Capitolo 6: guanto di sfida

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Ciudad Real Madrid - Ore 10,30

"Stanotte siete stati grandi, ci siamo spaccati dalle risate!" dice ridendo ancora Sergio mentre facciamo stretching a centro campo.

"Vi siete? Che significa VI siete?" chiedo subito sospettoso.

"Secondo te potevamo perderci una scena del genere? Appena mi hai mandato il messaggio ho subito chiamato a raccolta tutti intorno alla radio".

"Tutti chi, Sergio?" ho paura di sapere la risposta.

"Tutti amico, tutti! Xabi, Guti, Riccardo, Cristiano..." inizia ad elencare il sivigliano.

"Anche Cristiano???" sbotto guardandolo come se volessi fulminarlo.

"Beh sì eravamo tutti lì al locale per festeggiare e c'era anche lui, non potevo mica cacciarlo! Si è divertito sai, ha detto che vorrebbe conoscere questa ragazza: in verità lo vorremmo tutti, è il nostro nuovo idolo!" ride.

"Cercate di stare al vostro posto, già lei ha un conto aperto con i calciatori, se non ve ne siete accorti! Se dovesse conoscervi, finirebbe per avere la conferma alla sua teoria..." replico con un sorriso.

"Ma dai! Io penso che si divertirebbe un sacco con noi invece, le racconteremmo tutti i tuoi casini, quello che combini durante gli allenamenti e sul pullman e..."

"Tieni la bocca chiusa Sergio o quella mi farà espatriare".

Con quel caratterino che si ritrova finirei la mia carriera alle isole Cook o giù di lì, anche se devo ammettere di essermi molto divertito...

Nello stesso momento - Università di Madrid

Questo sarà il settimo caffè che prendo da stamattina presto, di questo passo potrò accendere una lampadina, semplicemente tenendola in bocca come zio Fester.

E tutto questo per colpa di chi? Di quel maledetto impiccione di Juan che mi ha fatto fare tardissimo con quel calciatore da strapazzo e con le loro chiacchiere inutili, senza contare che, tornata a casa, mi è toccato scrivere la relazione da presentare al mio professore, "Hitler" per gli amici.

Sbuffo, mentre mi guardo distrattamente intorno con gli occhiali da sole rigorosamente incollati alla faccia per evitare di far spaventare chi mi vede: ho un viso talmente pallido da far apparire colorita persino Morticia, tanto per restare in tema Addams.

Che notte accidenti, era da tempo che non mi capitavano sensazioni così strane e tutto sommato mi sono anche divertita...

Quella notte...Radio Madrid ore 00,10

Per un lungo attimo non ci fu altro che un lungo silenzio, interrotto soltanto dalle note di Heartbeats in sottofondo: un silenzio strano, irreale, come se all'improvviso tutta Madrid fosse stata chiusa in una bolla e spedita a vagare per l'universo.

Quel momento imbarazzante venne fortunatamente interrotto da Juan che fece le presentazioni: "Cassandra, lui è Iker. Iker, ti presento Cassandra".

Lo vedo fare un passo in avanti e porgermi la mano: "La famosa Cassandra, finalmente ti conosco. Molto lieto".

"Il piacere è mio" rispondo contraccambiando la stretta in modo forte e deciso.

"E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta a farvi incontrare, eh?" ridacchia Juan.

Lo incenerisco con un'occhiata: "Eh si, grazie a te che sei sempre preciso e soprattutto opportuno!" ribatto piccata.

"Beh sai, certe volte è necessario ricorrere a mezzi poco ortodossi, specialmente quando qualcuno ha molta fretta, non so se mi spiego" risponde sarcastico il tecnico.

Will you be there? || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora