capitolo 20

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Ashton ed io ci incrociamo dopo colazione, giusto per un paio di secondi prima che una delle ragazze che ha acconciato i capelli di Marie mi rapisce senza che abbia il tempo di chiedere come mai. Mi ritrovo seduta su una poltroncina di velluto nera, con un arricciacapelli rovente fin troppo vicino al viso.

«Non credevo...»

«Marie ha detto che avremmo potuto occuparci anche di te» la ragazza bionda mi sorride così largamente che ho quasi timore di aprire bocca e chiedere ulteriori informazioni. «Penso proprio che un po' di movimento non li guasterebbe.» Impiego qualche secondo a capire che non è a me che si sta rivolgendo, ma ai miei stessi capelli come se fossero delle persone fisiche presenti nella stanza.

«Oh, va bene.» Mormoro semplicemente, osservando poi la porta aprirsi e richiudersi in fretta.

La ragazza bionda prende a dividermi i capelli in piccole ciocche, poi le fissa con dei becchi d'oca perché non le diano fastidio. Un'altra signorina, Serena apprendo chiamarsi, sta armeggiando invece con qualcosa all'interno di una grande borsa bianca. Non sono ancora né vestita, né truccata.

«Chiudi gli occhi, tesoro» obbedisco senza pensarci su troppo, rimanendo il più immobile possibile. «Dimmi: di colore sarà il tuo vestito?» Non ricordo esattamente il nome con il quale Lydia ha chiamato quella sfumatura e devo pensarci su fin troppo, sotto lo sguardo attento di Serena.

«Carta da zucchero!» Esclamo infine. «Almeno... credo.»

«Ma certo, adorabile.» Cinguetta Serena.

Passa poco tempo prima che le ciocce di capelli mi si posino leggere e calde sulle spalle, devono essere arricciate alla perfezione. Vorrei controllare, ma Serena è impegnata a tracciarmi una riga di eyeliner sugli occhi.

«Ora apri e guarda verso il basso.» Obbedisco di nuovo, finendo con il fissarmi i pantaloni del pigiama che ancora indosso. Serena avvicina lo scovolino del mascara prima all'occhio destro e poi al sinistro.

Le due ragazze finiscono insieme e quando riesco finalmente ad alzare gli occhi verso lo specchio, quasi non mi riconosco. Ho i capelli voluminosi e leggermente ondulati. Non hanno niente a che vedere con i disastri che combina Kate, questi sono morbidi, lineare e per niente gonfi di crespo. Noto un piccolo fermaglio blu scuro tra di essi con una piccola pietra che sembra catturare ogni minima luce presente nella stanza.

Persino i miei occhi sono cambiati; sono allungati, eleganti, profondi e le ciglia sembrano infinitamente lunghe e ricurve grazie alle passate di mascara. Un ragazzo entra nella stanza con il mio vestito posato tra le braccia e me lo porge con un sorriso a dipingergli il viso.

«Vediamo come ti sta.»

Annuisco per quella che mi sembra l'ennesima volta e lascio che le due ragazze escano dalla stanza prima di obbedire. Sono talmente nervosa che potrei benissimo essere io quella in procinto di sposarsi. Sfilo però il pigiama stando attenta a non rovinare il lavoro di nessuno e indosso il vestito, lasciandolo scivolare lungo il corpo. Non ho idea di dove siano le mie scarpe, così esco dalla stanza a piedi nudi e con la schiena scoperta perché non riesco ad allacciare la lampo fino in cima.

«Qualcuno ha visto le mie...» lo stesso ragazzo di prima mi porge le scarpe come se le avesse avute tra le mani per tutto il tempo.

«Sei bellissima, ma manca il tocco finale» la ragazza bionda rovista di nuovo nella sua borsa bianca, poi mi porge un rossetto dorato. «Solo quando sarai realmente pronta. A nessuno piace vedere il colore sbavato.»

«Grazie di tutto, siete stati gentilissimi.» Sorrido nella loro direzione, ma qualcuno chiama tutta la troupe a rapporto; Marie ha ancora bisogno di loro.

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