Capitolo 33: A Hand To Take Hold Of The Scene

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Fine aprile...

Alice Springs - Australia

Quando Michael diceva che il suo paese era in mezzo al nulla, non immaginavo che intendesse in senso letterale!

Mi guardo intorno e vedo solo deserto a perdita d'occhio: natura selvaggia, terra rossa, sacra agli aborigeni. Alice Springs è stata, ed in parte lo è tuttora, popolata dalla tribù aborigena Arrernte che ha vissuto qui per oltre 50.000 anni e che ha permesso a questa zona di rimanere quasi intatta, secondo le antiche tradizioni.

"Wow" dico visibilmente incredula ed anche emozionata "Si sente qualcosa di veramente unico, antico, quasi magico".

"Sono cresciuto qui vicino. I miei genitori si stabilirono qui dopo essere rimasti a Melbourne per un lunghissimo periodo. Amavano la natura e volevano che crescessi con la consapevolezza ed il rispetto per la bellezza che ci circonda, così mollarono tutto, comprarono una fattoria ed il resto è storia" sorride Mike.

"Come mai proprio qui?" domando sinceramente curiosa.

"Beh, questa è una delle zone più selvagge e quindi anche più autentiche; quella dei miei fu proprio una scelta radicale, ma non se ne sono mai pentiti. Andarono subito d'accordo con la comunità aborigena, per la quale hanno sempre nutrito una sincera ammirazione ed infatti fu proprio un'aborigena ad aiutare mia madre a partorire" mi spiega.

"In casa?"

"Sì, d'altra parte non aveva molte alternative, visto che la città più vicina, Darwin, si trova a 1.500Km!" ride.

Spalanco gli occhi: "Sinceramente non so se i tuoi genitori siano stati più coraggiosi o incoscienti".

"Forse entrambe le cose, ma come dicevano i vecchi saggi "Non esiste coraggio senza un po' di incoscienza"".

"Già, beh, dovrò decisamente rivedere i miei piani. Avevo detto a Bea che Esteban era abbastanza vicino, ma ho fatto male i calcoli evidentemente".

"Possiamo sempre andarlo a trovare" dice prendendo una mano ed accarezzandola.

"Sì, certo" gli sorrido dandogli un bacio a stampo.

"Vieni qui e goditi lo spettacolo" e così mi attira a sé, stringendomi in un forte abbraccio, mentre assisto ad uno dei più bei tramonti che abbia visto in vita mia.

I raggi del sole lentamente scendono e colorano il paesaggio di un arancione intenso, che diventa quasi rosso fuoco mentre l'astro sparisce a poco a poco all'orizzonte: qualcosa attira la mia attenzione, è il mezzo cuore che scintilla colpito da uno degli ultimi raggi.

Stringo più forte Michael e mi convinco di essere immensamente felice di essere tanto lontano.

Ciudad Real Madrid - Ore 09,30

"Bwuahun" sbadiglio a fauci spalancate, in mezzo al campo senza curarmi troppo di chi mi circonda (ossia i mie compagni!).

"Ammazza che forno" ride Marcelo passandomi accanto già con il pallone tra i piedi.

"Eh sì, sei veramente un signore, Iker!" ride Xabi.

"E qualcuno ha anche il coraggio di definirlo un cavaliere" mi da' il colpo di grazia Raúl.

Scoppio a ridere ed arrossisco, cosa che non dovrei fare considerando chi sono i personaggi che mi stanno criticando.

"Oh è diventato rosso, povero pupetto. Vieni da paparino" mi dice Guti correndomi incontro con le braccia spalancate e sporgendo le labbra come a volermi baciare.

"Se ti avvicini, ti mordo" lo avviso ridendo.

"Scappa finchè sei in tempo, fratello!" ride Sergio.

Will you be there? || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora