♤Capitolo 15

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CI TERREI LEGGESTE, SOLTANTO TRE SECONDI DEL VOSTRO TEMPO, GRAZIEH❤️
Ultimamente siete un po' inattivi, sapete che amo ricevere voti e stelline e vi capisco in caso si tratti della scuola che magari non avete tempo e tutto il resto perché io in primis sono sommersa da tutto, ma ci terrei a precisare che comunque i voti mi servono per capire cosa vi piace e cosa continuare a fare oppure cosa devo eventualmente  modificare❤️
Sapete che non vi ho mai chiesto ad esempio un certo numero di stelline per avere il seguito di una qualche capitolo, proprio perché io personalmente detesto questo genere di cose, ma l'unica cosa che vi chiedo e che mi piacerebbe molto che faceste è proprio avere uno scambio di idee, non soltanto avere un rapporto scrittrice-lettore, anche perché qui abbiamo la possibilità di confrontarci e come ho già detto le stelline sono estremamente importanti per farmi capire cosa vi può piacere rispetto a qualcosa che magari non vi va proprio a genio❤️
Detto questo, vi lascio al capitolo e grazie a chi ha letto❤️
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"Questo è tutto" affermo al detective che si trova davanti a me.
"La vicenda finisce qui? Tutto qui?" risponde lui fissando gli occhi nei miei, per cercare di capire se sto mentendo o se invece è tutto ciò che mi ricordo.
"Si" rispondo secca, sbattendo con forza i gomiti sul tavolo.
Ho ancora un male atroce alla testa, e qualche ferita aperta a volte comincia a sanguinare, ma poi smette.
L'unica consolazione è che stavolta ho la certezza di avere la mia famiglia tutta rinchiusa qui dentro.
"Quindi, se ho capito bene, la mattina dopo è stata catturata e riportata qui, in questo stato" ricapitola lui, basandosi su ciò che gli ho riferito fino ad adesso.
"Si" continuo ad affermare seria.
Devo mentire, devo cercare di assumere lo sguardo più innocente del mondo e annuire.
"Cazzate" sibila lui a denti stretti, assumendo un'espressione truce.
"È una cosa così tenera, pensi di riuscire ad incutere timore... Bene, Detective, sa una cosa? Io l'ho visto il terrore fatto a persona... e lei non ha il suo sorriso" affermo ridacchiando alla fine del mio discorso per provocarlo.
"Quinn, non mi raggira con i suoi giochetti. Non sono stupido. E lei non è innocente. Pertanto mi dica come sono andate le cose veramente o non uscirà da questa stanza" sputa acido lui, sporgendosi leggermente in avanti per appoggiare le braccia con un tonfo sul tavolo.
"Perfetto, mettiamoci comodi allora" esclamo spalancando gli occhi e sbattendo le gambe su di esso, facendo divulgare nella stanza un suono metallico per la seconda volta.
"Non può tenermi qua dentro per sempre" aggiungo riducendo gli occhi a due fessure e incrociando velocemente le braccia.
"Lei mi sottovaluta" risponde rimandando serio a fissarmi, di nuovo.
"Ho sempre sottovalutato i detective. Non servono a niente e sono noiosi" affermo roteando gli occhi e sbuffando sonoramente.
"Sappia che sono deciso a scoprire quello che è successo quella notte" risponde secco non badando a ciò che ho appena detto, mentre rilegge velocemente quella che sembra la testimonianza di qualcuno.
" 'La vidi nei corridoi, non sono certo che fosse lei ma ci assomigliava molto. Non ho osato avvicinarmi per chiederle cosa ci facesse qui o per sedarla, anche perché era armata e io sono un novellino'. Le ricorda qualcosa questo?" mi domanda riferendosi ad una parte del testo.
"No" affermo sorridendo.
Non sto mentendo, non ricordo di essere mai più venuta qui dentro fino ad adesso, ma il suo sguardo riesce comunque a farmi sentire colpevole per qualcosa che non credo di aver fatto.
" 'mi pare avesse in mano una mazza, perciò pensai subito a lei'. Dov'era la sua mazza quella notte? Se lo ricorda? O forse era lei che la teneva in mano?" comincia a chiedermi velocemente con quel fare insopportabile di chi crede di avere tutte le risposte ma non sa nemmeno di che argomento si stia parlando.
"Wilden, glielo ripeto per l'ultima volta" comincio a dire alzandomi lentamente e appoggiando le mani sul tavolo.
"Io non ho fatto niente" sibilo sporgendomi in avanti e successivamente tornando seduta.
"Questa testimonianza sembra dire il contrario" ribatte lui, alludendo ancora una volta al fatto che sono io l'assassina.
"Non ho ucciso io quella cazzo di psicologa!" urlo stremata dalla pressione che sta facendo su di me l'uomo.
"Come fa a sapere che era una psicologa?" mi domanda per l'ennesima volta alzando le sopracciglia.
"Io... io non lo sapevo" rispondo incredula fissando lo sguardo nel vuoto.
"Sa perché sospettiamo di lei?" mi chiede retoricamente non lasciandomi il tempo di ipotizzare qualcosa e attirando automaticamente il mio sguardo sul suo viso.
"Perché era lei che si occupava del clown durante un periodo di sua permanenza qui" afferma sicuro cercando freneticamente qualcosa sul tablet che ha davanti.
"Melanie Fox, psicologa emergente. Proveniva dal Canada, si è occupata della sanità mentale di suo marito per quasi un mese" conclude infine, girando l'apparecchio che mostra una sua foto verso il mio viso confuso e allibito.
J vedeva una psicologa? Forse prima di trovarmi e unirsi al 'nostro circo'... ma perché non me l'ha detto?
"Non ho mai visto questa donna" affermo serrando la mascella alla fine delle mia frase e alzando lentamente lo sguardo verso di lui.
Io no... ma forse qualcun'altro oltre a J la conosceva. Qualcuno che è più vicino di quanto penso.
Non l'ho mai vista, scordatelo. Non ho fatto niente.
"Nei prossimi giorni, se non le dispiace, vorrei interpellare anche la sua amabile seconda personalità. Sono stato informato su di lei, so che la Dottoressa Quinzel non è sparita del tutto dopo che il clown l'ha resa pazza" mi informa dopo qualche secondo, mentre ritrae il tablet dal mio campo visivo.
"Certamente..." rispondo ancora confusa da ciò che ho appena visto.
Non sapevo fosse una psicologa, non ero a conoscenza della sua esistenza, eppure ho confessato io stessa inconsciamente di sapere chi fosse.
"Ci vediamo domani" conclude facendo un cenno con il capo per indicarmi la porta.
"Visto? I detective sono inutili" ridacchio io riprendendomi dallo stato di confusione in cui ero caduta, alzandomi velocemente e uscendo dalla cella senza badare a cosa stava per dirmi l'uomo.
Soltanto una grandissima perdita di tempo. Chi assumerebbe un detective per indagare sulla morte di una stupidissima donna? Insomma, non ha senso. Tanto è morta.

"Allora?" mi domanda impaziente J appena le guardie mi sbattono dentro la cella e richiudono le sbarre sbattendole.
"Perché tutta questa fretta? Quella donna ti stava a cuore per caso?" sbuffo roteando gli occhi e avvicinandomi a lui con le braccia incrociate.
"E comunque, ciao anche a te" rispondo sorridendo e lasciando un veloce bacio a stampo sulle sue labbra che non accennano a muoversi.
"Bhè? Cosa c'è? Mi hanno soltanto incolpata di averla uccisa" affermo con leggerezza spalancando le braccia e dirigendomi verso il lettino per sedermi.
"E l'hai fatto?" mi domanda sorridendo tranquillamente.
"Certo che no! Non la conoscevo nemmeno" rispondo velocemente corrugando le sopracciglia.
"Tu no, ma magari qualcun'altro si..." aggiunge lui alludendo probabilmente alla psicologa che risiede dentro di me.
"Ma se non è nemmeno in grando di tenere in mano una pistola, figurati una mazza da baseball" esclamo ridacchiando per la sua ipotesi.
"Oh, fidati, è più brava di quello che pensi" risponde enigmatico mostrando la dentatura argentea in un enorme sorriso.

🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
ZAN ZAN ZANNNN, COLPO DI SCENA.
SE ORA NON CAPITE BENE TUTTO, fidatevi, è normale, ma nel corso della storia scoprirete le cose e tutto vi tornerà❤️
Diciamo che ora dovreste sentirvi più come il Detective piuttosto che Harley in se, anche se non posso e non voglio spoilerarvi niente vi dico soltanto che forse nemmeno lei sa cosa sta succedendo....
BENE, SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTOO, FATEMELO SAPERE NEI COMMENTI❤️

Harley&Joker (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora