In città piove ininterrottamente da quasi due giorni e la cosa mi sta spazientendo; sono costretta tra le mura di casa se non per uscire e andare a lezione. A Luke e a Calum non sembra importare più di tanto se ci sia il sole o piova; nemmeno ad Ashton, che però ha la febbre da ormai qualche giorno.
Tra di noi c'è un imbarazzo strano, ma sono io a essere a disagio, nonostante Ashton sembri sparire ogni qualvolta qualcuno entra in una stanza, diventano prima silenzioso, poi irrequieto per infine volatilizzarsi del tutto.
L'ho appena lasciato dopo avergli controllato la temperatura con l'unico termometro presente in casa; scendo le scale quasi di corsa perché devo studiare e lo devo fare anche in fretta. In cucina non c'è mai del caffè pronto e non riesco nemmeno a trovare i filtri per prepararne un po'. Solo dopo aver perso più tempo del necessario ricordo che Luke li ha ritirati in uno dei pensili più alti della dispensa, rendendomi il compito più difficile del previsto. Qualcuno ha caricato la lavastoviglie più del necessario perché qualcosa al suo interno sbatte continuamente.
Mi siedo a capotavola, legando i capelli in una coda alta perché non mi diano fastidio sul viso; c'è un segnalino verde sul mio libro, è proprio lì che devo rimettere gli occhi e continuare il mio studio. Il rumore della pioggia che batte contro i vetri mi calma persino l'umore e riesco a concentrarmi meglio del solito.
C'è più colore su queste pagine che sugli album da disegno di Ashton. È il verde a prevalere ed è un buon segno perché per la mia mente significa che la maggior parte delle cose è ben impressa nella mia memoria. Il rosa pallido invece è in minoranza ed è quello a preoccuparmi. Prendo il portatile dal bancone della cucina e sento il telefono vibrare un paio di volte, segnalandomi l'arrivo di un paio di messaggi.
Lo ignoro per talmente tanto tempo che quasi mi dimentico che abbia suonato. Il campanello di casa però mi ricorda che forse avrei dovuto leggerne il contenuto perché mi ritrovo Michael sulla soglia di casa, con delle lacrime di pioggia a bagnargli le guance.
«Che cosa ci fai qui?» Glielo domando facendomi da parte per lasciarlo entrare ed evitare che si bagni più del necessario.
«Prima o poi riuscirò a capire perché hai un telefono se tanto non lo controlli mai.» Michael ribatte piccato e mi schizza il viso con le dita bagnate.
«Stavo studiando.» Mi difendo, osservando Michael posare il suo zaino a terra.
«Sei sola?» Domanda, sorpassandomi per raggiungere la cucina e prendere posto accanto alla mia sedia.
«No, Ashton è di sopra con la febbre» replico, allungando una tazza colma di caffè a Michael prima di sedermi nuovamente. «Luke e Calum credo siano in facoltà. Tu vuoi dirmi perché sei qui?»
«Passavo da queste parti, mi mancavi» sorride sornione. «Volevo fare due chiacchiere con te.» Aggiunge e questa volta so che non sta mentendo.
«Okay, parliamo» mi porto le ginocchia al petto, sedendomi scompostamente sulla sedia. «Però cominci tu.» Michael annuisce e prende un solo sorso di caffè. La tazza sembra diventare tutto a un tratto interessante perché non fa che fissarla.
«L'altro giorno è successa una cosa.»
«Ti ascolto.» Replico, lasciando a Michael tutto il tempo necessario per trovare il coraggio di parlare.
«Sono passato in caffetteria poco prima che chiudesse. Non c'era nessuno e Amber era ancora lì.» Questa volta mi guarda negli occhi ed io annuisco perché voglio che capisca che lo sto ascoltando attentamente. «Mi ero deciso, sai? Ero lì per chiederle di uscire, ci pensavo da giorni e avevo preso finalmente coraggio.»
«Cos'è successo?» Michael si morde il labbro per non sbuffare.
«L'ho salutata, le ho chiesto come stesse e poi ho iniziato a parlare a caso, come faccio sempre. Lei ha sorriso, ma guardava oltre la mia spalla, così mi sono voltato anche io. Un ragazzo stava entrando e le parole mi sono morte sulle labbra, come se non avessero più importanza.» So dove vuole arrivare e sono persino sul punto di alzarmi.

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UNPREDICTABLE
Fanfiction«Io non lo so che cosa c'è tra di noi e probabilmente vorrei che nemmeno ci fosse niente. Io e l'amore non andiamo d'accordo.» Mi mordo le labbra alle sue parole e non mi rendo conto che la mano di Ashton ha raggiungo la mia guancia. «L'amore è anch...