capitolo 31

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Devo ancora decidere se sia stata io a finire contro lo sterno di Luke dopo aver compiuto un passo indietro o se invece sia stato lui ad avvicinarsi tanto da posarmi entrambe la mani sulle spalle. Ha persino smesso di fischiettare; forse andandogli addosso ho interrotto la sua performance.

Accade tutto come in uno squallido film, uno di quelli in cui la scena va vissuta a rallentatore. Forse lo immagino solamente o forse il braccio di Ashton si è davvero mosso lentamente così come l'ho visto.

Il suo sorriso si ritira lentamente e sulle sue labbra non c'è più traccia di esso, tutto il contrario. Si sono assottigliate fino a stringersi in una linea dura. Non sono poi così vicino a lui, ma il guizzo sulla sua guancia non mi sfugge.

È Luke a rompere il silenzio e in questo momento la sua voce mi sembra persino così alta da farmi tremare le orecchie. Il nome di Malia però lo pronuncia solo in un sussurro.

«Malia.»

Lo dice come se volesse appurare un suo dubbio personale, come se stesse quasi aspettando un cenno da parte della diretta interessata a dirgli che , è proprio chi lui pensa che sia. Ed è a casa loro, seduta accanto al suo migliore amico ed ex fidanzato.

Vorrei essere in grado di dire chi dei due si alzi prima dal divano, se Malia o Ashton stesso. È però lui a compiere il primo passo verso di me, con una mano tra i capelli a togliersi quelli più ribelli e fastidiosi dalla fronte. Lo vedo il modo in cui i suoi occhi cercano i miei, ma non ci casco e non ricambio lo sguardo. Malia, appena dietro di lui, è più interessante.

Muovo anche io i piedi, le mani di Luke mi scivolano dalle spalle e non cercano nemmeno di raggiungermi di nuovo. Ashton allunga una mano nella mia direzione, come a dirmi che va tutto bene. Pur di evitarlo sbatto la spalla contro il muro del corridoio perché niente va bene.

«Luke, io...» Ashton ha capito che da me non otterrà alcuna risposta e allora si rivolge a Luke, cercando probabilmente del sostegno che però non arriva.

«Che cosa fa lei qui?»

È la stessa domanda che vorrei porre anche io, ma non mi azzardo ad aprire bocca. Malia raggiunge Ashton, restando al contempo a debita distanza. Incrocio gli occhi di Ashton per una frazione di secondo e lo vedo che dentro di essi c'è qualcosa che assomiglia vagamente al panico, come se non avesse più tutto sotto controllo, come se qualcosa gli fosse sfuggito nel momento stesso in cui ho aperto la porta di casa.

«Io...» Ad Ashton mancano le parole e per una volta, sono contenta che sia così. Non ho nemmeno interesse nel sentire ciò che ha da dire.

«Sono venuta a portare il regalo di compleanno per Sam» è Malia quindi a intervenire e la sua voce mi risulta così fastidiosa alle orecchie che chiudo persino gli occhi. «Avevo intenzione di lasciarlo ai miei genitori, ma ho avuto un imprevisto e non ho fatto in tempo. Oggi passavo da queste parti e...»

«Dovresti andare via, Malia.»

La voce di Luke non è brusca quando la interrompe, non è nemmeno maleducato mentre lo fa. Le sta semplicemente suggerendo la cosa giusta da fare. Malia deglutisce e poi annuisce, quasi fosse davvero consapevole di essere nel torto.

«Non era mia intenzione creare problemi.»

Vorrei dirle che forse avrebbe dovuto pensarci prima di varcare la porta di casa e sedersi sul divano come se niente fosse, che non ci si presenta a casa dell'ex fidanzato per lasciare uno stupido regalo di compleanno per un fratello che ha compiuto gli anni una settimana fa.

Vorrei io stessa accompagnarla fuori di casa, così da essere ben sicura che la porta sbatta alle sue spalle, a farle capire che qui non è la benvenuta, che i suoi problemi non servono a nessuno, che avevo appena iniziato a sentire Ashton così vicino da farmi male al cuore.

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