"Oh no, la mia vespa, non ci credo!" mi dispero.
"Sei sicura di averla lasciata qui?" mi domanda Iker.
"Certo che sono sicura, c'è anche il lucchetto...lo hanno segato!" piagnucolo come una bambina.
"Mi dispiace Cassy. Comunque tranquilla, ti accompagno io a casa" mi rassicura.
"Ma che mi importa di come arrivo a casa, io penso alla mia vespa, al mio gioiellino che qualche bastardo mi ha rubato!" ribatto innervosendomi.
"Sono cose che purtroppo succedono, dai magari la ritrovano se fai la denuncia" mi dice con calma.
"La ritrovano? Ma che ritrovano! Tutto questo è assurdo, ci sono un sacco di moto nuove, ci sono macchine pazzesche...la tua ad esempio! Perché non hanno rubato la tua macchina?" gli domando puntandogli il dito contro.
Iker mi guarda come se fossi un alieno: "No, aspetta, fammi capire... Dovrei sentirmi in colpa perché hanno rubato la tua vespa invece della mia macchina?!?!?!?".
"Esatto! E' tutta colpa tua! E' per colpa tua che sono qui stasera, per colpa tua che mi hanno fregato la vespa, per pagare questa assurda scommessa senza senso" mi altero.
"Ehi stai calma! Tanto per cominciare nessuno ti ha obbligato a portarmi qui, è stata una tua genialata: cosa ti aspettavi in una zona come questa?" mi domanda iniziando ad innervosirsi.
"Non mi aspetto niente in questa zona, perché la frequento da un po' e non è mai successo niente. So' che tu sei abituato ai locali super alla moda del centro e che qui non ci metti piede, perché non c'è niente di abbastanza fighetto per quelli come te, ma il mondo reale è questo e non quello fatto dai tuoi miliardi!" esplodo in preda alla collera.
"Ma tu pensi davvero che io abbia sempre vissuto in mezzo ai miliardi? Che la mia vita sia sempre stata contraddistinta da macchinone, ville e locali alla moda? No, ragazza, ti sbagli di grosso! Tu di me non sai niente!" ribatte alzando la voce anche lui.
"Neanche tu sai niente di me" replico con tono asciutto.
"Già, ma io almeno non giudico" mi dice guardandomi dritto negli occhi.
"Perché io ti ho giudicato? Guarda che io non giudico mai nessuno, sono proprio l'ultima persona che fa di questi discorsi" prendo fiato cercando di calmarmi.
"Non sembra però; io sono un calciatore e come tale mi hai subito etichettato come il miliardario stronzo che non da' valore a niente, ma io non sono così, non sono MAI stato così e dubito che lo sarò in futuro. Sai qual è il vero problema? Il vero problema è la gente come te che ci giudica e ci cataloga come se fossimo delle statuette fatte in serie! Io cerco da sempre di togliermi questa etichetta di dosso e credevo che tu fossi abbastanza aperta ed intelligente da capirmi e non giudicarmi, ma evidentemente mi sbagliavo!" conclude con gli occhi che mi perforano da parte a parte.
Ed in quel momento la vedo: la delusione mista a rabbia che pervade il suo sguardo e in quell'istante mi vergogno profondamente di me stessa.
*****
E' lì che mi guarda con gli occhi spalancati e non mi dice una parola.
Mi ha ferito, sono rimasto deluso e credo che lo abbia capito, ma ho come l'impressione che non sappia cosa fare: sta lì impalata con il volto che riflette mille sensazioni diverse: dolore, rabbia, orgoglio.
Ho usato delle parole forti e non so neanche perché mi sia accanito così tanto, ma io contavo su di lei: non so perché, non esiste un motivo reale; da quando sono nel mondo nel calcio, sono abituato a fidarmi poco delle persone, a non aprirmi quasi mai con nessuno per paura di essere ferito o sfruttato e credevo che avrei potuto trovare in lei qualcosa che fino ad ora è mancato nella mia vita.
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Will you be there? || Ramos, Casillas
FanficDAL CAPITOLO TRE: Comincia il conto alla rovescia: "In onda tra 5..4...3...2...1... Vai". "Bentornati amici della notte, dopo il mio scherzoso appello al portiere del Real, possiamo tornare a parlare di argomenti seri. Sembra che...." ma no...