16.

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Ho passato due giorni fantastici con la mia famiglia. Mi era mancata veramente tanto l'aria di famiglia. I pranzi a casa, buttarmi sul divano e giocare con mio fratello e le chiacchierate di calcio con mio padre. Sono arrivato a Roma da un ora, e mi sono subito fiondato a casa di Elodie.
Suono e mi apre.
«buongiorno» dico. Mi sorride.
« è sul divano con il biberon, grazie di essere qui »
«figurati»
«vuoi un caffè? »
«no,mamma mi ha fatto una lunga colazione »
«Linda» sussurra e abbassa la testa. «quanto è speciale quella donna » continua.
«anche tu sei speciale per lei» le dico, alzandole il viso con un dito. I nostri occhi si scontrano. Come un incastro prefetto. Come se non volessero fare da tempo. Come se è quello che sanno fare meglio, incontrarsi e leggersi dentro. «ti vuole bene, le ho raccontato tutto e spera di vedere sua nipote »
Resta bloccata dalle mie parole. Non sa che dire. Continua a guardarmi sta x dire qualcosa ma nina la blocca attaccandosi alla mia gamba.
«ciao cucciola»
«sei tornato Lele»
«si, ero andato dalla mia mamma e dal mio papà »
«sono belli?»
«bellissimi »
«anche la mia mamma è bellissima » confessa facendo sorridere Elodie e anche a me. La prendo in braccio e entrambi ci mettiamo a guardare Elo che non capisce.
«tu dici che la mamma stia invecchiando Nina? »
«mhm il nonno dice che quando si invecchia escono le....le rughe»
«guarda ne ha una sul viso»
Elodie mi spinge ridendo. La sua risata non la sentivo da quattro anni,adoravo prenderla in giro, adoravo vedere che si incavolata per qualche battuta stupida. Nina se la ride insieme a noi.
«non vi coalizzate troppo voi due mi raccomando » dice sorridendo. Mi siedo sul divano con mia figlia ancora tra le mie braccia e iniziamo a giocare. Respiro e noto Elodie appoggiata alla porta scorrevole che ci guarda. Non so cosa stia pensando ma di certo non possiamo andare avanti mentendo a nostra figlia.

[...]

Sparecchio il tavolo mentre la piccola sta guardando i cartoni sul divano. Lele pulisce il tavolo è ci mette la tovaglia con il centrotavola sopra. Non so come comportarmi, se mi avvicino si allontana, se sto lontana ogni tanto mi fissa e sento il suo sguardo entrare nella mia pelle, se magari voglio stare vicino a lui con Nina preferisce mettere la piccola in mezzo. È ferito questo lo so, so anche che non mi perdonerà mai, non voglio però che sia freddo con me.
«Elo» mi chiama. Mi volto a guardarlo è bellissimo anche con la sola luce del lampadario. Mollo lo strofinaccio sul lavandino e mi avvicino.
«dimmi»
«dobbiamo dirglielo »
«adesso?» chiedo quasi impaurita.
«si, è arrivato il momento. »
«sei proprio sicuro?»
«Elo ha diritto di sapere. Non posso continuare a mentirle, fingendo di non essere suo padre»
«va bene, vai da lei ti raggiungo » annuisce e sparisce poi in salotto. E adesso? La mia vita sta per cadere tutta in piedi. Le gambe mi tremano, non so nemmeno che dirle. Mi asciugò le mani e vado da loro.
«mamma vieni qui con noi »
«Eccomi» mi siedo sul divano. Cade un silenzio. Un silenzio pesante. Un silenzio che sento forte nello stomaco. Un silenzio che devo tagliare prima che mi senta male.
«Nina io e Lele dobbiamo dirti qualcosa!»
«che cosa mamma?» spengo la TV e si gira a guardarmi. Mi strofino le mani sul pantalone. Lele prende la piccola in mano. L'ansia mi sta uccidendo.
«ti ricordi quando ti ho detto che... -respiro - io e Lele eravamo come Barbie e Ken?» chiedo, cercando di nascondere l'imbarazzo sentendo lo sguardo di Lele addosso a me.
«si mamma»
«ti ho anche detto che i grandi come la mamma fanno degli errori che avresti capito da grande - annuisce - ecco, so che hai chiesto a Lele di cercare il tuo papà, so pure che quando mi chiedevi dove stava e ti rispondevo che stava lavorando e non sapevo se tornava - annuisce a tutto cio che dico - sei seduta adesso nelle gambe del tuo papà.» mi guarda e poi sorride. «Nina, Lele è il tuo papà.. Io...» non mi fa finire che si butta tra mie braccia. Tirando Lele verso di noi. Il mio viso è vicino a quello del mio ex, i nasi si sfiorano, gli occhi sono completamente incastrati tra loro. Lele non si muove di un millimetro, passa un braccio verso il mio bacino unendo di più l'abbraccio. Sono a casa. Mi sento veramente in pace adesso. ❤

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