A Round Trip to Love

VOLUME 1: la lunga strada verso casa - CAPITOLO 41

Sembrava che il freddo si stesse facendo sempre più pungente.

Yi Chen era andato a lezione. Io ero come una nonna, chiuso dentro casa, avvolto in una coperta, mentre da molto tempo battevo al computer, con la testa che girava e gli occhi appannati. Intanto continuavo anche a pulire fuori e dentro la stanza. Le braccia e le gambe mi facevano male e il mio cervello si era svuotato, quindi alla fine mi ero seduto in trance sul divano. All'improvviso mi ricordai che non c'era più bisogno che mi nascondessi, quindi era arrivato il momento di fare una telefonata a Ding Ding e agli altri.

Mi aspettavo di essere accolto con una serie di insulti e imprecazioni, quindi allontanai la cornetta dall'orecchio, riuscendo comunque a sentire il baccano che faceva Ding Ding.

"C'è qualcosa che non torna: è ancora orario di lavoro, eppure riesci a oziare in questo modo? Sei così pigro da sembrare arrogante. Il responsabile non è in giro?"

Zhu Sha afferrò il telefono, ma riuscivo comunque a sentire vagamente la voce di Ding Ding: "Non solo il responsabile non c'è, ma neanche il capo!"

"E dove sono andati? Non sono ancora iniziate le vacanze primaverili..."

"Sono tutti all'ospedale."

"..." All'improvviso mi sentii inquieto. Avrei voluto chiedere, ma avevo paura di aprire la bocca e farlo.

Si dice che lo sciocco continui a domandare finché non c'è più niente da chiedere.

"Ieri il signor Lu è tornato."

"Oh." Mi premetti il petto: inaspettatamente e per nessuna ragione il cuore aveva preso a battermi velocemente.

"Chi si sarebbe aspettato di vederlo collassare appena entrato in ufficio?! Tutti i dipartimenti, da quelli più importanti agli ultimi, si sono ritrovati improvvisamente indaffaratissimi. Adesso è ancora all'ospedale: sembra che la situazione sia piuttosto brutta, quindi anche la signorina Lu è tornata." Zhu Sha rise ironicamente. "Persino in questa occasione non si sono scordati di avvertirci di non far trapelare informazioni. Sono preoccupati che, a causa dell'incidente con il signor Lu, le azioni subiranno un crollo. Sono veramente attenti ad ogni dettaglio! Finalmente ho potuto osservare con i miei occhi quello che si definisce un vero uomo d'affari!"

Non sapevo perché, ma la mano con cui tenevo la cornetta continuava a tremare. "... qual è la situazione, adesso?"

"Sembra che non si sia ancora svegliato. Pare che tutti si stiano preparando mentalmente... Pronto? Xiao Chen? Mi senti? Xiao Chen... ? È caduta la linea? Perché non sento niente? Pronto... ?"

Forse ero davvero stanco, ma sembrava che non riuscissi a controllare mani e piedi. Non capivo perché non riuscivo a infilare in tasca portafoglio e carta di identità. Quando aprì la porta, Yi Chen mi vide sulla soglia che cercavo di infilarmi in fretta le scarpe.

"Che è successo?"

"Io..." Mi raddrizzai tirandomi su, senza sapere come fare a spiegare. "Io esco..."

Yi Chen era troppo perspicace e mi afferrò per una spalla. "Dove stai andando?"

"È successo qualcosa di brutto a Lu Feng, si è ammalato gravemente ..."

Yi Chen si accigliò e si parò con calma davanti alla porta.

"Hai detto che non saresti andato da lui.

"Ma è probabile che muoia!"

Yi Chen serrò le labbra e si spostò appena su un lato.

Sgusciai fuori passandogli accanto, mentre osservavo la sua faccia addolorata, e con delicatezza gli dissi: "Vado solo a dare un'occhiata al reparto. Se sta bene, non entrerò neanche..."

Corsi giù per le scale da dove sentii mio fratello che, da sopra, urlava: "Fratello, hai detto che tornerai!"

Ding Ding fece di nuovo un sacco di storie appena ricevette la mia telefonata dall'aeroporto. "Sei nella città S? Allora fai il bravo e vieni a giocare a carte con noi, ci manca giusto una persona..."

A volte il suo atteggiamento indifferente riesce veramente a essere irritante.

"Cosa?! In quale ospedale si trova Lu Feng?" Ding Ding rimase piuttosto perplesso di fronte a questa domanda, forse perché lo avevo chiamato semplicemente per nome.

"Sai persino che è stato ricoverato in ospedale! Sei incredibile!"

Questo pazzo... Non dirmi che il divieto di far trapelare le notizie agli estranei includeva anche me?!

"Come stai il capo... Come posso saperlo? Quel giorno è andato in ospedale e non è più tornato. A quale ospedale? L'ospedale XXX... Ma perché lo chiedi? Ah, certo, affetto tra vecchi compagni di classe... Ricordati di venire a giocare a carte dopo la visita, a mezzogiorno devi offrirci il pranzo!"

Mi sentivo stanco e chiusi lì la telefonata.

Forse, in quanto persona esterna alla famiglia, avrei dovuto essere come Ding Ding, che rimaneva distaccato da queste cose che non lo riguardavano, per cui riusciva a sentirsi tranquillamente a suo agio.

Perché io dovevo sentirmi così stressato, al punto di risultare patetico?

È sorprendente come l'odore di disinfettante all'interno degli ospedali riesca a far provare paura alle persone.

I dirigenti, estremamente preoccupati, si aggiravano fuori dal reparto con un'espressione solenne sul volto. Io rimasi lontano, in piedi: non avevo il coraggio di andare fino là, perché in effetti non avevo nessuna qualifica per farlo. Come avrei spiegato la mia identità? Un compagno di classe delle superiori?

Molto divertente.

"Dottore, quindi come sta?"

Fui colto di sorpresa, quindi mi allontanai velocemente.

Era la sorella di Lu Feng: aveva un aspetto estremamente triste mentre camminava insieme al medico, arrivando lentamente verso dove mi trovavo.

"Abbiamo fatto del nostro meglio."

Questa frase mi fece improvvisamente gelare mani e piedi.

"Il paziente si sveglierà presto, ma la situazione non è delle migliori. Dovreste tutti prepararvi mentalmente. E riguardo a questa malattia..."

Lei chiuse gli occhi mentre annuiva. "Ne eravamo già consapevoli da qualche anno, ma..."

"Capisco come vi sentite. Non ho molto altro da dirvi, rispetto a quello che vi hanno già detto gli altri medici: probabilmente riusciremo a ritardare di sei mesi, dieci al massimo."

Rimasi impietrito.

Metà anno?

Ma, Lu Feng... mi ricordo che mi hai detto che avevamo tutta l'eternità...