Truth or dare?

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"E non dubito che sarai in grado di tenerti per te questa nostra conversazione." Continua, giocando distrattamente con una ciocca dei miei capelli bagnati.
Quando la mia replica tarda ad arrivare, sogghignando malvagiamente, prende a tirarmela lievemente, ma abbastanza forte perché il messaggio sia chiaro.
"Resterà tra di noi." Confermo, cercando di regolare i miei stessi respiri.

Sto bruciando di rabbia, ma provo comunque con tutta me stessa di sembrare impassibile e poco impressionata dalle sue maniere rudi.
"Saggia decisione!" Ribatte, sbandierando un sorriso a trentadue denti, per poi liberarmi dalla sua spiacevole presenza.

Che psicopatico! Penso tra me e me, provando a riprendermi dopo questo insolito incontro.

Dopo aver cercato di scrollarmi di dosso, inutilmente aggiungerei, la sensazione di sconforto, accedo al mio bagno personale, fiondandomi direttamente nella doccia.
Sotto il getto d'acqua, che colpisce incessantemente la mia pelle abbronzata, elaboro un nuovo piano d'azione, in modo da poter sopravvivere senza troppi problemi a questo infelice periodo in cui Justin ci renderà la vita complicata con la sua semplice presenza.

Convengo, anche se a malavoglia, che l'unico modo per non essere tormentata da lui è assecondarlo nei suoi strani giochetti. D'altronde, immagino che questa situazione non durerà per molto tempo.
Non posso affermare di conoscere come il palmo della mia mano questa insopportabile persona, che sta per diventare il mio fratellastro, ma, se c'è una cosa che so, è che non riuscirà a stare a lungo qui, dove i suoi spazi personali non verranno pienamente rispettati.

E con questa consapevolezza, dopo aver finito di lavarmi i capelli e mandare via l'odore di cloro, esco dalla doccia e mi affretto ad asciugare almeno il corpo, sapendo di essere già in ritardo e di non poter fare altrettanto con i capelli.

Quando raggiungo la mia "bella famigliola" nel giardino, mi ritrovo davanti David e Justin che, sventolando i loro addomi scolpiti, si occupano del barbecue, girando e rigirando delle bistecche sulla griglia. Mia madre, invece, canticchiando una vecchia canzone di Mariah Carey, apparecchia la tavola con fin troppo fervore per i miei gusti.

"Scusate il ritardo." Affermo, mettendomi subito ad apparecchiare insieme a lei. Quest'ultima ferma il suo piccolo concerto e borbotta qualcosa che sono sicura abbia, come sempre, la solita conclusione : "Ti ho cresciuta meglio di così!".
Ma in compenso, David mi lancia un sorriso rassicurante prima di ritornare a bisticciare con suo figlio su una partita di basket.

"Allora, Justin, sei sicuro di non voler restare con noi anche dopo cena?"Chiede suo padre più tardi, guardandolo in un modo che sembra voglia trasmettergli un messaggio. Avendo origliato per gran parte della loro conversazione avvenuta poco più di un'ora fa, capisco che ci sia qualcosa dietro questa semplice domanda.
"Si. Mi sono preso la libertà di convincere anche Rosaly ad accompagnarmi, spero non vi dispiaccia." Sentenzia, lanciandomi uno sguardo enigmatico.
Dal canto mio, continuando a giocherellare con l'insalata - poiché il mio stomaco (solitamente molto avido) non ne vuole sentire di accettare nient'altro, devo raccogliere tutte le mie forze per non controbattere di fronte alla sua sfacciataggine.

"Ma è bellissimo!" Esclama mia madre, facendo trapelare nella sua voce tutto l'entusiasmo che prova nel sentire questa notizia, a suo dire, meravigliosa. "Sicuramente vi sareste annoiati nella nostra compagnia."
"Stai bene, cara?" Mi interroga David, notando la mia mancata partecipazione alla loro conversazione.
"Si...si, certo" Mi affretto a rispondere, cercando con tutta me stessa di sembrare convincente.
Con la coda dell'occhio, vedo il sorriso cinico di Justin, nascosto dal suo intento di portarsi il bicchiere d'acqua alla bocca.

Cosa non darei per poterglielo cancellare da quel suo viso apparentemente angelico.

"Sei sicura di non voler mangiare qualcosa di più sostanzioso?" Mi viene chiesto ancora.
"Stasera preferisco mantenermi leggera."Rispondo, a mia volta, facendomi affiorare un mezzo sorriso sulle labbra.
Per non destare alcun sospetto, durante il resto della cena, mi impegno a intervenire qualche volta nei loro battibecchi, annuendo distrattamente in qua e là. E Justin sembra ben contento, poiché è come se gli avessi appena offerto, su un bel piatto d'argento, la promessa che dalla mia bocca non uscirà mai niente che lo riguardi.

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