Lo studio dello psicologo ha tutta l'aria di essere molto accogliente. O almeno questa è la mia prima impressione mentre entro nella piccola sala d'attesa, accompagnata da mia madre che sta digitando furiosamente sul suo smartphone.
Una donna sulla quarantina mi sorride e mi dice di accomodarmi su una delle poltrone collocate vicino alle pareti, intorno ad un tavolino di vetro, dove altre due persone se ne stanno sedute, intente a sfogliare alcune delle riviste messe a disposizione dallo studio.Mentre fisso la porta che nasconde la stanza dove il mio cervello verrà messo sotto-sopra, il mio umore tramonta esattamente come il Sole, facendomi venir voglia di prendermela con qualcuno. Ma l'unica persona che, in questo momento, mi è vicina è questa donna perennemente indaffarata, alle prese con il proprio matrimonio e con altri due/tre delle sue clienti.
Tant'è vero che, quando mi alzo per avviarmi verso la stanza delle torture mentali, non se ne accorge minimamente, continuando a fulminare con lo sguardo lo schermo del telefono- maledicendo chiunque osi interferire con i suoi piani.
Prima di abbassare la maniglia e fare il mio ingresso, mi fermo un attimo per prendere una grande boccata d'aria e infondere un po' di coraggio al mio essere ansioso. La ragazza che è uscita qualche secondo fa, non mi è sembrata affatto felice e per niente contenta di aver svuotato il cuore e la mente di fronte ad uno strizzacerv...psicologo.
Coraggio Rosaly, ora o mai più.
Bussando lievemente sul legno perfettamente lucidato, entro nel piccolo studio e mi lascio accogliere dall'atmosfera tranquilla, accentuata dalla luce soffusa che mi circonda all'istante.
Lanciando uno sguardo al centro della stanza, vedo due poltrone di pelle marrone, disposte una di fronte all'altra, ad una distanza talmente ravvicinata da farmi scordare la fugace sensazione di pace sentita poco prima.
Su una delle due poltrone, è seduto un uomo che, ad una prima occhiata, mi sembra davvero molto giovane, nella sua camicia sbottonata con le maniche arrotolate fino al gomito, che gli conferiscono un'aria rilassata e poco rigida. Egli sta annotando qualcosa nella sua agenda ma, probabilmente sentendo i miei passi, mi indica con un gesto della mano di sedermi sulla poltrona di fronte a sé.
Camminando in maniera incerta, seguo i suoi ordini taciti, cercando di non guardare nella sua direzione."E tu devi essere Rosaly." Asserisce, spostando l'attenzione su di me. "Io sono Eric."
Guardando il suo sorriso bianchissimo, mormoro un "Piacere.", anche se soltanto per educazione.
"Tua madre mi ha riferito i suoi timori sul fatto che tu possa soffrire di una sorta di...diciamo, una sorta di depressione." Mi informa, con un'espressione meditabonda, come se cercasse di ricordarsi le parole esatte di mia madre. "Ma è risaputo che i genitori tendono ad esagerare. Ho ragione?"
"Già." Concordo, spaesata per il suo modo di approcciarsi. Mi sono aspettata la tipica domanda "C'è qualcosa di cui tu mi voglia parlare?", ma quest'uomo sembra che sappia il fatto suo."Quindi, devo dedurre che tu sia qui contro la tua volontà." Indovina, facendomi spalancare la bocca per la sorpresa. A quanto pare, ha già tratto le sue conclusioni da una semplice telefonata.
"Fai spesso cose che non vorresti fare?" Continua, inchiodandomi con i suoi occhi grigi. I lineamenti del suo viso sono decisi e delicati allo stesso tempo, regalandogli un'aria estremamente virile ma lontana dall'essere "bruta".
"No." Mento, lasciandomi scivolare sulla poltrona a braccia conserte.
"Sai..." Inizia Eric, chinandosi leggermente in avanti. "Tutto ciò che mi dirai, sarà coperto dal segreto professionale. Non uscirà niente da questa stanza. "Ogni secondo che passa mi sento sempre più smarrita e combattuta, anche se sono abbastanza lucida da capire che questo sia uno dei suoi giochini per far parlare i pazienti "reticenti". E credo di essere in procinto di cascarci.
STAI LEGGENDO
Not only stepbrothers
Fanfiction"E giuro che non vorrei essere così maledettamente stronzo con te, Rosaly, ma è insano guardarti e pensare che potresti essere tutto ciò che ho sempre voluto e che mai vorrò. Sapere che mi odi mi salva dal buttarmi ai tuoi piedi e supplicarti di ved...