"Sabrina, Sascha è con Stefano"

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Salvatore.
Sento l'acqua scorrere giù per lo scarico. Mi lascio cadere sulla sedia di legno in cucina. Appoggio la testa alle braccia posate sul tavolo allungandomi e perdendo quasi subito conoscenza.
"Sal?" sento una leggera pressione sulla fronte.
"Sa-al?" Eleonora mi bacia sulla guancia.
"Salvatore" le sue labbra mi sfiorano il mio naso.
"Lo so che sei sveglio, non te lo do l'altro bacio" dice allontanandosi.
"Ma io lo voglio" dico con voce innocente.
"Alzati e vai a farti la doccia" dice e scommetto che sta sorridendo.
"Io non mi alzo di qui finché non mi baci" sussurro.
"Allora morirai" dice e sento i suoi passi allontanarsi. Mi alzo, cercando di non fare rumore e l'abbraccio da dietro.
"Sal!" esclama. Le scosto i capelli con mano mentre con l'altra la tengo per la vita. Comincio a lasciarle baci umidi sul collo e la sento rabbrividire. Risalgo dalla clavicola verso il mento e a circa metà comincio a lasciare dei piccoli morsi. Poi mi blocco, lascio scivolare via le mani che erano poggiate sulla sua vita e mi allontano.
"Lo so che ti piace, non te lo do un altro bacio" dico sorridendo. Indossa una felpa troppo grande che le arriva a metà coscia, ha i capelli marroni e bagnati sparpagliati gocciolanti sulle spalle.
"Ma io lo voglio" dice avvicinandosi a me e alzandosi sulle punte dei piedi per raggiungermi, senza successo.
"E se io non volessi?" chiedo altezzoso.
"Non ti sottoporrei mai a questa tortura" abbasso la testa fino ad arrivare alla sua portata, lei si avvicina pericolosamente, le nostre labbra sono a pochi millimetri, i nostri fiati si confondono e i nostri occhi si incrociano, i miei resi grandi dagli occhiali e i suoi di un verde quasi innaturale, entrambi innamorati.
"Quindi non lo vuoi?" sussurra nel silenzio carico di tensione. Per tutta risposta la bacio.
"Ora vai a lavarti però, prima che ti ammali" mi dice e io mi avvio verso il bagno e mi infilo nella doccia, lavando via la pioggia dal mio corpo tremante.

Eleonora
Sento Salvatore uscire dal bagno e lo chiamo così che venga in camera mia. Mentre lo aspettavo mi sono asciugata i capelli che ricadono liberi e gonfi sulle spalle minute ricoperte dalla felpa grigia troppo grande.
"SAL SONO IN CAMERA" grido. Dopo poco mi raggiunge a petto nudo, scalzo che si regge un misero asciugamano bianco in vita.
"Emm...hai tipo qualcosa da prestarmi? I miei vestiti sono tutti zuppi" chiede imbarazzato grattandosi la nuca con la mano libera. Rido per allentare la tenzone.
"Certo, i vestiti di mio fratello" rispondo e gli faccio strada verso la stanza di Giulio(#neldubbioGiulio). Apro l'armadio e prendo a caso una felpa nera e un pantalone della tura grigio. Mi giro per guardarlo colta da un dubbio esistenziale.
"Ma quindi ti servono anche le mutande?" chiedo mezza imbarazzata e mezza divertita. Lui fa una cosa che non mi sarei mai immaginata facesse, lascia cadere l'asciugamano e dopo qualche secondo di creduto schoc ridiamo insieme: ha i boxer.
"Voleviii" dice tra le risa scatenandone molte altre. Mi ritrovo ad accasciarmi sul letto con il mal di pancia che morde lo stomaco. Lui si veste, andiamo in camera mia e mi addormento tra le sue braccia.

Salvatore
Mi sveglio di soprassalto perché qualcuno mi tiene una mano premuta sulla bocca.
"Uno, perché sei in casa mia?
Due, perché stai dormendo avvinghiato a mia sorella?
Tre, perché indossi la mia felpa preferita?
Quattro, quello è il mio pantalone?
Cinque, chi cazzo sei?" guardo il ragazzo che ho davanti gli occhi e che mi ha sussurrato le domande in un misto di minaccia e scherzosità. Ha la mascella pronunciata, il naso a patata, le labbra dalla curva morbida e gli occhi grandi e di un verde inconfondibile. Deve essere il fratello di Eleonora, ma in questo momento mi sfugge il nome, sarà per la sua mano premuta sulla mia bocca che mi impedisce di parlare. Poso lo sguardo su questa e ciò sembra ricordare anche a lui che mi ha privato della parola.
"Vieni fuori" mi ordina sussurrando. Evidentemente non vuole svegliare Eleonora che dorme profondamente. Cerco di muovermi il più piano possibile, ma ci sono un paio di occasioni in cui Eleonora mugola e rischia di aprire gli occhi. Alla fine riusciamo a uscire e mi ritrovo ad asciugare le mano sudate sui pantaloni del tipo che ho davanti. Ci ritroviamo in cucina e lui mi fa segno di sedermi alla sedia davanti a quella in cui ha preso posto lui. Mi sa tanti di interrogatorio.
"Bene adesso puoi rispondere alle domande" dice con un sorriso beffardo dipinto in volto e adottando un tono di voce nuovamente normale.
"Emm...pioveva ed Eleonora mi ha invitato qui. I miei vestiti erano fradici e Mi ha dato i tuoi. Mi chiamo Salvatore." spiego sperando di non apparire stupido.
"Hai anche le mie mutande?" chiede alzando un sopracciglio e per un attimo il sorriso scompare dal suo volto. Allora è un vizio.
"Emm...no" e lui scoppia a ridere per il mio imbarazzo e molto probabilmente per il sollievo.
"Bene, bene, bene. Non hai risposto alla domanda più importante. Perché eri a letto con la mia adorata sorellina?" chiede abbandonando il suo atteggiamento scherzoso.
"Io...non abbiamo...c'è" mi ritrovo a balbettare. Il suono del mio cellulare che squilla mi salva, lo cerco nelle tasche per poi accorgermi che quello non è neanche il mio pantalone e che il cellulare è sopra il tavolo e il nome di Sascha.
"Chi è Sascha adesso?" chiede il ragazzo inarcando un sopracciglio con aria di rimprovero. Tra tutte le persone che potevano chiamarmi in questo momento proprio l'unico amico che avesse un cazzo di nome da femmina.
"Un mio amico..." dico e Giulio mi fa cenno di rispondere.
"Pronto?" chiedo dopo aver sbloccato il cellulare. Sto cominciando a sudare freddo.
"SALVATORE DOVE CAZZO SEI? TI HO CHIAMATO UNA COSA COME VENTI VOLTE DIO SANTO. DEVI APRIRMI LA PORTA." mi urla molto agitato dall'altra parte del ricevitore.
"Sascha, calmati. Dove sei?" chiedo.
"Fuori la porta di casa tua, Stefano non mi risponde. Non risponde a nessuno. Devi venire con le chiavi" dice agitatissimo.
"Non posso venire Sa'..." comincio a spiegare.
"Come non puoi darmi le chiavi?! Salvatore non risponde e se gli fosse successo qualcosa..." mi ritrovo confuso a guardare Giulio, perché davvero non capisco tutta questa preoccupazione, starà dormendo.
"Sascha, calmati. Io non posso venire adesso..." comincio a dire ma vengo interrotto dalle urla del mio amico.
"NO TU ADESSO MUOVI IL CULO E VIENI QUI NON MI INTERESSA SE TI HO INTERROTTO MENTRE SCOPAVI " urla e sono costretto ad allontanare l'orecchio dal cellulare.
"Magari" sussurro e Sascha attacca. Guardo il cellulare che ho tra le mani confuso.
"Cosa diavolo sta succedendo?" chiede Giulio ridendo.
"Il mio coinquilino a quanto pare non apre la porta e il mio amico è...preoccuoato" dico, ma non so se sia il termine giusto, Sascha sembrava completamente fuori di sè.
"Amico, certo" dice guardandomi sospettoso. Cerco di mantenere gli occhi fissi nei suoi e dopo qualche minuto interminabile scoppia a ridere.
"Mi piaci, Salvatore, certo più di quello di prima. Puoi dormire praticamente sempre da noi, posso regalarti tutti i miei vestiti, ma se provi, anche solo per sbaglio, a fare del male a mia sorella sei un uomo morto" dice tornando subito serio. Questo tizio ha moltissimi sbalzi di umore. Nelle sue parole noto il tono non di una minaccia, ma di una certezza che si avvererebbe se il contesto da lui citato avesse luogo.
"Ora cerca di capire cosa diamine è successo a casa tua e poi torna da mia sorella, le mancherai" dice facendomi l'occhiolino. Si alza, si stiracchia e poi esce dalla stanza grattandosi il culo. Tiro un respiro di sollievo e sciolgo la tensione che mi è costato l'incontro con il fratello di Eleonora. Clicco il nome di Sascha chimandolo. Mi risponde dopo un paio di squilli.
"Pronto Sascha, sei a casa mia? ...Si...Sei con Sabrina?...No...Come sta Stefano? Che è successo?...Sal è tutto a posto...Ti ha aperto?...si, ha aperto. Scusa. Ciao" conclude la chiamata attaccandomi in faccia e facendomi morire in gola le domande che avevo da farli. Decido che sono troppo stanco per richiamare, per farmi domande. D'altronde mi ha detto che andava tutto bene. Ritorno in camera di Eleonora, poso il cellulare sul comodino e mi stendo accanto a lei cercando di non svegliarla. Poso la testa sul cuscino e faccio a tempo solo a pensare a quanto sia bella, a sentire lei che sossurra piano il mio nome nel sonno e poi mi addormento. Sogno che il cellulare squilla sul comodino, lo prendo e lo porto all'orecchio e cerco di rispondere senza aver premuto il tasto verde, che si preme da solo.
"Sal sai dove è Sascha?" mi chiede la voce quasi astratta di Sabrina.
"A casa" dico confuso.
"A casa non c'è" risponde Sabrina irritata.
"Sì che c'è, a casa con Stefano" dico riferendomi alla mia di casa, senza pensare che lei potrebbe non capire o fraintendere. Il cellulare si blocca, non sento più la voce di Sabrina che non mi ha dato una risposta e vola al suo posto. Mi sveglio di soprassalto, non era un sogno, e Sabrina non sembrava molto tranquilla.

Salve ominidi
Per la mia e per la gioia della mia casa ancora integra sono qui con un altro capitolo.

Era pronto già ieri in verità ma non trovavo la foto per la copertina e a dire la verità non era questa che avevo in mente ma okayokay.

Il fratello di Eleonora è troppo simpy

Il Quinto MatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora