Breathe me

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Come può essere così sereno mentre il nostro mondo si sta sgretolando davanti ai nostri occhi?
Non riesco a trovare alcuna spiegazione plausibile... ma, in questo preciso istante, il suo sorriso è la cosa più bella che abbia mai visto, perciò cerco semplicemente di godermelo senza farmi troppe domande.

Più bello del cielo stellato di una notte di agosto.
Più bello delle onde del mare che si infrangono contro gli scogli.
Più bello dei fiocchi di neve che cadono maestosamente in una giornata freddolosa di metà gennaio, magari nella vivace città di New York.

Dio, è meraviglioso.

"Non mi guardare come se fossi pazzo." Mi ammonisce scherzosamente, dandomi un leggero buffetto sulla guancia. "Lascia che ti spieghi perché questo è il miglior momento della mia vita."
"Hai la mia completa attenzione." Ribatto in un sussurro, cercando di non perdermi nei suoi occhi, resi più ipnotici che mai da un giocoso luccichio che non sembra volerli abbandonare.
"La ragione principale è che ti amo, Ros." Comincia, fermandosi, poi, per rilasciare una risata fragorosa, avendo probabilmente notato la mia espressione confusa- dovuta alla strana piega che sta prendendo la conversazione.
"Ti amo come tu ami le vecchie canzoni, ormai passate di moda e finite nel dimenticatoio. Non per te, però. Tu non te le scordi mai." Asserisce, sorridendomi calorosamente. "E lo dimostra il fatto che ogni giorno canticchi Breathe Me, quando pensi che nessuno possa sentirti."

"Ti amo come tu ami i grandi classici inglesi." Prosegue, mentre i miei occhi si chiudono e si riaprono furiosamente, per scacciare via le lacrime che stanno minacciando di uscire. "Ho perso il conto di tutte le volte che ti sei chiusa in camera, per poi uscire tremendamente arrabbiata con qualche personaggio impertinente. "

"Ti amo come tu ami quei maledetti film strappalacrime." Dice ancora, asciugando una lacrima che sfugge al mio tentativo di controllare le mie emozioni. "E giuro che se ti troverò piangere, ancora una volta, guardando Dear John, butterò quella robaccia nella spazzatura."

Ormai i miei occhi sono diventate delle sorgenti d'acqua. Le lacrime scorrono liberamente sul mio viso, trasformandomi- sicuramente- in un pietoso spettacolo, in netto contrasto con la splendida immagine di Justin.
"E dimmi pure che sono un maledetto presuntuoso...ma so che anche tu mi ami." Confessa ancora, prima di lasciarmi dei piccoli baci sul dorso della mano.
"Altrimenti, non credo ci sia nessun'altra spiegazione per il fatto che continui a sopportare il mio essere, più delle volte, un coglione. Ma sei un essere troppo buono, Ros. Ti manca quel pizzico di egoismo che ci permetterebbe di essere felici qui-dove incontreremo mille ostacoli. E, allora, scappiamo. Scappiamo da qualche parte dove questo strano amore non arrecherà alcun danno alla nostra famiglia."

Ha il fiato corto per questo lungo discorso, fin troppo intenso perché i nostri cuori lo possano sopportare senza cercare di uscire fuori dal petto. Ma il suo sorriso e le sue parole continuano ad illuminare questa situazione, apparentemente, così buia.

"Perché io ti amo, Ros. E so che anche tu mi ami." Ripete, in un ultimo colpo di grazia, che mi porta a catapultarmi su di lui e affondare la testa nell'incavo del suo collo, inspirando il suo profumo a pieni polmoni.

Scommetto che stiamo offrendo uno strano spettacolo, così come siamo adesso: avvinghiati l'uno all'altra, seduti sul pavimento freddo.

Ma, dio, fa' che il nostro amore sia così sempre...bizzarro ma intenso.

"Ti seguirò dovunque tu voglia andare." Dico infine, con la voce roca- per tutte le lacrime versate, e la consapevolezza di essere irrimediabilmente sua.

Ed, impegnati, come siamo, a sentire i battiti dei nostri cuori...troppo estranei per questo mondo, tutt'altro che delicato con i nostri sentimenti, non ci rendiamo subito conto di essere osservati. Ma non appena facciamo capolino dalla nostra bolla di sapone, notiamo David- appoggiato allo stipite della porta, mentre ci guarda sorridendoci mestamente.

Quando egli, in fine, prende ad avvicinarsi a noi, scorgo i suoi occhi iniettati di sangue e capisco di non essere stata l'unica a dare libero sfogo alle proprie emozioni.

"Era così ovvio che ci fosse qualcosa tra di voi." Afferma, in fine, prendendo posto sul divano.
Staccandomi dall'abbraccio di Justin, imito la sua azione, mentre egli mantiene la sua posizione.
"Non ho mai pensato fosse importante, però. Ero convinto che si trattasse solo di sesso."
D'istinto, comincio a tossire, completamente travolta dall'imbarazzo, desiderando, allo stesso tempo, di colpire in pieno viso Justin, che sogghigna divertito e pienamente a suo agio. Sembra che niente riesca a smuoverlo o prenderlo alla sprovvista, e benché io ami questo suo lato, vorrei davvero di non essere sempre io quella che viene travolta da ondate di emozioni.

"Sei arrabbiato?" Mi azzardo a chiedergli, preparandomi ad una possibile risposta tagliente, anche se David non è esattamente il tipo di persona che ama ferire il prossimo con le parole.
"No, non lo è." Lo precede Justin, lanciandogli uno sguardo provocatorio che gli viene restituito con la stessa intensità.

"No, sono solo un po' confuso." Asserisce, finalmente, David- grattandosi la nuca con fare imbarazzato. "So solo che non ho intenzione di darvi in pasto al lupi per un qualcosa che non può essere controllato."

Me ne accorgo di aver trattenuto il respiro soltanto quando mi ritrovo a rilasciare un lungo sospiro di sollievo, estremamente grata per quanto appena sentito.
David non ci odia... ed è bellissimo sapere di non aver perso anche lui, oltre a mia madre.

"Per ovvi motivi, però ..." Prosegue, per poi fermarsi e ascoltare il forte tonfo proveniente da qualche parte della casa. "Non sarebbe saggio restare in questa casa."
"Devo andare via?" Chiedo con un filo di voce, rivolgendo uno sguardo smarrito a Justin, che sembra tutt'altro che colpito, mantenendo la sua espressione allegra mentre guarda suo padre in modo amorevole.
"Beh, si. Ma non troppo lontano...diciamo sulla Park Avenue, insieme a Justin. Non credo che Miranda sopporterebbe la vostra presenza, per un po' di tempo."

E le porte che vengono sbattute violentemente al piano superiore rafforzano la sua teoria.

A questo punto, capisco pienamente perché Justin sia stato totalmente calmo durante questa conversazione. Conosce fin troppo bene bene suo padre per pensare che sia in grado di ostacolarci in qualche modo, nonostante, in un certo senso, entrambi ci siamo involontariamente trovati a fargli un torto.
"Mi sembra la cosa più giusta da fare, anche se preferirei avervi, qui, con noi."
"Grazie." Bofonchio semplicemente, avvolgendolo in un abbraccio- in un impeto di impulsività. David non esista a ricambiare, accarezzandomi i capelli e sussurrandomi che andrà tutto bene.

E' così che ci si sente ad avere un padre meraviglioso? Non so, è una sensazione troppo estranea, per me che non ho mai avuto niente a che fare con nessuna figura paterna...e ora mi sembra di essermi persa un mondo.

"Prepara le valigie." Mi sussurra Justin, schioccandomi un bacio sulla fronte, prima di alzarsi e seguire suo padre, fuori dal salotto, deciso ad affrontare l'argomento che ha tanto turbato David, ovvero la sua confessione sul suo comportamento passato, lontano dall'essere giusto, nei miei confronti.

Mi ci vogliono un paio di minuti prima di dare un senso alle sue parole, troppo sopraffatta da questi ultimi eventi.

Nessuno di noi due è pronto ad un passo così grande. Non importa quanto sia intenso e forte il nostro amore...semplicemente, vivere insieme, non è ciò che ci serve in questo momento. Soprattutto perché questa volta sarà tutto diverso...saremo una coppia, senza dover fingere di essere qualcos'altro.

Eppure, questa é l'unica via di uscita che ci viene offerta...e noi non ce la faremo sfuggire, sperando di poter far fronte al futuro incerto che ci attende.

Non ho la più pallida idea di cosa ne sarà del nostro rapporto.
Non so se arriveremo a rimpiangere i nostri spazi personali o ci godremo ogni secondo passato insieme.

E, per quanto sia dura ammetterlo, non sappiamo nemmeno se il nostro sia un vero amore, per quanto ci piaccia pensarlo. Siamo in quel periodo, della vita, in cui niente è certo e tutto può mutare, trasformarsi fino a diventare irriconoscibile ai nostri stessi occhi.

Solo il tempo potrà rispondere alle nostre domande tacite...e spero che sarà clemente.

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