VOLUME 1: la lunga strada verso casa - CAPITOLO 1

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A parte il fatto che i miei temi deviavano sempre troppo dal titolo assegnato oppure, come ho detto prima, il mio linguaggio mancava di eleganza, il che mi costava sempre qualche punto, i miei voti in generale erano abbastanza buoni, ed ero piuttosto vicino a essere definito uno dei migliori studenti. Questo è il motivo per cui, prima che fossero esposte le graduatorie degli esami di metà trimestre, avevo scommesso con Fatty [1] e gli altri che sarei riuscito a piazzarmi tra i migliori 15. Era una puntata sicura perché, se avessi superato il tema, arrivare tra i primi 15 sarebbe stato un traguardo semplice.

Invece, quando le graduatorie furono esposte, mi ero piazzato 16°.

Senza parole, offrii a Fatty e agli altri studenti i migliori noodles saltati della mensa. Ognuno ne mangiò due grandi piattate, e insieme ai noodles sparì anche metà della mia paghetta settimanale. (Mio padre e mia madre davano settimanalmente a me e mio fratello dei soldi.) Non ero soddisfatto: il mio tema aveva sorprendentemente ottenuto buoni voti, quindi perché non ero riuscito a entrare nei migliori 15? Ripresi in mano i sette compiti scritti e li ricontrollai attentamente: su un punteggio massimo di 100, avevo preso 87 a cinese, 90 a matematica, 92 a inglese, 89 a fisica, 86 a scienze politiche e 69 a storia. Probabilmente era quest'ultima che mi aveva tirato giù: in effetti avevo preso meno di 70 punti. Ancora incapace di accettare il piazzamento, ricontrollai attentamente lo scritto di storia, sperando di scovare un errore di calcolo di uno o due punti. Il 15° posto apparteneva a Lu Feng, anche lui della nostra classe, che aveva ottenuto soltanto un punto in più di me. Riuscire a riguadagnare un punto significava che potevo condividere la posizione con lui. Non era tanto una questione di onore, quanto il fatto di riuscire a mangiare per il resto di quella settimana.

Il mio sangue cominciò a ribollire e la mia faccia diventò rossa per la rabbia. Avevo ottenuto un punteggio pieno per le domande a scelta multipla, ma l'insegnante mi aveva messo soltanto un grosso segno rosso di spunta: neanche uno dei venti punti era stato aggiunto al mio voto finale.

Venti, venti punti... Tra i primi 15 anche mezzo punto potrebbe cambiare tutto, non parliamo poi di quaranta mezzi punti!

Io, che stavo inizialmente sdraiato al piano di sopra di un letto a castello del dormitorio a otto posti aspettando la morte, immediatamente saltai su, preparandomi per prima cosa a cercare Fatty per farmi restituire i soldi, e poi ad andare alla stanza degli insegnanti per ottenere i punti che mi spettavano. All'improvviso, appena alzai la testa, vidi Lu Feng, il proprietario del letto sotto il mio, precipitarsi sovreccitato dentro la stanza, con una scatola di carta apparentemente costosa tra le mani.

"Cheng Yi Chen, vieni a vedere il mio lettore di CD."

Era il 1996, e allora nel nostro piccolo villaggio [2] molti ragazzi potevano divertirsi solo con pesanti lettori di cassette, e portarsi dietro uno walkman della AIWA era già un privilegio che andava ben oltre possedere un lettore di minidischi [3]. Anche io sentivo un inspiegabile senso di curiosità e ammirazione mentre esaminavo quel congegno nero, e intanto mi ero dimenticato il mio solito atteggiamento di rifiuto a perdere tempo con Lu Feng.

Dall'inizio della scuola era trascorso solo mezzo trimestre, ma i gruppi nei quali i ragazzi si ritrovavano erano già bene o male formati. Io e Lu Feng eravamo due persone molto diverse che per nessuno motivo si sarebbero mescolate tra loro. Io, come avrete notato, ero un bravo studente e un figlio obbediente. Mio fratello, più giovane di me di un anno, era ancora in prima media, mentre io ero uno studente veloce che aveva guadagnato qualche anno ed ero già arrivato in prima superiore. A parte i voti, tutto quello che mi riguardava era decisamente modesto. La situazione economica della mia famiglia era assolutamente normale (vorrei vedere voi, con due genitori con stipendi medi, i quali dovevano mantenere un figlio che non aveva nessuna capacità di gestire le finanze e che studiava in una scuola prestigiosa!). Mi era stato insegnato fin da piccolo che niente era più importante della conoscenza ottenuta sui libri, e venivo sempre minacciato con la solita frase: "se non riesci ad entrare all'università, allora puoi tornare nella nostra città natale per coltivare i campi dei nostri antenati che si estendono per chilometri", quindi non mi sarei mai confrontato con gli altri. Finché si trattava di cibo o abbigliamento, purché una cosa fosse mangiabile o indossabile, allora andava bene, ad esempio il mio completo delle medie, cioè i normali pantaloni lunghi neri o blu con una camicia bianca e delle scarpe da ginnastica bianche. Come ci si aspettava da me, avevo il taglio di capelli più appropriato e che meglio si addiceva alle regole scolastiche, e ogni giorno avreste potuto assistere alla solita scena di me con indosso un paio di occhiali fuori moda mentre sedevo alla mia scrivania a studiare.

A Round Trip to LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora