Qui adoriamo Satana

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Salvatore
"E Sascha...non è una troia" riprende stancamente il ragazzo con gli occhiali.
"Sì che è una troia. Ti ha lasciato su due piedi e poi è tornata così sbucando dal nulla. Ti sembra normale?" si infervora Sascha.
"Veramente sono tornato io" risponde Stefano quasi timidamente.
"COSA?!" urla Sascha.

Eleonora
"Pronto?" risponde Sal subito dopo il secondo squillo.
"Ciao amore" dico mettendomi a sedere sul comodo divano e avvolgendomi nelle mie fantasticissime coperte calde stile involtino primavera.
"Oh, piccola, è successo qualcosa? MA...COSA...SMETTETELA SUBITO, AVETE ROTTO IL CAZZO" esplode lui a un certo punto dopo aver usato con me un tono basso e dolce. Percepisco altre urla gruttuali dall'altra parte del ricevitore senza però riuscire a distinguere le parole.
"SMETTETELA È UN DISCORSO INUTILE. SONO TORNATI INSIEME SA' NON DOVREBBE IMPORTARTENE DI MENO" continua sempre il mio ragazzo con rabbia crescente distinguibile perfettamente nella voce alterata. Mi sembra di sentire un "Certo che me ne deve importare" sussurrato lievemente da una persona che non distinguo. Sal sbuffa e sento dei passi pesanti e una porta che si richiude con un tonfo secco.
"Tutto bene?" chiedo titubante.
"Sì...cioè no...ma...boh ... forse è meglio se lasciamo stare" dice lui evidentemente stanco e abbattuto mentre io mi sistemo meglio tra i cuscini.
"Con chi stavi litigando?" chiedo non curandomi della sua volontà di non parlare delle grida di poco prima.
"Con Sascha e gli altri" risponde secco e sento le molle del letto scricchiolare sotto il tenue peso della stella gialla dei Mates.
"Perché? " chiedo timidamente pensando che non siano cose che mi riguardano e che quindi Sal non sia tenuto a parlarmene.
"Ste' si è rimesso insieme con la Marina e non si sa per quale strano motivo questa cosa da fastidio a Sascha e ciò mi infastidisce e non poco" dice lui facendomi scoppiare in una risata sincera e incontrollata.
"Perché ridi?" chiede ridacchiando a sua volta.
"Perché è così...stupido" rispondo continuando a ridere.
"Sì, in effetti lo è" ammette lui dice seguendo il mio esempio e prorompendo in una risata stanca.
"E poi loro sono un po' scemi" continua più calmo. Sembra che il suo umore sia di gran lunga migliorato.
"Comunque come stai? " chiede dopo qualche attimo di silenzio.
"Meglio" rispondo tossicchiando piano.
"Vuoi che venga lì da te?" mi domanda quasi speranzoso.

Salvatore
"Sì, per favore" mi prega con voce sottile.
"Fantastico, tra poco sono da te" rispondo cercando una felpa pulita e infilandomi le scarpe che ho abbandonato sotto al letto.
"Ti aspetto" dice e immagino sorgere un sorriso sul suo volto pallido e malaticcio.
"Non per molto" rispondo dolcemente mettendo il portafoglio e il cellulare nella tasca posteriore del mio pantalone. Attacco malvolentieri il cellulare a Eleonora ripromettendomi di fare più in fretta possibile. Faccio un bel respiro e apro piano la porta. Passo davanti al salotto in cui il resto dei Mates sta ancora discutendo animatamente con Stefano e Giuseppe che difendono la propria opinione da quella contraria di Sascha.
"IO ESCO" urlo forte per farmi sentire sopra le voci degli altri. Incredibilmente si ha qualche secondo di silenzio intontito.
"Dove vai?" chiede infine Giuseppe spezzando la pesante assenza di parole dopo i toni alterati di poco prima.
"Da Eleonora. Non so quando torno" rispondo incamminandomi verso il portone di casa.
"Sarebbe meglio dire che non sai se torni" mi urla dietro Sa' mentre chiudo la porta avviandomi verso le scale.
Dentro l'ascensore incontro un uomo sulla quarantina in giacca e cravatta, tra le mani tiene una ventiquattrore. Penso abiti al piano sopra del mio, dovrebbe avere due figli piccoli e una moglie irritante e ficcanaso.
"Scusi, lei abita al piano sotto il nostro vero?" chiede infatti l'uomo con fare burbero.
"Sì, credo di si" rispondo titubante.
"Bene allora veda di far abbassare i toni ai suoi ospiti e anche lei li moderi perché a casa mia si dorme la mattina presto, i bambini e mia moglie hanno bisogno di riposo. Veda di prendere provvedimenti o renderò pubblico il suo indirizzo, so quanti problemi potrebbe arrecarle. Ho fatto finta di nulla fino ad adesso,ma non posso più rimandare questa conversazione." e finito il suo sermone, l'uomo di cui non ricordo assolutamente il nome esce dalle porte dell'ascensore ancora aperte non so per quale motivo, al mio piano. Rimango intontito mentre mi rivolge un saluto cortese e va via. Intanto le porte si chiudono e seleziono il piano terra, sperando che la giornata non mi riservi altri strani incontri o fonti di nervosismo.

Eleonora
Sento il campanello strillare il suo solito suono irritante e corro alla porta sperando che sia Sal, ma rimanendo delusa da un paio di uomini vestiti in maniera elegante.
"Salve signorina, siamo qui per portare la parola del Nostro Santissimo Signore nella vostra casa" ripete forse per la milionesima volta l'uomo più basso ripetendo le parole quasi come una sorta di poesia imparata a memoria.
"Mi dispiace ma il Vostro Santissimo Padre non può entrare in casa mia, sa..." dico abbassando il tono della voce come se fosse un segreto di massima importanza e rimanendo qualche secondo in silenzio, facendo in modo che gli uomini si chinino lievemente nella mia direzione, per ascoltare il grande mistero.
"...qui adoriamo Satana" sussurro conquistando le faccie scioccato degli uomini a cui non esito a chiudere la porta in faccia.

Ciao bella gente sobria!
Da quanto tempo! Lo so lo è colpa nostra e mi scuso umilmente per il ritardo😂

Sappiate che ho grandi progetti per questa ff e sappiate che il futuro che ho previsto insieme a girlshadow13 non riserva proprio rose e fiori per i Mates e i loro amici.

E per la foto...beh...come potevo non metterla?😂

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