SEQUEL:♤Capitolo 1

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"Potreste smetterla di fissarmi?" chiedo ridendo al gruppo di detenuti che mi stanno guadando dal tavolo davanti al mio.
Inutile dire che sono seduta da sola, tutti troppo stupidi e fifoni per parlarmi o anche solo starmi vicino.
Loro si girano di scatto, tornando con lo sguardo sui loro piatti e farfugliando qualcosa, di certo non complimenti.
Femminucce.
"Volete venire qui a ripeterlo?" chiedo loro smettendo di mangiare e sorridendo come di mio solito.
"Non ci fai paura, Quinn. Sei come noi qui, regina di sto cazzo" afferma uno di loro, per poi ridere con tutti gli altri che lo seguono a ruota.
Mi alzo velocemente, dirigendomi verso di loro tranquillamente.
"Floyd Lawton, conosciuto come Deadshot, un nome piuttosto ridicolo, non trovi? Divorziato, una bimba studentessa modello. Dev'essere stato terribile lasciarla in balia di sua madre!
Sa sparare con qualsiasi tipo di arma, eccetto l'arco di cupido vedo, in quanto nessuno si è ancora innamorato di lei" affermo ridacchiando, mentre appoggio una mano sulla sua spalla e di tanto in tanto mi guardo le unghie.
"Captain Boomerang, non c'è molto da dire. Stupido, buzzurro, feticismo per gli unicorni rosa, è un Brony*? Curioso... Ad ogni modo, è stato catturato da Flash, un cretino con la tutina rossa... Che incapace, doveva soltanto rapinare una banca!" dico ridendo mentre mi scosto dall'uomo di colore e mi dirigo verso lo spigolo del tavolo, mentre mi attorciglio una ciocca di capelli nel dito.
"Ah, voi non siete essenziali, ma vi conosco. Killer Croc, El Diablo..." aggiungo indicandoli e scuotendo la mano per salutarli.
"Ora, qualcuno di voi potrebbe dirmi chi mi ha detto quelle paroline carine? Così saprò chi venire a cercare quando J verrà a salvarmi" affermo mettendo le mani sul tavolo e reggendomi su di esse, mentre il mio sguardo passa su ogni viso di quei babbei.
Riesco a fiutare la loro paura, e questo mi fa sorridere.
Mentre il mio sguardo è rivolto su Deadshot, noto qualcosa, o meglio, qualcuno dietro di lui che attira la mia attenzione.
Senza pensarci due volte corro verso la grande porta che separa la mensa dai corridoi, battendo violentemente su di essa per cercare di aprirla e raggiungere la piccola bambina che sta tenendo la mano ad una psicologa mentre cammina.
"Lasciatela stare! Dove cazzo la portate?! Aprite questa fottuta porta!" comincio a sbraitare tirando pugni contro di essa disperatamente, attirando l'attenzione di tutti i detenuti che si girano a guardare la scena.
Mia figlia si trova a pochi metri da me e io non la posso abbracciare, non posso tenerle la mano, dovrei esserci io al posto di quella signora della quale non conosco nemmeno il nome.
"Verrano le guardie a sedarti se non ti dai una calmata" dice tranquillamente Floyd girandosi verso di me, mentre io mi volto lentamente seguendo con lo sguardo Lucy che cerca di venirmi incontro, ma la dottoressa continua a girare la sua testolina verso di lei dicendole qualcosa.
"Mia figlia è lì e io non posso fare niente" affermo lentamente mentre affondo le mani nei capelli e scivolando lentamente con la schiena contro il muro fino a sedermi per terra.
"Che avete da guardare voi? Non avete niente di meglio da fare?!" urla Captain Boomerang facendo un gesto ai detenuti che prontamente si rigirano e tornano a mangiare il loro insulso pranzo.
"Andiamo, alzati... Non vorrai che qualcuno pensi che tu sia vulnerabile" dice Deadshot alzandosi e tendendomi una mano.
Ha ragione, siamo in un manicomio, rinchiusi insieme agli scarti della società, la gente più pericolosa. Chi si fa vedere debole è finito.
Mi alzo velocemente senza badare a lui e urlo: "chiunque faccia parola con qualcuno su questa cosa, verrà prontamente torturato e infine ucciso dai miei giocattolini", ridendo poco dopo aver terminato la frase.
Tutti annuiscono all'unisono, tornando con lo sguardo sui loro piatti.
"Che caratterino" afferma Boomerang ridendo poco dopo.
"Voi non parlate mai? Siete muti per caso?" dico riferendomi a Croc e Diablo, sorridendo flebilmente mentre vado a prendere il mio vassoio e lo porto verso di loro.
"Sto scherzando, dai!" aggiungo ridendo, mentre mi siedo a capotavola, sotto lo sguardo interrogativo dei quattro.
"Mi sono autoinvitata. Non mi volete? Non me ne frega" dico continuano a ridere e formando un disegnino con i fagiolini che non ho voglia di mangiare.
Odio il cibo qui, sa tutto di cartone, e scommetto anche che l'unica cosa non scaduta è l'acqua. Forse anche quella può scadere... Chissà.
Oh, ma chissene frega dell'acqua.
"Quinn, lo psicologo la vuole" dice una delle guardie mentre fa irruzione nella sala, prendendomi il polso e costringendomi ad alzarmi interrompendo ciò che stavo facendo.
"Scusa, scusa mi fai male, potresti gentilmente fare più piano?" chiedo sorridendo tranquillamente alla guardia mentre cerco di divincolarmi dalla sua presa.
Lui la stringe ancora di più, cominciando a farmi pulsare la zona.
"Ti ho detto di allentare la presa deficiente!" ulro ridendo, mentre sferro un calcio dietro di me colpendolo e facendolo cadere a terra tramortito.
"Te l'avevo detto, dovevi ascoltarmi" affermo poco dopo, dirigendomi verso la cella in cui si tengono le sedute.
È inutile cercare di scappare, non ce la farei da sola, dovrei portare con me anche Lucy, non posso lasciarla qui.
Conosco questo posto come le mie tasche ed in questa zona c'è sempre stata scarsa sorveglianza... Peggio per loro.

"Signorina Quinzel... Dove sono le guardie?" mi domanda stupito lo psicologo spostando la testa di lato per vedere se ero venuta qui veramente da sola.
"Hanno avuto un piccolo contrattempo" affermo tranquillamente, mentre vado verso la sedia e la giro in modo da avere lo schienale rivolto verso il tavolo.
"Ah, e comuque, Quinn. Signorina Quinn, non Quinzel" aggiungo ridendo, sedendomi e appoggiando le braccia allo schienale.
"L'ho fatta venire qui perché mi è stato riferito il piccolo momento di pazzia che ha preso possesso di lei, poco fa" dice sorridendo, mentre fa girare la penna tra le sue dita, facendomi letteralmente impazzire.
"Stai fermo con quella biro?" gli chiedo stringendo i denti, chiudendo nervosamente gli occhi e alzando velocemente le mani.
"Si, a proposito, potrei vedere mia figlia per qualche giorno, ora, minuto? Glielo chiedo gentilmente, non mi faccia ricorrere alle maniere più forti" aggiungo dopo qualche secondo sorridendo psicopaticamente, mentre fisso il mio sguardo nel suo.
"Non... Non le è consentito" risponde titubante, mentre sposta gli occhi sul foglio, probabilmente perché non regge i miei.
Ha paura di poter essere contagiato soltanto con lo sguardo, e fa bene. Gli occhi sono l'arma più letale.
"Sai cosa vuol dire stare lontano dalla propria figlia pur sapendo di essere nello stesso edificio, probabilmente a poche celle dalla tua? Certo che no, non lo sai nemmeno lontanamente" affermo quasi sibilando, per poi far nascere la tipica risata che caratterizza i folli.
Lo vedo alzarsi, bisbigliare velocemente qualcosa alla guardia e poi tornare a sedersi.
"Non è nella posizione di avanzare richieste" dice sorridendo, mentre stringe con una mano la penna e con l'altra si aggiusta nervosamente gli occhiali. Povero piccino, ha paura.
Fa bene.

*vengono definite Brony le persone (gli adulti) che hanno come feticismo/ossessione gli unicorni e in genere quelli di My Little Pony🙆❤️
(Si, Captain Boomerang è ossessionato da My Little Pony✨)

🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
Ehiii... Scusate per il ritardo ahah❤️❤️
Ecco il nuovo capitolo, fatemi sapere nei commenti se vi piace e un vostro parere su come secondo voi si evolverà la storia!✨✨✨
CI SI VEDE AL PROSSIMO AGGIORNAMENTOO❤️🦄🦄❤️

Harley&Joker (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora