capitolo 16

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«Ashton?»

«Non è possibile» parla tra sé ed io non posso fare altro che fissarlo. Sono confusa e con la coda dell'occhio vedo Luke avvicinarsi e incrociare le braccia al petto, cercando forse il mio sguardo. «Non è vero.»

«Che succede?» È lui a porre la domanda, indicando con il mento la busta che Ashton ancora tiene tra le mani. Lo vediamo mordersi il labbro, trattenere il respiro e poi rilasciarlo.

«Mia madre.» Ce lo dice scendendo definitivamente gli scalini e tornando al nostro stesso livello. Luke freme dalla voglia di sapere, ma sembra che Ashton abbia bisogno del suo tempo per elaborare qualcosa che al momento non conosciamo.

«Mi stai spaventando.» Cede infine; Ashton alza lo sguardo su di lui, ma non incrocia il mio. Scuote di nuovo la testa e sembra che si stia davvero trattenendo dal fare qualcosa, come imprecare ancora o prendere a pugni qualcuno tra i presenti.

«È una partecipazione di nozze: si sposa.» Luke quasi si strozza con la sua stessa saliva mentre io poso la mano sul corrimano freddo accanto al mio, non volendo toccare Ashton. «Mia madre si sposa, capito?» Ripete, quasi volesse essere certo che sia chiaro a tutti.

«Tua madre... che?» Borbotta Luke, dando nuovamente la partecipazione di nozze ad Ashton, che schiocca la lingua e se la accartoccia tra le mani.

La mia espressione è un misto di curiosità e punti di domanda riguardo quella situazione e Luke deve rendersene conto perché mi trascina di nuovo sul divano, seguendo Ashton che invece siede sulla solita poltrona.

«Tre settimane appena» mormora dopo qualche secondo di illibato silenzio. «Sono stato da lei la settimana scorsa e non ne ha fatto parola.» Ashton sputa quelle parole come se fossero veleno, eppure non vi leggo odio.

Quando finalmente il suo sguardo incrocia il mio quasi sobbalzo, tanto è inaspettato quel gesto. Mi sento persino in colpa per non aver aperto bocca, ma non posso nemmeno rimediare perché Ashton si alza dalla poltrona e lo fa in fretta, lasciando a terra lo zaino ai piedi delle scale e salendo i gradini di volata. La porta della sua stanza si chiude con un tonfo; Luke impreca e sembra volergli correre dietro, ma cambia idea all'ultimo perché il suo telefono, rimasto in cucina, inizia a squillare a un volume irritante. Mormora un semplice va da lui prima di sparire.

Mi ritrovo a prendere un respiro e a obbedire alle parole di Luke; i gradini però li faccio con calma. L'acqua della doccia scorre inesorabile attraverso la porta socchiusa del bagno e dalla stanza di Ashton proviene una musica leggera. Questa volta non la spengo, mi siedo semplicemente sul bordo del letto, in attesa che Ashton compaia. È tutto stranamente in ordine, ci sono solo un paio di felpe appese all'estremità della sedia, come se si fosse dimenticato di appenderle nell'armadio.

Il suo MacBook è acceso sul letto e sullo schermo brilla una foto: due ragazzi, uno dei quali è indubbiamente Ashton. Deve essere stata scattata qualche anno fa, i suoi capelli sono molto più corti di adesso e sono schiariti dal sole. È persino abbronzato e tiene un braccio intorno al collo di un ragazzino di parecchi anni più giovane. Sorridono entrambi e una fossetta infantile sulla guancia li accomuna. È senza dubbio suo fratello, i lineamenti sono molto simili a quelli di Ashton.

Sto elaborando diverse teorie riguardo la partecipazione di nozze della madre di Ashton e tutte risultano una più confusa dell'altra. Lo sento entrare in camera proprio mentre ne sto pensando un'altra. Sobbalzo prima io e poi Ashton stesso, che di trovarmi qui non se lo aspettava minimamente. Si aggiusta i pantaloni della tuta sui fianchi e poi la canotta, leggermente umida come se non avesse avuto tempo di asciugarsi completamente prima di indossarla.

«Che diavolo ci fai qui?» So che non è realmente arrabbiato con me, è semplicemente stanco e le occhiaie sul suo viso devono essere state accentuate dalla doccia calda.

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