È la quarta volta che Ashton fa su e giù per le scale di casa e la cosa inizia a infastidirmi parecchio; sbuffo e levo dalla bocca di Calum il termometro per controllarlo con minuziosa cura. Segna ancora 38 gradi e mezzo.
«Sembra leggermente meglio di ieri. Ti va qualcosa da mangiare?» Glielo chiedo pizzicandogli delicatamente la guancia, ma quando scuote la testa per l'ennesima volta, alzo gli occhi al cielo. «Non puoi prendere la medicina a stomaco vuoto, te l'abbiamo già detto mille volte.»
Calum borbotta in solitudine, allungando una mano fino a raggiungere il tavolino sul quale è posato il telecomando della televisione; dal divano mi alzo qualche secondo più tardi, cercando Ashton con lo sguardo. Sembra essersi volatilizzato, così entro in cucina solo per preparare al volo un panino e tagliarlo a metà per non buttarlo via del tutto nel caso avanzi.
«Non ho fame, Hayden.» Calum mi osserva prendere nuovamente posto al suo fianco, lasciandomi qualche secondo con una metà di panino sospesa in aria.
«Solo questa, per favore. L'altra la mangio io.» Sbuffa, ma alla fine obbedisce e non nasconde nemmeno la smorfia di disgusto al primo morso. Qualcosa cade nelle vicinanze delle scale. «Ashton, per la miseria, che diavolo stai facendo? Giuro su Dio che se ti vedo fare di nuovo su e giù ancora una volta, ti scaravento contro la poltrona.»
«Non trovo il caricabatterie.» Replica Ashton, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e non fosse minimamente spaventato dal tono con cui l'ho minacciato.
«Forse non è al piano di sopra, che dici?» Lo rimbecco, stando bene attenta con la coda dell'occhio che Calum beva la sua medicina senza sprecarne neanche una goccia. Strizza gli occhi disgustato prima di concentrarsi nuovamente sulla televisione.
«Il garage!» Esclama Ashton, correndo lungo il salotto e spalancando la porta di casa; Calum impreca, io finisco l'altra metà del panino. Luke compare qualche minuto più tardi, con una busta di carta stretta tra le mani.
«Toccava a te controllare che Calum pranzasse.» Luke mi sorride prima di abbassarsi e baciarmi la guancia rumorosamente.
«Sono andato in farmacia; siamo a contro di antipiretici» si scusa, scuotendo la busta. «Come sta?»
«Meglio, ma non è ancora scesa del tutto. Fino a poco fa era a 38 e... Ashton, no!» Mi alzo talmente in fretta dal divano che un paio di cuscini rotolano suoi piedi di Luke. Ashton stringe tra le mani un casco nero e uno rosso gli penzola dall'incavo del braccio.
«Scusa, come pensi di arrivare da mia madre? Nuotando?»
«Quale parte di non salirò più su quella tua maledetta moto non ti è ancora chiara?»
«Nel caso in cui non te ne fossi accorta, Hayden: io non ho una macchina.» Ribatte Ashton, aggiustando il casco perché non finisca a terra.
Calum, steso sul divano, sta borbottando qualcosa, ma nessuno di noi gli presta attenzione. Solo alla quarta volta capisco che ci sta dicendo di prendere il suo pick up perché con l'influenza che si ritrova, dubita che potrà uscire di casa.
Vorrei quasi gettargli le braccia al collo, ma mi rendo conto che è ancora contagioso e gli sono già stata abbastanza vicino così. Ashton sbuffa, ma non può fare altro che cedere, chiedendo dove abbia nascosto le chiavi.
Passano altri venti minuti prima che Ashton sia finalmente pronto ad andare; faccio le ultime raccomandazioni a Calum e a Luke, fino a quando Ashton non suona violentemente il clacson per la seconda volta. È Luke a spingermi fuori di casa, salutando Ashton con un cenno della mano.
«Cercate di non uccidervi.» Vorrei persino prometterglielo, ma mi limito a sbuffare e a raggiungere il pick up.
Scopro che Frankston dista quasi cinquanta minuti da Melbourne ed è proprio Ashton a dirmelo, non appena lasciamo il centro della città. Non conosco il posto in cui stiamo andando, ma in un moto di confidenza, Ashton mi dice di esservi cresciuto. Arriccio il naso quando l'abitacolo sempre profumato del pick up inizia a odorare di fumo.

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UNPREDICTABLE
Fanfiction«Io non lo so che cosa c'è tra di noi e probabilmente vorrei che nemmeno ci fosse niente. Io e l'amore non andiamo d'accordo.» Mi mordo le labbra alle sue parole e non mi rendo conto che la mano di Ashton ha raggiungo la mia guancia. «L'amore è anch...