♤Capitolo 19

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LEGGETE TRE SECONDI, È VERAMENTE IMPORTANTE❤️
Allora, non la tirerò per le lunghe, ma vorrei sapere se vi piacerebbe leggere una storia su Margot e Jared fuori dalle parti di Harley e Joker, siccome io shippo tantissimo Jargot in generale e mi piacerebbe molto scrivere una storia su di loro❤️
Aspetto i vostri pareri nei commenti!❤️
Buona lettura🦄

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"Buongiorno signorina Quinzel" afferma il detective appena faccio il mio ingresso nella sala.
"Gli interrogatori durano come le sedute psichiatriche o peggio?" domando ignorando il suo saluto e andando velocemente verso la sedia.
"Come le sedute. Domanda curiosa" risponde lui fissando ogni mio piccolo movimento.
"È una semplice domanda. Non serve indagare anche su questa" affermo sedendomi svogliatamente e accavallando le gambe.
"Avete già parlato con Joker?" chiedo immediatamente sorridendo.
"Il signor Nieper..." comincia a dire l'uomo, sfogliando i fogli alla ricerca del rapporto su di lui.
"Non gli piace essere chiamato così" lo interrompo io, sporgendomi lievemente con la testa in avanti.
"Si, abbiamo già parlato con lui" riprende dopo avermi lanciato un'occhiata.
"Come mai questa domanda?" mi chiede dopo aver emesso un sospiro.
"Pura curiosità" rispondo tranquillamente.
"Oggi è estremamente curiosa" nota, mentre appoggia le braccia sul tavolo.
"E lei estremamente saccente" affermo alzando rapidamente le spalle.
"Ad ogni modo, credo nasconda qualcosa" dico quasi in un sussurro.
"Qualcosa di grosso" aggiungo dopo essermi avvicinata maggiormente all'uomo dall'altra parte del tavolo.
"Ciò che è grosso per alcuni è irrilevante per altri" risponde sorridendo.
"Non sto scherzando" affermo seria tornando ad essere interamente seduta sulla sedia.
"Nemmeno io, dottoressa. Ma non sono autorizzato a divulgare informazioni personali" mi informa lui, impugnando la penna.
"Ma forse per me potrebbe fare un'eccezione" affermo sorridendo e attorcigliando una ciocca di capelli rosa intorno al dito.
"Bensì lei sia molto affascinante, non commetterò il suo errore"
"Ci ho provato" dico sorridendo e roteando gli occhi.
"Vorrà dire che farò da sola" sussurro tra me e me continuando a sorridere.
"Ha ripensato al nostro scorso incontro?" mi domanda il detective.
"Non particolarmente" rispondo scuotendo lievemente la testa e facendo un cenno con la mano.
"Lei conosce Ashley Hatcher?" mi domanda lui, tenendo la penna in mano pronto ad annotare la mia risposta.
"No. Chi era?" gli chiedo a mia volta.
"Una cara amica della vittima. È ancora viva, non serve usare il passato" mi informa, lanciando una rapita occhiata al fascicolo posto a lato del tavolo in metallo.
"Capisco" rispondo sorridendo, cercando di memorizzare il nome in mente. Potrebbe tornarmi utile.

"Ci vediamo alla prossima seduta" dice Wilden per salutarmi.
"Non vedo l'ora" affermo sarcasticamente mentre mi dirigo verso la porta.
"Arrivederci" lo salutò girandomi verso di lui, per poi uscire dalla stanza scortata dalle guardie.
Lascio che mi conducano verso la cella, ma all'incirca a metà strada sferro un calcio ad uno di essi che cade a terra, mentre l'altro cerca di colpirmi con il taiser ma riesco a tramortirlo prima.
"Impeccabile, come sempre" mi auto-compiaccio mentre spolvero i pantaloni della divisa arancione opaco, per poi entrare nella stanza riservata al personale in cui sono presenti i camici dei dottori.
Comincio ad apprezzare il fatto di aver lavorato qui e di sapere perfettamente dove sono situate le stanze.
Indosso velocemente uno dei camici per poi prendere una tessera appartenente a non so quale dottoressa.
Una volta uscita mi dirigo verso la mia cella nella quale noto la figura del clown seduto sul lettino.
Faccio passare la divisa in mezzo alle sbarre, che attira l'attenzione di J una volta essere caduta a terra con un lieve tonfo.
"E tu cosa ci fai vestita così" mi domanda sorridendo e dirigendosi verso le sbarre.
"Sshhh" sussurro, mettendo il dito indice davanti alla bocca.
"Sto andando a scoprire cosa nascondi" aggiungo continuando a sussurrare al suo orecchio, per poi allontanarmi velocemente e percorrere il corridoio.
"Salve, sto lavorando al caso di Melanie Fox. Mi servirebbe il numero di telefono di una sua cara amica, si chiama Ashley Hatcher. Magari lei sa se qualcuno la stava importunando o cose simili" riferisco alla donna seduta oltre il bancone.
"Questo è un manicomio, non un centralino. Lo dovrebbe sapere, dottoressa... Hatcher" risponde lei storcendo il naso nel leggere il cognome scritto sul mio cartellino.
"Oh, si! Certo, mi scusi. Arrivederci" esclamo enfatizzando le mie parole e coprendo compulsivamente la tessera attaccata al mio camice.
Mi allontano velocemente da lei per poter tornare nella stanza, mentre osservo il cartellino con impressa la foto della ragazza tanto amica di Melanie.
"Buongiorno" dico sorridendo alla dottoressa che sta cercando qualcosa dentro i cassetti.
"Buongiorno, ha per caso visto la mia tessera?" mi domanda preoccupata.
"Oh, si, l'ho presa per sbaglio, mi sono confusa" le rispondo sorridendo e porgendole l'oggetto.
"Che sbadata" aggiungo roteando gli occhi e facendo un cenno con la mano.
"Sto lavorando ad un caso, credo lei sia una cara amica della vittima... si chiama Ashley, dico bene?" le chiedo appoggiando una mano al tavolino presente nello stanzino.
"Si" afferma indicando il cartellino che ha attaccato sul suo camice perlaceo.
"Potrei chiederle una cosa?" le domando nuovamente.
"Ehm... certamente" risponde lei lievemente titubante.
"Sa per caso se qualcuno importunava la sua amica?" dico aggiustandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Di preciso non saprei, ma lei mi parlava sempre di un uomo, affascinante, un po' agghiacciante ma non le importava. Mi disse che era finita in un pasticcio" mi racconta la ragazza, cominciando a gesticolare con le dita affusolate.
"Saprebbe dirmi che genere di pasticcio?" continuo a domandarle, sentendo l'ansia crescente.
"Beh sa, i soliti pasticci in cui si può cacciare una bella ragazza in una relazione con una persona un po' cruenta" mi risponde sorridendo.
"Una persona cruenta? Le ha detto che aspetto aveva?" chiedo spalancando lievemente gli occhi.
"Mi ha rivelato che aveva molti tatuaggi, soltanto questo. Ma ci sono un mucchio di persone con i tatuaggi qui a Gotham" afferma con leggerezza.
Alle sue parole, percepisco una forte fitta al cuore. Forse lei non ha la più pallida idea di chi sia, ma io di persone cruente, piene di tatuaggi è agghiaccianti ne conosco soltanto una.
"Potrebbe dirmi con esattezze in che genere di guaio si era cacciata?" le domando velocemente.
"Beh, lei era..." comincia a dire la ragazza, ma il grosso tonfo della porta che sbatte spalancandosi si interrompe, seguito da una forte scarica elettrica che si diffonde in tutto il mio corpo.
Soltanto alcune grida confuse, poi il buio.

🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
Hi Puddins!❤️
Sono malata, yee, quindi se questo capitolo non è venuto proprio benissimo sapete perché, ma mi annoiavo senza fare niente e allora siccome avevo idee ho provato a fare questo❤️
SE NON AVETE LETTO LA NOTA AD INIZIO CAPITOLO, LEGGETELA, È IMPORTANTEH❤️
Chissà cosa stava per dire la nostra cara Ashley all'estremamente determinata Harleen... CHISSÀ.
La persona descritta è J? Oppure è qualcuno di incredibilmente simile?
FATEMI SAPERE CON COMMENTI E STELLINE SE IL CAPITOLO VI È PIACIUTO, CI VEDIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTOOO❤️🦄🦄❤️

Harley&Joker (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora