WOW. Il capitolo precedente è arrivato a 30 stelline, WTF😂
GRAZIEH, continuate così che mi rendete felicia❤️
BUONA LETTURA🦄❤️
P.s.: quella nella fanart è Harleen come appare nella mia fanfiction, io me la immagino così❤️
~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~"Okay, Harleen, calma. È solo un interrogatorio. Un ansiosissimo, pericolosissimo interrogatorio" cerco di tranquillizzarmi senza molti risultati, sotto lo sguardo attento di Joker.
Ho sempre odiato i Detective e gli interrogatori in generale, mettono soltanto pressione per farti confessare cose che magari non hai nemmeno fatto ma della quale sei disposto ad assumerti la colpa per far cessare quella tortura.
"Se non hai fatto niente non vedo perché dovresti essere preoccupata... nascondi forse qualcosa, Quinzel?" mi provoca lui facendo nascere sulle sue labbra un sorrisetto beffardo.
"Non devo di certo dare spiegazioni a te. Piuttosto, sembri essere particolarmente legato a... come si chiamava già? Perché non me lo dici tu, te lo ricorderai sicuramente" ribatto sorridendo a mia volta e rivolgendogli uno sguardo vittorioso.
"Melanie... e sono cose che non ti riguardano" risponde staccando bruscamente gli occhi dai miei e cominciando ad incidere qualcosa sul muro. Poco importa.
"Prima o poi dovranno interrogare anche te... cosa dirai?" gli domando dopo qualche secondo, guardandolo interrogativa.
"Dirò loro che la conoscevo. Tutto qui. So come badare a me stesso, mammina" risponde ridendo lui, mentre continua imperterrito a scrivere quella che mi sembra una frase sul muro scrostato della cella.
"Quinn..." comincia a dire una guarda, spalancando le grate della cella.
"Signorina Quinzel" lo correggo io, alzandomi immediatamente dal lettino per uscire da questa stanza che improvvisamente è diventata così silenziosa.
"Si si, come le pare. Mi segua" risponde noncurante l'uomo, facendomi cenno di seguirlo.
Sento le mani sudare irrimediabilmente, pertanto lungo il tragitto le asciugo sull'arancione slavato della divisa che indosso.
Il mio cuore palpita freneticamente nel petto, ho il timore che da un momento all'altro possa uscire e darsela a gambe, cosa che vorrei fare tanto anche io.
"Prego, entri" mi impone aprendo la spessa porta in metallo che fino a qualche secondo fa separava l'orrido corridoio grigio dell'edificio con l'ancor più orrida stanza in cui dovrei fare il mio ingresso.
Sorpasso la soglia velocemente, seguita dal cigolio del portone che si richiude dietro di me.
"Buongiorno" afferma il Detective lanciandomi immediatamente un'occhiata.
"Buongiorno" dico di rimando, dirigendomi verso la sedia vuota posta di fronte al tavolo in gelido metallo. Tutto è così terribilmente simile al nostro primo incontro... l'ansia che ho addosso, la poca luce nella stanza.
Ah, al diavolo, concentrati.
"A cosa devo questo amabile colloquio?" domando innociente una volta aver incrociato le braccia.
"Lei mi sembra una donna abbastanza intelligente e anche piuttosto affascinante per farmi una domanda del genere... lo sa perfettamente perché è qui" risponde sfogliando alcuni fascicoli posti ordinatamente davanti a lui.
"Sta per caso flirtando con me?" domando retoricamente ridacchiando e alzando freneticamente le sopracciglia.
Non credo che i complimenti siamo compresi negli interrogatori.
"Ad ogni modo, è qui per l'omicidio di Melanie Fox. La conosceva?" mi chiede dopo alcuni secondi, ignorando completamente ciò che ho appena detto.
"No" rispondo sicura, passando velocemente una mano sul pantalone della divisa.
"Strano... la ragazza ha detto, in una delle sue motivazioni del perché essere assegnata proprio al clown, che 'voleva ispirarsi a lei e l'ha sempre ammirata' " recita Wilden leggendo alcune righe di uno dei tanti fogli.
"Se mi idolatrava non significa per forza che mi conoscesse" affermo tranquillamente spostando lo sguardo su uno scaffale alla mia sinistra.
" 'ho sempre amato il tono sicuro con cui rivolge le domande ai suoi pazienti'. Come faceva a sapere in che modo lei interpellasse i suoi pazienti, se le sedute sono sorvegliate e inaccessibili?" continua a domandarmi.
"Detective, non lavoro qui da più di dieci anni. Non sono mai tornata in questo obbrobrioso edificio, fino ad ora" rispondo scandendo bene ogni parola che compone le mie frasi.
Sento un groppo di tensione salire e arrestarsi nella gola, provocando un sonoro rumore al mio deglutire.
'Calma Harleen, calmati. Tranquilla cazzo' mi ripeto in mente.
"Lei ha fatto un colloquio di lavoro esattamente quattordici anni fa. E lei, signorina Quinzel, quattordici anni fa era in servizio" mi riferisce sicuro, mentre fissa i suoi occhi d'un verde smeraldo nei miei.
"Quattordici anni fa. Ma è stata uccisa la scorsa settimana, o sbaglio? Io non c'entro" ribatto velocemente, cominciando a gesticolare come al solito.
"Tralasciando per qualche minuto la dottoressa Fox, mi piacerebbe molto sapere quale malato legame c'è tra lei e il clown" mi chiede dal nulla.
Inutile dire che l'espressione che ha assunto il mio viso sia un misto tra stupore e fastidio.
Perché nessuno riesce a capire che queste cose vanno chieste alla pazza, non a me. Lei potrebbe parlare per ore di lui, io ci ho perso fin troppo tempo.
"Oh, questo deve chiederlo ad Harley signore" rispondo sorridendo lievemente.
"Ma tutto è partito da lei. Poteva non innamorarsene, dico bene? Ma è diventata pazza per lui, in tutti i sensi"
risponde tranquillamente l'uomo, appoggiando lentamente i gomiti sul tavolo.
"Mi chiedo perché si finisce sempre a parlare del nostro rapporto. Cosa c'è di così intrigante?" chiedo curiosa.
Mi sto stupendo ogni secondo di più.
Cosa c'entra adesso il rapporto tra me e Joker con l'omicio di una psicologa.
"Probabilmente tutti si domandando come faccia una come lei ad amare uno come lui" risponde semplicemente Wilden, sporgendosi lievemente in avanti sul tavolo.
"Sta flirtando con me di nuovo?" domando voltando lievemente la testa e alzando un sopracciglio, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Mi alzo velocemente dalla sedia e appoggio le mani sul tavolo, per poi avvicinarmi con il busto al tavolo fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo viso.
"Sa una cosa?" gli domando in un sussurro, mentre volto lievemente la testa di lato.
"Le consiglio di pensare un po' più a fare bene il suo lavoro che a rimorchiare" affermo sorridendo beffardamente e allontanandomi di colpo.
"Credo che l'ora sia finita. Con permesso" affermo mantenendo un sorrisino vittorioso.
Crede davvero di riuscire ad aggirare me? Ma per favore. Non sa minimamente con chi ha a che fare."Scommetto che non è stato così terribile come pensavi" afferma J appena la guardia mi spinge dentro la cella.
"È soltanto un incapace" rispondo ridacchiando e spolverando energicamente con la mano una delle maniche della maglietta.
"E come mai?" mi domanda curioso.
"In ambito lavorativo lui non dovrebbe flirtare con chi interpella... non mi sembra molto professionale" gli spiego guardando per qualche secondo il muro, per poi posare gli occhi su di lui.
"Non rimproverarlo per una cosa che hai fatto anche tu, Harleen" comincia a dire alzando lievemente un sopracciglio .
"Perché lo sappiamo entrambi che in una frase, 'Joker' e 'relazione strettamente professionale' non potranno mai stare vicini" conclude sorridendo ampiamente.
"Ma 'Harleen' e 'strabiliante psicologa super sexy' si però" gli rispondo ridacchiando e ponendo le mani sui fianchi.
"Possibile" afferma sorridendo enigmatico.
"Inevitabile" lo correggo schioccando un bacio nella sua direzione.🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
Ciao bestieee❤️❤️
In realtà ho finito il capitolo venerdì, ma l'ho pubblicato oggi perché LA SUSPENCE CI STA SEMPRE🚀
Da ora ho deciso che ci sarà un capitolo incentrato solo su Harley e uno incentrato solo su Harleen, perché comunque devono essere interrogate entrambe e hanno una visione diversa della cosa, MA BASTA SPOILER❤️
FATEMI SAPERE CON COMMENTI E STELLINE SE IL CAPITOLO VI È PIACIUTO, CI VEDIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTOO❤️🦄🦄❤️
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Harley&Joker (in revisione)
Fanfiction"Mi consideravo una persona normale, magari lievemente folle, immersa nella solita monotonia di una città sovraffollata, ma poi ho incontrato lui, e fui la prima a percepire del fascino e rimpiazzarlo alla solita paura che tutti provavano nell'avvis...