capitolo 27

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Accompagno Luke a fare la spesa il mattino seguente per svariati motivi, primo tra i quali il pessimo pessimo umore di Ashton, rimasto a casa con il chiaro compito di lavare i piatti e fare il bucato. Luke guida il pick up di Calum con calma, senza nessuna fretta di raggiungere la destinazione; anche questa volta dimentico di chiedergli come mai la sua auto sia costantemente dal meccanico. La musica che ci accompagna è diversa dal solito, persino la voce di Luke è intonata.

Il parcheggio non è gremito come ogni domenica e impieghiamo ben poco tempo nel trovare posto vicino all'entrata. Luke slaccia in fretta la cintura di sicurezza, estrae le chiavi e si volta verso di me strofinandosi le mani le une contro le altre. Scoppio a ridere a quel suo gesto perché proprio non mi capacito di come possa trovare divertente fare la spesa per quattro persone.

«Lista?» Luke si aggiusta gli occhiali da sole tra i capelli, giocando con il gettone colorato che stringe tra pollice e indice; estraggo diligentemente dalla tasca posteriore dei jeans un bigliettino tutto spiegazzato.

«Eccola.» Gliela sventolo sotto il naso e lui mi regala un occhiolino di intesa, prendendomi poi sottobraccio e conducendomi alla postazione dei carrelli.

È lui a fare strada e osservo il suo metodo meticoloso di fare la spesa; non si limita a ciò che si trova scritto sulla lista, percorre i corridoi con attenzione, spulciando tra gli scaffali e perdendo così tempo in azioni non necessarie. A nessuno di noi è mai concesso sapere quanto l'operazione spesa durerà.

Spingo il carrello con la lista in mano e mi rendo conto che in realtà non c'è molto di cui abbiamo bisogno; leggo però ad alta voce ogni articolo e quando abbasso gli occhi sul contenuto del carrello stesso quasi strabuzzo gli occhi. È già mezzo pieno e sono solo alla seconda riga. Questo potrebbe essere utile e lo so che quando ci servirà poi dovrò uscire a comprarlo.

Una ragazza dai capelli rossi urta il nostro carrello per quella che deve essere la seconda volta e sono piuttosto sicura che lo stia facendo di proposito per attirare l'attenzione di Luke, che è però troppo concentrato nel leggere gli ingredienti su una confezione di tisane per rendersene conto.

«Luke, fai sul serio?» Seguo con lo sguardo la ragazza, perdendola quando svolta in una corsia sulla destra. Lui si volta nella mia direzione, indeciso se aggiungere ciò che ha tra le mani o se posarlo nuovamente sullo scaffale. È con un'alzata di spalle che lascia cadere la confezione di tisane dentro il carrello.

«Come?» Replica confuso; con un cenno del capo indico la fine del corridoio.

«Quella ragazza ha cercato di investirmi più volte, vuoi deciderti a dirle almeno un ciao?» Luke aggrotta le sopracciglia, voltando il capo prima a destra e poi a sinistra.

«Di che diavolo parli?»

«Sei tanto bello quando stupido, amico mio» borbotto, dandogli una gomitata all'altezza delle costole. «La prossima voce dice latte o almeno credo... Calum dovrebbe smetterla di scrivere in questo modo, ma che lingua è?» Luke sogghigna, ma fa strada lungo la corsia. La solita ragazza dai capelli rossi è intenta a osservare degli yogurt.

Luke recupera due cartoni di latte e aspetta che io spunti l'articolo sulla lista per passare oltre. Non capisco quale sia il prossimo e mi ritrovo a sbuffare frustrata. Luke nel mentre si muove nella stessa direzione della ragazza che lo osserva, ma sta ben attenta a non essere colta in fallo; Luke sembra semplicemente affascinato dai colori dei vasetti di yogurt.

«Lukey, no! Lo sai che quelli al caffè non li mangia nessuno, ti prego!» Alzo la voce senza nemmeno rendermene conto, ma Luke sobbalza sul posto e ripone immediatamente la confezione all'interno del banco frigo. La ragazza sorride e mentre io osservo Luke, mi domando come possa davvero essere tanto cieco.

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