inaudita di scorte di alcol, ho preso una bottiglia del mio amato Jack Daniel's e da buon masochista che sono,ho iniziato a berla affogando nell'alcol ogni mio senso di colpa.

Ma quando i ricordi hanno iniziato a riaffiorare lo sdegno che provo per me stesso è solo aumentato,facendomi sentire un vero e proprio schifo. Il modo in cui ho trattato James, è arrivato dopo che gli avevo inviato un semplice messaggio

<Sono venuti a casa mia>

Non ho specificato chi o quando,non è stato necessario,lui ha capito,mi ha capito e appena l'ho inviato si è precipitato da me e da buon migliore amico,ha tentato di calmarmi e farmi ragionare.
Io invece, da persona di merda che sono, non ho fatto altro che insultarlo e tentare di allontanarlo da me. Ha provato a farsi spiegare cosa fosse successo,ma dubito che le mie parole biascicate e dette alla cazzo abbiamo reso la situazione. E poi è arrivato lui,il fratello perfetto, quello amato da tutti. Il preferito dai miei genitori, dagli amici dei miei,dai professori, dai parenti e perfino da lei,la mia Kathe.

Lacrime del cuore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora