Capitolo 4

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Ci avviciniamo con passo felpato verso l'entrata della banca, ed una volta arrivate abbastanza vicine Ivy lancia sulle telecamere dei semi, dai quali nascono piante abbastanza grandi da oscurare gli obbiettivi.
"Perfetto, ora vai, ti copro le spalle" mi sussurra lei. Non aspettavo altro.
Mi dirigo lentamente dentro la banca, seguita da Ivy che controllava ogni singolo angolo, per capire se c'erano pericoli in vista.
Attraversiamo un lungo corridoio, stranamente senza guardie di sorveglianza, e prima di svoltare l'angolo lei mi prende per un braccio tirandomi a se.
"Che fai?!" le chiedo con fare interrogativo, sempre sorridendo.
"Ci sono due guardie a destra, idiota. Stai più attenta" mi dice Ivy seria.
Mi sembrava troppo facile, per essere reale.
'Niente è facile, Harley' mi ricorda la mia instancabile vocina. Decido di ignorarla e rispondere ad Ivy.
"Maddai, mica hai paura di due guardie!" le dico ridendo, mentre afferro la mia adorata pistola e con fare deciso svolto l'angolo e sparo, mirando ai due uomini davanti a me.
"Un gioco da ragazzi" dico girandomi verso Ivy sorridendo e successivamente facendo una bolla con il chewing gum alla fragola.
La rossa mi guarda lievemente spaesata, ma poi scuote la testa e mi segue.
"Ora dove dobbiamo andare?" le chiedo interrogativa, sperando che lei abbia ancora con se la mappa.
"A destra" dice indicando il corridoio di fianco a noi. "Attenta!" aggiunge, abbassandomi la testa, appena in tempo per impedire al proiettile di colpirci.
"Che guastafeste!" urlo ridendo e dirigendomi velocemente verso le guardie che stavano cercando di colpirmi invano.
È possibile che ogni cosa tentassi di fare c'era sempre qualcuno che cercava di ostacolarmi?
"Non eri tu quella che doveva pararmi il culo?" chiedo a Ivy ritornando verso di lei, dopo che con la mia fedele mazza avevo tramortito tutte quelle guardie, da sola. Era rimasta immobile tutto il tempo a guardare, forse pensava che non avessi bisogno di aiuto, ed in effetti era così, ma poteva comunque tentare.
"Ehm, sì sì, hai ragione, da ora me ne occuperò io" dice lei alzandosi e facendomi cenno di proseguire.
Attraversiamo un altro corridoio, fino ad arrivare davanti all'enorme cassaforte.
"Vai, io ti copro" dice lei indicandomi con un cenno della testa il contenitore dei soldi che tra poco avremmo avuto in mano nostra.
Finalmente tutti gli anni di ginnastica artistica danno i loro frutti, in quanto riesco piuttosto agilmente ad attraversare i raggi-x senza far attivare l'allarme, saltellando da una parte all'altra.
"Ci sono!" le urlo per farmi sentire.
Apro la cassaforte con la combinazione che mi aveva precedentemente detto e prendo la valigetta per mettere dentro tutte le banconote.
"Fatto, prendi!" le dico alcuni minuti dopo, attirando la sua attenzione e lanciandole la valigetta per fargliela prendere al volo, così che potessi tornare indietro più agevolmente.
Nel momento del lancio, sentiamo un grosso boato provenire dal muro di fianco a noi che si sgretola, in seguito ad una detonazione.
Chi può essere il pazzo che farebbe esplodere un muro indisturbato, non preoccupandosi di tutte le guardie che sentendolo sarebbero accorse per provvedere? Soltanto uno.
Piena di adrenalina mi alzo dal pavimento su cui mi ero accasciata a seguito dell'onda d'urto dello scoppio e mi guardo intorno, cercando una figura familiare.
Credo che la detonazione abbia mandato in corto circuito i maccchinari dei raggi-x perché davanti a me non c'erano più, ed al suo posto, una figura pallida vestita con la sua solita camicia viola sbottonata sul torace teneva salda in mano la valigetta con i nostri soldi.
"Che fai lì impalata, Harley?! Prendi quella dannatissima valigia!" sento urlare da Ivy ancora per terra  dietro l'uomo.
Ero più che sicura che quello fosse il mio Puddin', lo riconoscevo perfettamente. Ma ora la domanda era un'altra: stare dalla parte di colei che in tutti questi mesi mi aveva sempre appoggiata, aiutandomi a superare tutto anche involontariamente, o stare dalla parte di colui che in molteplici situazioni mi aveva abbandonata, delusa, e ferita? Io lo amo, più di qualsiasi altra cosa.
Rimango a fissarlo, mentre lui si avvicina lentamente a me, sotto lo sguardo speranzoso di Ivy.
"A mezzanotte, davanti al magazzino dell'acido. Ti aspetterò mia cara" dice una volta arrivato al mio orecchio con la sua solita voce roca, per poi sollevarsi e scomparire velocemente in mezzo al fumo che avevano provocato le macerie.
"Ma che ti è saltato in mente?!" mi urla in faccia Ivy una volta avermi raggiunta, dopo pochi minuti dalla scomparsa di Mister J.
Non la sto ascoltando, sono totalmente immersa nei miei pensieri, così eccitata all'idea di avere un incontro con lui.
Che voglia chiedermi di andare a vivere insieme? O magari vuole dirmi che mi ama.
'O magari vuole semplicemente sfruttarti di nuovo' interviene l'immancabile vocina dentro la mia testa. Devo sbarazzarmi al più presto della parte più razionale di me, non mi crea altro che guai e problemi inutili.
"Io... Non... Mi spiace" riesco a dirle sussurrando, mentre guardo un punto inesistente dietro di lei.
Ivy sospira, poi si alza e mi porge la mano per aiutarmi a farmi alzare.
La guardo negli occhi, riesco a scorgere la delusione che sta provando nei miei confronti, ma nonostante tutto mi sta aiutando, quindi non deve avercela troppo con me.
Afferro saldamente la sua mano e mi tiro su, successivamente raccolgo la mia mazza da terra e la seguo fuori dall'edificio prima che la polizia arrivi per prendere provvedimenti.
Durante il tragitto regna il silenzio, ed io sono costantemente con la testa da un'altra parte, pensando al mio Puddin'. Tra meno di un'ora avrei dovuto incontrarlo, e già riuscivo a sentire il profumo di polvere da sparo misto a sangue. Era tutto più folle quando ero insieme a lui, riusciva a contagiarmi, a mettere a tacere le mie futili paure e farmi vivere davvero.
Non so come l'avrebbe presa Ivy appena le avrei detto che sarei uscita, devo inventarmi una scusa per mettere fine alla sua curiosità.
"Ivy, stasera esco un po' vado a rapinare qualche negozio per prendere alcuni vestitini carini" le dico dopo un po', rompendo l'assordante silenzio che si era creato tra noi.
Lei mi guarda titubante, cercando di capire se è una scusa o se davvero voglio passare la notte così.
"Va bene." mi dice poi, fredda. "Io torno a casa, sono stanca" aggiunge poi, prima di cambiare strada e infilarsi in un vicoletto, lasciandomi sola.

🦄Spazio unicornoso me (IMPORTANTE, CHI NON LEGGE NON È UN IPPOGRIFO)
Salve gente! Eccomi con un nuovo aggiornamento ihih.
Spero che il capitolo possa piacervi, scusate se magari è un po' più corto ma voglio descrivere la scena dell'incontro in un solo capitolo e quindi nel prossimo ci sarà tutto :3
Fatemi sapere nei commenti se la storia vi piace, mi farebbe molto piacere sapere il vostro parere✨
Al prossimo capitolo!❤️

Harley&Joker (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora