Pensavo che soltanto le giovani donne sole avrebbero potuto vivere l'esperienza di essere importunate, se ubriache, ma la società era inconsapevolmente cambiata: ora gli idioti non avrebbero lasciato in pace neanche un maschio solo e ubriaco. Quando quel gruppetto di malintenzionati si sedette accanto a me, sapevo già che c'era qualcosa che non andava. Comunque, a causa del fatto che avevo bevuto troppo, la mia reazione fu troppo lenta, quindi venni spinto indietro sulla sedia prima ancora che potessi alzarmi in piedi.
"Co- Cosa state facendo?!" L'alcool non mi rendeva sovraeccitato, ma soltanto lento, e mi faceva balbettare; allo stesso modo, la mia faccia non diventava rossa come un pomodoro, ma la mia pelle pallida si tingeva solo di un lieve rossore.
"Reggi bene l'alcool! Unisciti a noi per qualche altra bevuta!"
Sentivo la mano di qualcuno sui fianchi, e un'altra mi stava toccando il petto.
"No, non potete..." Quando andai nel panico cominciai a parlare ancora più lentamente. Quelle mani continuavano a vagare sul mio corpo: non ero in grado di togliermele di dosso. "To... gliete... queste mani..."
"Ti devi sentire triste, qui tutto solo, vero? Lascia che ti facciamo compagnia e divertiti un po'."
"Non... voglio..." Come potevano due mani vincere contro sei? Mi sentivo terribilmente a disagio e stavo iniziando a sudare freddo.
Vedendo che non avevo la forza per oppormi, divennero ancora più audaci, e mi afferrarono là in mezzo. Qualcuno mi toccò la faccia. "Che c'è? Ti metti a piangere, adesso? Vieni, ti pago da bere come risarcimento."
"No..." Girai disperatamente la testa, cercando di evitare il bicchiere che mi veniva premuto con decisione contro le labbra.
Mi aprirono la bocca con la forza, così poterono versarci dentro quel liquido freddo e forte. La metà mi uscì dagli angoli della bocca, bagnandomi il petto. Per un attimo soffocai, quindi tossii forte e la mia faccia diventò di un rosso acceso.
Il mio essere così indifeso non li rese che ancora più interessati, quindi mi continuarono a tenere giù per farmi bere rapidamente un secondo bicchiere.
Le mie braccia e le mie gambe mi abbandonarono, la mia testa girava vorticosamente e la mia vista si era fatta completamente appannata mentre cercavo di lottare. "Non... voglio... bere..."
"Che state facendo?"
Trovare qualcuno che intervenisse fu una sorpresa; i pochi sciocchi che si facevano avanti per aiutare uno sconosciuto erano scomparsi da tempo, e un uomo adulto come me non aveva in pratica nessuna speranza di essere salvato. Anche gli stessi proprietari dei bar spesso aspettavano fino a che non potevano più sopportare di veder danneggiare i loro bicchieri o le loro lampade, prima di urlare di fermarsi, per poi aggiungere: "Se volete fare casino, fatelo fuori!"
"Niente, siamo tutti amici." Il gruppetto si mise a ridere, mentre mi tenevano. "Andiamo a parlare fuori, forza."
"No..." Lottai disperatamente per liberarmi dalla loro stretta. "Non... li conosco..."
Barcollai per un po', fino a che un altro paio di braccia mi afferrò saldamente.
Lo guardai confuso.
"Cheng Yi Chen? Sei tu?!"
... Chi? Questa persona...
Sforzai gli occhi nel tentativo di riconoscere la sua faccia.
I suoi tratti sembravano familiari, ma allo stesso tempo completamente sconosciuti.
Lu- Lu Feng?!
No, no, Lu Feng non sarebbe tornato. Non mi abbraccerebbe così.
Ma, ma...
Se fosse Lu Feng? Se fosse davvero Lu Feng?
Ero completamente disorientato e mi afferravo ciecamente ai suoi abiti.
Non riuscivo più a sentire cosa quella persona stesse dicendo, sapevo solo che era pronto a spingermi via.
Lu Feng, non fare così, voglio parlarti, non farmi questo...
Lo abbracciai in preda al panico. "Non... non andartene..."
"... Che stai facendo?!" Spinse via bruscamente la mia mano.
"Aspetta, non... andare..." Mi aggrappai testardamente a lui, seppellendo la mia faccia nella sua spalla, terrorizzato all'idea che stava per andarsene e non tornare mai più.
I rumori intorno iniziarono a confondersi: riuscivo solo a sentire lui che cercava gentilmente di convincermi a lasciarlo dicendomi "Yi Chen... Prima lasciami andare, va bene? Non me ne vado."
Lo lasciai cautamente. Fortunatamente, abbassò semplicemente la testa per guardarmi, ma non approfittò dell'occasione per scappare.
"Yi Chen, che ne dici di bere un po' di tè?"
Non mi mossi, continuando stupidamente a guardarlo.
Lu Feng, non mi hai mai chiamato così in passato.
All'improvviso si distanziò per affiancarmi con rabbia. "Parlate! Chi diavolo è suo amico?!"
Non ebbi neanche il tempo di allungare le mani verso di lui, prima che si girasse e tirasse un pugno a uno del gruppetto.
Quando il pugno atterrò sulla carne, si sentì risuonare un suono orribile; qualcuno stava gridando dal dolore. No, Lu Feng, non puoi ficcarti di nuovo nei guai...
Mi alzai precariamente e gli bloccai la strada, cercando di fermarlo, poi sentii un dolore al collo. Non riuscii a vedere cosa stava succedendo prima che una forza improvvisa mi sopraffacesse, facendomi cadere; la mia testa ricadde all'indietro e atterrò su qualcosa di sconosciuto, e le mie palpebre diventarono gradualmente troppo pesanti perché riuscissi a tenerle aperte.
Quando mi risvegliai, mi trovai ancora penosamente disteso accanto al bancone del bar. In giro non c'era nessuno, a parte un cameriere occupato a ripulire il caos. Anche il Lu Feng delle mie allucinazioni era indubbiamente sparito.
Restai seduto lì con sguardo assente per un po', senza nessuno che mi infastidisse o mi notasse.
Alla fine mi alzai e me ne andai in silenzio.
L'anello era scomparso.
Dopo essermi assicurato che intorno al mio collo non c'era davvero niente, mi frugai un'altra volta addosso disperatamente. Quando l'avevo perso? Prima di andare a bere la notte prima, ero sicuro di aver sentito vividamente il suo peso che premeva sul mio petto.
Quando, esattamente, lo avevo perso?
Il bar apriva solo alle 19, quindi restai accanto alla porta fino all'apertura, poi mi precipitai dentro.
Le luci non erano forti, quindi mi accovacciai e perlustrai ogni centimetro della zona nella quale la notte prima era scoppiata la rissa, fino a che non mi ritrovai le mani coperte di polvere.
Niente.
Mi attaccai a un ultimo barlume di speranza e cercai un'altra volta, controllando addirittura le fessure nelle assi del pavimento, ma ancora niente.
Il proprietario del locale mi guardava sconcertato mentre strisciavo in giro sconvolto sotto i tavoli. Volevo veramente spiegargli la mia difficile situazione, chiedergli se aveva trovato un piccolo anello d'argento, ma la disperazione mi aveva travolto rendendomi incapace di parlare.
Il peggior scenario era che fosse già stato spazzato via con i vetri rotti e il resto della spazzatura.
L'unica cosa che Lu Feng mi aveva lasciato.
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A Round Trip to Love
RomansaRomanzo da cui è stato tratto l'omonimo film in due parti. Due ragazzi si incontrano sui banchi di scuola e si innamorano, ma sono costretti dalle famiglie a separarsi. Le loro strade saranno però destinate a incrociarsi di nuovo più volte, durante...