"Sono arrivata!" Urlo, non appena varco la soglia della casa e i miei sensi vengono subito annebbiati dal piacevole e familiare profumo di Justin.
Credo che questa sia la parte che preferisco di più quando si parla di vivere sotto lo stesso tetto: tornare a casa, dopo una giornata tutt'altra che facile, e venire subito travolta dal suo profumo, impresso in ogni centimetro di questa casa.
"Avresti potuto avvertirmi che Jessica è una shopping-compulsiva." Continuo, facendo cadere la borsa e qualche busta sull'ampio divano in pelle bianca, aspettandomi di veder comparire Justin, per poi lasciarmi avvolgere in un caloroso abbraccio e rispondere alle sue domande su come sia andata la mia giornata.Devo ammettere che, a dispetto di ciò pensavo, non abbiamo mai abbastanza tempo da passare insieme, tanto da poter arrivare a provare anche un leggero pizzico di noia. D'altra parte, spesso, in queste ultime settimane, ci è capitato di vederci soltanto la sera, essendo troppo presi dai mille impegni che ognuno di noi si è ritrovato a dover affrontare.
Pertanto, il momento in cui facciamo ritorno dalle nostre precedenti destinazioni, molte volte diametralmente opposte, è rassicurante venir subito accolti con una piccola effusione d'amore e uno sguardo carico di emozioni che non hanno bisogno di essere espresse a parole.Questa volta però, Justin non sembra essere minimamente disposto a rispettare il rituale che abbiamo creato insieme, col passare del tempo.
So per certo che sia a casa, giacché ho visto la sua macchina parcheggiata nel solito posto. In più, c'è qualcosa di strano in questo silenzio tombale...ma per placare quella nauseante sensazione che mi dice che qualcosa non stia andando per il verso giusto, mi convinco che Justin stia dormendo e che non sta affatto cercando di ignorare la mia presenza di proposito.
Perciò, cercando di essere il più silenziosa possibile, mi avvicino furtivamente alla nostra stanza, decisa ad ammirare, per qualche istante, la sua immagine mentre è profondamente addormentato.
Il modo in cui le ciglia sfiorano le sue guance, le sue labbra leggermente socchiuse, il suo viso rilassato...beh, e tanti altri piccoli e meravigliosi dettagli, mi portano ad amarlo sempre di più. Giuro che vorrei poter avere la fortuna di ammirare sempre uno spettacolo di questo tipo. E non avrei bisogno di altro per essere felice.
Vorrei davvero che il suo viso facesse sempre trasparire soltanto tranquillità, come quando dorme. Ma so che sto chiedendo troppo... e che dopo la quiete arriverà sempre una rumorosa tempesta, che porterà via la serenità dal suo bel viso.
"Justin?" Sussurro, quando lo scorgo vicino alla finestra, impegnato ad osservare le strade di Miami. O, forse, è semplicemente assorto nei suoi pensieri.
In ogni caso, il mio sesto senso mi dice che non c'è da aspettarsi a niente di buono quando Justin si rinchiude nel suo mondo.
"Tutto bene?" Mi azzardo a chiedergli ancora, precipitandomi accanto a lui e posandogli una mano sulla schiena.
Egli, a sua volta, mi rivolge una breve occhiata eloquente, come se fosse appena stato risvegliato da una lunga riflessione, prima di tornare a guardare fuori dalla finestra.
"Lasciami solo." asserisce in tono piatto, evitando il contatto visivo.
"Perché?" Mi lascio sfuggire dalle labbra, confusa per questo suo strano e freddo modo di comportarsi. Dovrei afferrare e accettare al volo il messaggio: non vuole parlarne, qualunque sia il motivo del suo cattivo umore. Ma, dal canto mio, sono restia a lasciare che si allontani, senza nemmeno provare ad aiutarlo, in qualche modo.
"Lasciami solo." Ripete, ancora una volta, scandendo bene le parole.
Alzando le mani in segno di resa, anche se a malavoglia, ritorno sui miei passi, chiudendo la porta alle mie spalle.Non so come agire quando Justin ritorna ad essere scontroso, come una volta. Non ho mai saputo come gestire la sua personalità complicata...e continuo ad essere impotente, da questo punto di vista.
Perciò, decido di lasciare che la rabbia gli scivoli addosso ed aspettare- pazientemente - che il suo umore ritorni ad essere, se non buono, almeno abbordabile.Dopo un'ora di silenzio, egli mi raggiunge nel salotto, indossando ancora la sua maschera di rabbia e indignazione- facendomi capire, finalmente, che il motivo del suo umore nero non sia uno qualunque... sono proprio io.
Lasciando cadere il telefono sul divano e piantando in asso Jessica, che continua a mandarmi scatti dei suoi acquisti abbinati in modo da creare qualche outfit, punto il mio sguardo in quello di Justin e cerco di sfidarlo, affinché proferisca parola.
Avanti, Justin.
"Le voci girano." Dice, a bassa voce, portando una mano nella tasca dei suoi blue jeans. Dopo solo qualche secondo, vi estrae una bustina piena di pillole bianche e la lancia malamente sul divano, vicino a me.
Oh mio dio.
"Quindi hai ben pensato di frugare tra le mie cose, pur di verificare la veridicità di queste voci?"
"Non cambiare argomento. Non è questo il punto." Sibila, avanzando di qualche passo nella mia direzione.Che qualcuno mi metta una coperta addosso, perché il suo sguardo freddo mi ha appena fatto scendere la temperatura corporea di qualche grado.
"Non sono io ad avere dei segreti." Continua, indicando con un gesto vago le piccole pillole. "E' meraviglioso constatare che la nostra cosiddetta relazione sia basata su una completa fiducia."
Ouch. In un battibaleno è passato dalla rabbia ad un'ironia tagliente, che mi coglie totalmente impreparata e incapace di tentare, almeno, di difendermi.
"Se è questo il tuo ideale di relazione, io mi tiro fuori."
"Non dirai sul serio?" Ribatto velocemente, rifiutandomi di lasciare che lo stupore si impadronisca del mio cuore.I suoi occhi vengono attraversati da un lampo di confusione, come se anche lui fosse sorpreso dalle parole appena uscite dalle sue labbra rosee. Mi aspetto, perciò, che, da un momento all'altro, faccia un passo indietro- metaforicamente parlando, per poi sedersi accanto a me cercare di essere ragionevole...mentre io mi trasformerò in un fiume di scuse.
Ma niente di ciò accade.
Dopo essere rimasto per qualche istante, immobile, ad osservarmi, egli si affretta a recuperare le chiavi della sua macchina, dal piccolo tavolino di vetro collocato di fronte al divano, per poi percorrere a grandi falcate il salotto, lasciando una me sull'orlo di una crisi isterica.
Pur non seguendolo con lo sguardo nemmeno per un misero attimo, mi basta sentire il rumore della porta dell'ingresso che viene sbattuta per sapere quale sia stata la sua scelta.Vorrei poter scoppiare a piangere, anche soltanto per sfogare la rabbia che si è appena impossessata del mio corpo. Ma, momentaneamente, sono più propensa a spaccare qualcosa, invece di lasciare che le lacrime scorrano sul mio viso.
Andava tutto così bene...e avremmo potuto mettere da parte questo piccolo errore. Ed io, dal canto mio, non avrei esitato ad ammettere i miei sbagli, per poi essere sincera con lui su qualunque cosa mi avesse chiesto. Avrei messi da parte l'orgoglio e gli avrei confidato anche la più piccola paura, che fino ad ora ho cercato di nascondere negli angoli più remoti della mia testa.
Ma, ora, mentirei se dicessi che sono ancora disposta a farlo.
"Io mi tiro fuori."- ha detto. E nella mia testa è come se avesse lanciato una granata, per poi svignarsela alla velocità della luce, incurante di ciò che potrei sentire o pensare.
Alzandomi pigramente dal comodo divano, comincio a fare avanti-indietro, lottando contro la voglia di chiamarlo e fargli sapere quanto io sia contrariata, e magari apostrofarlo in un modo poco carino.
Successivamente, prendo tra le mani la foto che Justin più ama di noi due: quella scattata da mia madre, qualche mese fa, prima di un'importante festa.
Ormai, tante altre foto di noi ravvivano le pareti di questa casa, ma Justin continua ad amare quella foto, per qualche ragione a me sconosciuta.In un gesto avventato, dettato da un miscuglio di rabbia e impulsività, la lancio contro la parete bianca, godendomi il suono del vetro che si trasforma in mille pezzetti, per poi cadere miseramente sul pavimento scuro.
La foto è ancora intatta, è soltanto la cornice ad essere distrutta. Tuttavia, sono ben consapevole che questo gesto potrebbe ferire Justin... o, perlomeno, renderlo interdetto per qualche istante.
Ed è per questo che la lascerò esattamente così, cosicché la possa vedere al suo ritorno.
STAI LEGGENDO
Not only stepbrothers
Fanfiction"E giuro che non vorrei essere così maledettamente stronzo con te, Rosaly, ma è insano guardarti e pensare che potresti essere tutto ciò che ho sempre voluto e che mai vorrò. Sapere che mi odi mi salva dal buttarmi ai tuoi piedi e supplicarti di ved...