VOLUME 6: inquilino - CAPITOLO 2

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Lu Feng restò fuori a lungo. Io semplicemente non volevo pensarci, ma dovevo sempre darmi un contegno. Avevo bisogno di apparire felice di fronte agli altri e questo mi stancava facilmente.

Mi svegliai a mezzogiorno, debole, consapevole della mia testa pesante e iniziai a esclamare: "Oh, no!" Quando mi stressavo così, automaticamente mi veniva la febbre: sembrava che ormai avessi fatto un abitudine dell'ammalarmi.

Con uno di quei terribili mal di testa, non riuscivo a immaginare di infilarmi per due ore dentro un autobus, ma quel giorno avevo già detto che sarei andato a trovare mio figlio. Dopo che Zhou Lan era morta, padre e figlio dovevano fare affidamento l'uno sull'altro e incontrarsi spesso.

Le Feng era infelice quando passavo del tempo con loro. Ogni volta che compravo cose per Wen Yang, trovava sempre scuse e bugie per venire a spiarmi.

Non gli piaceva che un padre e suo figlio si incontrassero e non si preoccupava di agire in segreto, a rischio di far scoppiare uno scandalo.

Eppure lasciava che Xiao Luo vivesse in casa con noi, che sedessimo e mangiassimo insieme, con gioia e piacere. Quando poi gli erano iniziate le vacanze a scuola, era andato personalmente in macchina a prenderlo per riportarlo indietro.

Conosceva chiaramente il sentimento di essere padre.

Entrambi erano figli, ma Xiao Luo era il suo sangue, il suo tesoro da ricoprire di cure e proteggere, mentre Wen Yang era prova dei miei misfatti, lo aveva odiato dalla prima volta che lo aveva visto.

Ero sdraiato sul letto e pensavo, arrabbiandomi sempre di più. Alla fine non riuscii più a resistere, quindi chiamai mio figlio: "Wen Yang, vieni tu. Oggi Lu Feng non è a casa."

"Non hai paura che mi veda?" Mio figlio si prendeva gioco di me.

Io gli mostrai un atteggiamento da padre e lo rassicurai: "Va tutto bene, vieni qui, non ti farà niente."

*****

Wen Yang arrivò in fretta. Adorava sempre vantarsi di quanto era bravo a guidare, sicuro e veloce, ma sfortunatamente io, che ero suo padre, non avevo avuto l'opportunità di provarlo. Pensandoci, mi sentii molto avvilito.

Chiesi ai domestici di portare dei dolci e del tè nella mia stanza, poi mi arrampicai immediatamente di nuovo a letto, mi coprii con il lenzuolo fino alla pancia, presi il tè caldo per berlo e iniziai a parlare con mio figlio, mentre stavo così semisdraiato.

"Stai male?"

"No, mi sento solo leggermente caldo. Starò meglio dopo aver bevuto un po'."

"Non mi sembra che tu ti senta bene... Quello là ti ha fatto qualcosa?"

"Non pensare a queste cose." Lo schiaffeggiai sulla mano. "Mi tratta molto bene."

"Davvero?" Wen Yan era riluttante. "Allora va bene. Ma se dovesse succedere qualcosa, ricordati che devi dirmelo: ci penserò io a fare giustizia per te."

Risi e lo accarezzai con forza sulla testa. "Stupido: non l'ho già messo in chiaro? Tu sei il figlio, io sono il padre."

"Sono cresciuto."

Mentre ascoltavo mio figlio, che non aveva neanche la metà dei miei anni, parlare così, i miei occhi si fecero caldi. Gli afferrai stretta la mano.

"Wen Yang, il fatto che tuo padre sia così... ti fa vergognare molto?"

"..."

"Mi dispiace."

"..."

"Ti metto in imbarazzo... non sono un buon padre..."

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