Sembri un bravo ragazzo

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Salvatore
Salgo le scale a fatica dopo essermi fatto tutto il tragitto da casa mia a quella di Ele a piedi per mancanza di qualsiasi mezzo di trasporto conosciuto e anche sconosciuto. Questo maledetto ascensore avrà funzionato in tutta la sua esistenza due o tre volte massimo. Quando arrivo all'ultima rampa di scale vedo due uomini imbottigliati in scomodi vestiti eleganti, gocce di sudore imperlano la forte di entrambi i curiosi ometti, uno esageratamente alto e uno abbastanza basso. Hanno le facce sconvolte e preoccupate.
"Sembri un bravo ragazzo, vattene da qui! Ci sono adoratori del diavolo!" blatera il più basso correndo per le scale con uno slancio tale da rischiare di scendere più che camminando ruzzolando in malo modo.L'uomo alto mi guarda in modo strano, come se sospettasse che io sia il diavolo in persona salito dagli inferi per prendere parte a qualche strano rito di qualche ancor più strana setta, poi però si arrende e si dilegua seguendo il suo nervoso compagno. Ancora stranito percorro gli ultimi gradini che mi conducono  a casa di Eleonora, busso alla porta e lei apre quasi subito.
"Vi ho già detto che il Signore degli Inferi non vuole che entriate in casa mia " dice con aria divertita prima di riconoscermi e abbracciarmi.
"Allora sei tu che vai invocando il nome del diavolo" ridacchio divertito.
"Era l'unico modo per fargli andare via" sorride lei.
"Entra" mi invita poco dopo. Appena chiude la porta alle mie spalle mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Le poso le mani sulla vita e lei allaccia le mani dietro la mia nuca. Scioglie il bacio e io mi allontano per prenderla per mano e condurla in camera sua.
(IMMAGINA PUOI)

Stefano
"NON MI FIDO DI LEI" grida Sascha con tutta l'aria che ha nei polmoni. È un quarto d'ora che parla senza mai interrompersi e io ho praticamente rinunciato a pronunciare qualsiasi tipo di risposta. Il fatto che cerchi di proteggermi dalla Marina mi fa ancora più male...perché lui non mi vuole davvero, la Marina è stata molto chiara sul precisarmi questo. Il campanello che suona mi distrae e nel momento di silenzio che segue mi accorgo che anche Sascha ha smesso di blaterare cose che penso anche io.
"Vado ad aprire" sussurro distratto chiedendomi chi mi ha salvato dalle urla incessanti della persona che amo. Apro svogliatamente la porta e mi ritrovo avanti la persona che per ultima vorrei vedere in questo momento. La Marina. Troia puttana vacca laida.
"Ciao amore" dice lei a voce abbastanza alta da attirare l'attenzione delle due persone in salotto. Sento dei passi veloci dal solotto entrare in corridoio e sento un paio di occhi puntati sulla mia schiena mentre la Marina si alza sulle punte e mi bacia.
*Coof coof coof* tossisce la persona alle mie spalle che mi tiene gli occhi puntati addosso e per qualche migliaio di ragionevolissimi motivi spero che non sia Sa'. Mi giro lentamente e vedo lo sguardo severo del ragazzo con i capelli corvini fissarsi nei miei occhi e velocemente sposto lo sguardo altrove.
"Che ne dici se andiamo in camera tua?" continua Marina noncurante del nostro pubblico e trascinandomi un dito sul petto fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni tirandola leggermente verso di sé e costringendo a fare un passo avanti. Sento le mie guance diventare di fuoco e acconsento stanco. Non voglio incrociare lo sguardo magnetico di Sa', sicuramente carico di rabbia. Vado verso la camera guidato dalla mia ragazza facendo spostare Sascha al mio passaggio e ignorandolo completamente. Appena chiudo la porta della mia stanza lo sento rincominciare a gridare.
"Torniamo a noi" dice la ragazza facendomi praticamente cadere seduto sul letto e mettendosi a cavalcioni su di me. Comincia a baciarmi il collo e sposta il peso su di me costringendomi ad allungarmi completamente sul letto. Continua a lasciarmi baci umidi alternati a lividi dalla clavicola al mento mentre io, ovviamente in imbarazzo, penso a tutt'altro, a Sascha e al suo strano comportamento troppo fraintendibile.
"Stefano, ti amo" mi sussurra con le labbra a pochi centimetri dal mio orecchio e sempre in questa posizione, con il suo fiato caldo sul mio collo, comincia a far scivolare la mano con movimenti circolari fino a farla arrivare alla mia cintura, che cerca di slacciare. Un campanello d'allarme mi si accende da qualche parte nel mio cervello e "disarciono" Marina buttandola dall'altra parte del letto.

Salvatore
Eleonora ha la testa appoggiata al mio petto, che disegna con le dita immaginarie forme circolari. I capelli scuri ricadono ondulati sul cuscino immacolato o grandi occhi verdi si intravedono appena sotto le lunghe ciglia scure.
"Penso potrei rimanere a guardarti per tutta la vita, piccola" penso ad alta voce e prima di potermene accorgere le parole aleggiano nell'aria leggera e rilassata.
"Vorrei essere questo per il resto della mia vita, una persona felice con la persona che amo " dice lei seria.
"E lo sarai, te lo prometto" rispondo sereno imponendomi di mantenere questa promessa.
"Questa me la ricordo, sappilo" ride lei soavemente.
"Non ci sarà bisogno di ricordartelo" rispondo sorridendo a mia volta. Dopo le mie parole c'è un momento di ovattato silenzio in cui ognuno è immerso nei propri pensieri.
"E se invitassimo anche gli altri stasera a cena?" chiede lei di punto in bianco.
"Definisci altri" chiedo sorridendo.
"Il tuo gruppo...hai detto che non ci sono buoni rapporti, è un opportunità per risolvere no?" propone lei.
"No, non penso che funzionebbe" rispondo io scettico.
"Secondo me si" dice lei.
"Eh va bene, allora tra un po' li chiamo" rispondo svogliatamente.
"Perché tra un po'?" chiede lei dubbiosa.
"Per questo" dico baciandola.

Ciao
Scusate il ritardo

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