Qualche giorno dopo...
Madrid - Supermercato - Ore 20,00
Certe volte vorrei che le cose fossero più semplici, che bastasse leggere dentro se stessi con la stessa facilità con cui si leggono le offerte al supermercato, in modo da sapere cosa è giusto per noi e cosa non lo è.
Ho sempre voluto fare questo lavoro: andare alla radio, parlare con la gente, sentire cosa pensa, cosa prova e capire che, per quanto ci sforziamo di sembrare diversi, in verità siamo tremendamente simili; uomini e donne con le loro debolezze, i loro problemi, i loro pensieri.. una ruota.
Quando lasciai l'Italia per venire in questo paese, non sapevo nemmeno io cosa aspettarmi: fu una decisione improvvisa, dettata da una voglia di riscatto che mi bruciava dentro da anni, un senso di rivalsa nei confronti della vita e di chi mi aveva ferita.
Presentai le domande per la specializzazione anche in altre università straniere, ma la prima a rispondere fu la Spagna: non so perché, tutt'oggi non so spiegarmelo, ma anche dopo la risposta di Londra e di Parigi, la mia decisione non si spostò di una virgola... Madrid, la bella e calda Madrid.
Madrid mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata: ha preso la mia mente ed il mio cuore.
Sono pronta a lasciarla? Sì, è la mia risposta... o almeno credevo che fosse sì, finchè un giorno una voce alla radio rimescolò le carte e confuse la mia mente; ho studiato anni per fare l'antropologa, non ho mai desiderato fare altro, ma adesso l'idea di lasciare andare tutto, mi spaventa.
Non so se sia una cosa giusta lasciarmi andare ad un sentimento o se sia giusto fare finta che non esista: suppongo che, come nella maggior parte dei casi, la verità stia nel mezzo ma, quando si tratta di sentimenti, tutto ciò che normalmente può essere schematizzato, viene automaticamente a cadere.
Non so che fare, questa è la pura e semplice verità...
In un locale del centro, nello stesso momento...
"Così l'ho accompagnata e poi sono tornato a casa" concludo.
"Accidenti che serata amico! Magari capitasse a me.."
"Dai Sergio, non fare il cazzaro. E' un gran casino!" ribatto pensieroso.
Sono seduto al tavolo insieme a Sergio, aspettando che il resto della compagnia ci raggiunga per cenare insieme: da quando ho parlato con Cassandra poche sere fa, non faccio altro che pensare alle sue parole.
"Scusami, volevo solo alleggerire la tensione. Hai ragione è un casino, ma almeno sai che lei prova qualcosa per te, altrimenti non avrebbe senso quel discorso che ti ha fatto" mi consola.
"Sì, ma quello che prova non è abbastanza forte da lasciarsi andare" borbotto cupo.
"Iker, prova a ragionare. Lei deve partire, ok? Se si lasciasse andare ai sentimenti, magari non sarebbe capace di staccarsi..." spiega pazientemente il sivigliano.
"Beh, meglio, no?" dico egoisticamente.
"Meglio? Forse, ma questo significherebbe rinunciare a tutto quello per cui lei ha studiato. Se fosse accaduto a parti invertite, cosa avresti fatto?"
"Me la sarei vissuta" rispondo prontamente.
"Ovvio, perché noi ragioniamo più con le parti basse che con il cervello ed io sono il primo a farlo" mi risponde ridendo "Ma le donne no, loro sono più riflessive, spesso vedono oltre".
"E quindi cosa dovrei fare secondo te?" domando guardandolo seriamente.
"Iker, io non posso dirti cosa devi fare, questo lo sai tu. Se pensi che il tuo sentimento per lei sia vero e che sia qualcosa di forte, allora ti dico di provare a buttarti, ma se è una storia da portare avanti in attesa che lei vada e ritrovarti poi con il cuore spezzato, beh... a questo punto non lo so. Dipende da te, da cosa senti, da cosa vuoi".
STAI LEGGENDO
Will you be there? || Ramos, Casillas
FanfictionDAL CAPITOLO TRE: Comincia il conto alla rovescia: "In onda tra 5..4...3...2...1... Vai". "Bentornati amici della notte, dopo il mio scherzoso appello al portiere del Real, possiamo tornare a parlare di argomenti seri. Sembra che...." ma no...