14

13K 521 21
                                    

Prendo la macchina e accelero sfrecciando tra le strade di Miami.
La mia forte presa sul volante mi sta facendo diventare le nocche bianche,ma piano piano la tensione si allenta.

Guardo dritto davanti a me,la strada che scivola sotto le ruote, le luci delle case che sfumano, tutti gli addobbi natalizi e qualche finestra da cui si scorgono persone felici, realmente felici,non come lo eravamo noi fino a qualche ora fa.

Cosa pensavano i miei genitori?
Che bastava tornare per qualche giorno, giocare alla famiglia felice e chiedere scusa, per avere il mio perdono?

Ho passato l'inferno in questi anni e loro non si sono minimamente preoccupati per me.
Ogni tanto ricevevo qualche chiamata dai miei fratelli, ma nient'altro.

Ma con quest'ultimi non sono arrabbiato. Loro si sono presi cura di me,ma non potevano trascorrere tutta la vita qui,bloccati dalla responsabilità di fare da genitori. Hanno preso le loro strade,scelto i college e si sono costruiti una vita.
Non li biasimo per essersene andati.
L'avrei fatto anche io.
Ma loro li hanno avuti dei genitori che li amavano,o almeno ci provavano,hanno iniziato a viaggiare per il lavoro di mio padre quando loro erano già abbastanza grandi.
Gli unici che non hanno goduto del loro affetto siamo io e Jared,ma poi anche lui se n'è andato,seguendoli in giro per il mondo.

L'unico dei miei fratelli per cui provo rancore è lui,il mio fratello gemello.
Ha provato quello che ho provato io,sapeva cosa significasse essere soli,non avere una famiglia che ti ama,dover crescere senza una guida,eppure se n'è andato lo stesso.

Mi scriveva e chiamava tutti i giorni inizialmente,ma la mia rabbia aumentava di giorno in giorno.
Mi aveva lasciato anche la persona di cui più mi fidavo, eravamo io e lui contro il mondo e poi mi sono ritrovato completamente solo.

Ma c'è una cosa per cui non li perdonerò mai,nessuno di loro.
Dovevamo starmi accanto dopo quella notte,dovevano aiutarmi a scacciare i miei incubi,dovevamo piangere insieme e rimanere uniti.
Invece hanno preferito scappare dalla realtà,immergersi nel lavoro e nascondersi nelle loro illusioni.
E io mi sono ritrovato a piangere da solo,senza nessuno che mi asciugasse le lacrime,mi abbracciasse e mi dicesse che andrà tutto bene.

Quella notte io piansi, piansi tutto il dolore,la rabbia,la frustrazione e la tristezza che mi tormentava.
Piansi le lacrime che non avevo mai avuto il coraggio di lasciar andare.
Per la prima volta piansi,ma non mi sentii meglio e più leggero, quelle lacrime erano parte del mio mare ghiacciato e sono state strappate dai miei occhi con violenza.

Il mio unico desiderio è quello di tornare indietro e dimenticare ogni notte passata a pensare cos'avessi di sbagliato,perché nessuno riusciva a rimanermi accanto,senza scappare.
Ore in cui guardavo il soffitto chiedendomi perché allontano le persone quando vorrei solo averle vicine,vorrei qualcuno che mi capisca e mi ascolti.

E una persone c'è.
Lei.
Con i suoi occhi riesce a leggermi dentro, a tirare fuori il peggio e il meglio di me, capisce cosa provo,come mi sento.
È l'unica che riesce a leggere tra le righe di ogni mia frase, vede il significato di ogni parola.
Eppure l'ho sempre respinta, timoroso che riuscisse navigare nel mio mare ghiacciato, superando ogni scoglio, ogni onda fino ad arrivare dritta al cuore.
E quando arrivi nel fondo dell'oceano, poi non puoi più andartene.

Se la lasciassi nuotare fino a raggiungermi non riuscirebbe più a tornare a galla.
Destinati ad affondare se stiamo insieme.
E questo non posso permetterlo.
Lei deve volare in alto nel cielo,tra le sfumature del tramonto e dell'alba.
Solcando i mari di ogni colore senza mai sprofondarvi al suo interno.

Ma io avrei bisogno di trascinarla con me fino a sfiorare la sabbia, contare ogni granello bagnato, facendolo scorrere tra le dita.
Ma come farei poi a lasciarla risalire se si stancasse di esplorare il mio oceano, pieno di insidie e pericoli?
Dove troverei la forza di guardarla raggiungere la luce dal fondo del mio cuore?
Veder sparire il luccichio dei suoi occhi,l'unica scintilla che illumina il fondo dell'oceano,che illumina il mio cuore,lasciandomi nell'oscurità più tetra e solitaria.

Ne rimarrei distrutto, completamente a pezzi, il sottile filo che lega la mia anima svanirebbe nel nulla e non sarei in grado di alzarmi.
Non ho la forza di perdere qualcun altro e per questo, preferisco respingerla,respingere chiunque rischi di far breccia nel mio cuore.

Prendo il cellulare e digito velocemente

Dove sei?

Non sono di certo il tipo da convenevoli

Al Glamour

Sterzo bruscamente e in cinque minuti arrivo davanti al grande locale.
È sempre pieno di gente,ogni sera.
Sorpasso la fila e vado dritto verso l'entrata suscitando un boato di dissenso da coloro che probabilmente saranno li da ore ad aspettare di essere scelti per entrare

"Jace,che cazzo ci fai qui a Natale? "

Saluto il bodyguard con una pacca sulla spalla

"Ho bisogno di svagarmi un po"

Annuisce

"Vaffanculo,non può saltare la fila,siamo qua da mezz'ora noi"

Ci mancava solo il rompicoglioni di turno.
Sto per rispondergli quando vengo preceduto

"È meglio che te ne torni a casa,tanto tu da qui non entri"

Il ragazzo esce dalla fila e si avvicina a noi. È piuttosto alto e grosso,ma ne ho visti di meglio

"Che cazzo hai detto?" Sibila

Ha gli occhi rossi,probabilmente è fatto.

"Vattene" ringhio

Posa il suo sguardo su di me
Il bodyguard si mette al mio fianco.
Probabilmente il ragazzo voleva dire qualcosa,ma poi ci ripensa passando lo sguardo da me a lui.

"Vaffanculo" urla prima di voltarsi e andarsene, dando un calcio ad un cestino

"Ci vediamo dopo"

Do una pacca al bodyguard,non mi ricordo il suo nome,ne conosco troppi per riconoscerli tutti e di solito sono troppo ubriaco per tenere a mente qualche nome

"Cerca di non ridurti troppo male"

Non rispondo,ma è esattamente ciò che ho intenzione di fare.
Mi immergo nella folla sudata e mi dirigo al bancone.

"Finalmente! Dove cazzo eri finito"

Saluto quel ragazzo che mi guarda da seduto sulla sedia girevole.
Ha un enorme sorriso stampato in volto e un bicchierino di whisky che rigira in mano.
Quel sorriso è luminoso,in contrasto con i tatuaggi scuri che gli danno un aria misteriosa.
Ma quel ragazzo è un mistero,sembra nascondere così tanti segreti e ogni tanto,si perde nel vuoto tra i suoi ambigui pensieri.

"Caleb"

Mi siedo accanto a lui

"Dove hai lasciato la tua famiglia?"

"A fanculo"

Il sorrisetto non svanisce,ma non fa altre domande.
Per questo mi piace uscire con lui,sa ascoltarti se hai bisogno,ma non è mai invadente e quelle poche volte che fa il serio, ti dice esattamente quello che vorresti sentire.



Scusate per l'attesa, ma oltre al poco tempo che potevo dedicare alla storia, ho avuto anche problemi con il capitolo che continuava ad eliminarsi, così l'ho spezzato in due,la continuazione è nel 15.

Un bacio e buona lettura♡

Lacrime del cuore 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora