Weakness

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Cercando di regolare ancora una volta i miei sospiri, mi impegno a seguirlo, ubbidiente, fino ad arrivare alla sua macchina.
Per tutto il tragitto, restiamo in silenzio, ognuno assorto completamente nei suoi pensieri.

Non so in che direzione vanno a parare le sue riflessioni, ma le mie, di certo, lo riguardano in tutto e per tutto.
Mi sta davvero monopolizzando la mente, riuscendo a farmi provare un senso di insicurezza, paura, curiosità...e tanti altre sensazioni dannose per il mio cervello.
D'altronde, raramente riesco a provare qualche sentimento, se non positivo almeno neutro, nei suoi confronti. Justin è una sorta di generatore di pensieri negativi, mi bastano letteralmente una manciata di secondi in sua compagnia per diventare un accumulo di nervi e insicurezze.

Varie scene, avvenute questa sera, continuano a ripetersi all'infinito nella mia testa. La più ricorrente ritrae il suo bacio rubato. E mi ritrovo a constatare che quando è passato dall'infondermi dolore con la sua pressione insensibile sulle mie labbra, al baciarmi delicatamente...mi ha confusa. Non che abbia provato un particolare piacere, poiché ancora terrorizzata dal precedente attimo di cattiveria. Però, ahimè- cosa ancora peggiore, mi ha frastornata. E' riuscito a provocare un completo blackout nel mio cervello in un battere di ciglia.
E credo che il messaggio che abbia voluto trasmettermi sia perfettamente chiaro: arrendendomi, sarò tormentata il meno possibile.

"Cos'è, hai davvero così tanta paura di me?" Mi chiede, mentre usciamo dal garage e siamo diretti verso l'entrata della villa, circondata da un silenzio infernale. Il rumore dei miei pensieri riecheggia più che mai nella mia testa.
"Non ti preoccupare, Ros, non ti farò del male...o almeno non ti farò niente che tu non possa reggere." Mi dice, facendomi rabbrividire, soprattutto perché tiene ancora il suo braccio intorno alla mia vita, dandomi l'impressione di essere in trappola.
"In ogni caso, puoi benissimo mettere fine al nostro divertimento, raccontando tutto a tua madre."
"Sai che non potrei mai farlo, stronzo." Affermo, sottovoce, desiderando disperatamente di arrivare al più presto nella mia stanza.
"Allora vuol dire che ci divertiremo per molto, molto tempo." Continua, lasciandomi un fugace bacio, poco sotto l'orecchio.

Spero che tu finisca molto, molto presto all'inferno. Ribatto mentalmente, mantenendo una calma apparente.

Odio il fatto che le nostre stanze siano una accanto all'altra, poiché nonostante mi trovi finalmente al riparo dal suo sguardo maligno, mi sento comunque costretta a comportarmi in modo da non infastidirlo.

Brancolando nel buio, mi sforzo con tutta me stessa a vincere la battaglia contro la terribile cerniera del vestito, che quasi mi porta a voler dormire con esso addosso. Ed infine, dopo essere riuscita a sfilarmelo piuttosto goffamente, estraggo una maglia a caso dall'armadio, astenendomi eroicamente dall'accendere le luci.

Il buio non mi è mai piaciuto ed anche adesso, malgrado i miei 18 anni, non mi piace affatto. Mi infonde un senso di irrequietezza che niente può calmare se non la luce. Ma nonostante questo, non cado nella tentazione di accendere nemmeno una misera lampadina .
"Oh maledizione." Sussurro, sentendo scorrere il sangue dal naso. So, all'istante, che si tratta di sangue, giacché ultimamente mi capita piuttosto spesso di avere delle perdite.
Affrettandomi verso la scrivania, dove solitamente metto la scatola di fazzoletti per i film sentimentali che mi lasciano a corto di lacrime, mi maledico per aver bevuto così tanto, dato che nonostante mi stia sbrigando, continuo comunque ad essere piuttosto lenta.

Non essendo in grado di controllare perfettamente i miei movimenti, faccio cadere un paio di oggetti che causano un tonfo fastidioso- in contrasto col silenzio tombale del resto della casa.

"Hai intenzione di distruggere la casa?" Mi chiede Justin, intrufolandosi nella mia stanza, per poi accendere la luce.
Grazie a questo, ritrovo finalmente la benedetta scatola di fazzoletti e me ne porto subito uno al naso, per fermare il sangue.
"Non alzare la testa, la devi chinare in avanti." Mi viene consigliato, mentre noto come la sua figura, senza maglia , mi sta analizzando dalla testa ai piedi.

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