Capitolo 4: scommessa con il destino

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"Come scusa?" balbetto al microfono.

"Sono Iker Casillas, mi avevi chiamato in causa ed io sono intervenuto" dice pacatamente la voce.

Per un lungo momento trattengo il respiro, guardando con gli occhi sgranati Juan che non batte ciglio oltre il vetro, poi il mio cervello ricomincia a funzionare: Iker Casillas? Che telefona in diretta ad una radio all'una di notte??? Cassandra svegliati...è uno scherzo bello e buono...magari c'è di mezzo proprio Juan e tu ci caschi come una scema? Ma dai!

"Puahuahauahuah" esplodo in una sonora risata "Se tu sei Iker Casillas, io sono Angelina Jolie! Per un attimo c'ero quasi cascata...ahahahah..."

"Beh complimenti Angelina, parli proprio bene spagnolo.." risponde la voce con un tono divertito.

"Eh sì, sai da noi negli States lo spagnolo è una seconda lingua, ce lo insegnano a scuola, dovresti documentarti" dico decidendo di stare al gioco.

"L'unica cosa che stona è il tuo accento strano, sembra quasi....italiano!" ridacchia.

"A furia di andare a Venezia a presentare i miei film ho acquisito questo accento, anche Brad me lo dice sempre: Angelina datti una regolata, stai perdendo tutto lo slang".

Sento la voce ridere: "Beh allora cosa posso fare per il tuo amico Juan e per te naturalmente" mi domanda.

"Ah guarda per me non so, ma per Juan qualsiasi cosa abbia a che fare con Casillas va bene: un autografo, una foto, un mat....", stavo per dire matrimonio, ma mi blocco vedendo l'occhiata assassina del mio amico oltre il vetro, "un mattone che hai scagliato contro un tifoso in un momento d'ira..." improvviso chiedendo scusa con un cenno di mano.

"Un mattone? Ma per chi mi hai preso? E poi dove lo trovo un mattone allo stadio?" mi domanda divertito.

"Beh non credo che sia un problema, magari hai qualche raccattapalle compiacente che ti passa il mattone di nascosto..."..ma che cavolo sto dicendo?????

"Raccattapalle compiacente??" stavolta lo sento ridere di gusto "Cassandra temo che tu abbia le idee un po' confuse! Hai mai visto una partita allo stadio?" mi domanda.

"Certo! Per chi mi hai preso? Per una di quelle che non sanno neanche che il calcio si gioca con i piedi? Per tua informazione, io frequento gli stadi da quando avevo 6 anni e sono anche venuta a vedere il Real da quando vivo qui a Madrid, anche se poco per motivi di lavoro...."

"Ah beh allora non sei proprio un'incompetente" mi stuzzica.

"Decisamente no e ne capisco abbastanza da sapere che è colpa tua quel goal che avete preso domenica scorsa contro il Getafe, perché invece di guardare la traiettoria del pallone stavi cercando funghi tra l'erbetta vicino all'area di rigore" dico con tono acido.

"Come scusa?" domanda sorpreso.

"Hai sentito bene! Che ci facevi fuori dai pali, mentre i tuoi avversari si avvicinavano alla velocità della luce? Poi vi lamentate quando si da' la colpa ai portieri, ma la verità è che dovreste smetterla di guardarvi in giro e pensare più a quando è il caso di uscire o meno e tu non l'hai fatto!" concludo soddisfatta.

"Mamma mia, se avessi saputo tanto non avrei telefonato affatto" dice la voce ridacchiando.

"Questo è il trattamento riservato ai mascalzoni che fingono di essere chi non sono", faccio la maestrina proprio io che sono un caso disperato.

"Ancora con questa storia?! Come faccio a farti capire che sono quello vero?" chiede sconsolato

"L'unica possibilità è che fossi davanti a me in carne ed ossa, ma questo non è possibile quindi..."

Will you be there? || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora