Capitolo 16: la notte delle streghe - Parte I

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Non ho mai creduto veramente nelle favole, sebbene, in fondo al mio cuore, la speranza che anche per me ci fosse in serbo qualcosa di magico, era sapientemente nascosta; tuttavia, sapevo che quella che stavo vivendo era una situazione che con la mia realtà si scontrava parecchio e i segnali che lo sottolineavano, non si fecero attendere.

Quella sera del 31 ottobre, festa di Halloween, universalmente riconosciuta come la notte in cui il confine tra il mondo dei morti e quello dei vivi è poco più sottile di un velo, come da film horror che si rispetti, anche le mie personali streghe vennero fuori dal loro confine...

Halloween - Poco fuori Madrid - Ore 22,00

Sinceramente non so proprio come abbia fatto Esteban a trovare questo posto: definirlo fantastico è poco, senza contare che mette veramente i brividi...

"Stavolta Esteban ha superato se stesso!" esordisce Bea, ancora con la bocca semi-spalancata.

"Eh già" rispondo non meno stupita di lei.

Il castello si erge davanti a noi in tutta la sua imponenza: dalle varie finestre si intravedono delle zucche con i loro lumini, mentre dei sofisticati giochi di luci creano un effetto spettrale, accentuato dalle sagome di strane creature. All'ingresso, un'antica armatura medioevale invita gli ospiti ad entrare, mostrando due occhi rossi ed insanguinati ottenuti chissà con quali effetti speciali.

Mentre siamo ancora imbambolate a guardarci intorno un Esteban versione Dracula ci viene incontro sorridendo: "Beh, che ne pensate?"

"Siamo senza parole" gli rispondo ed è la verità.

"Bello eh? Mi sono fatto aiutare dai ragazzi della facoltà di cinema!"

"Davvero fantastico, complimenti. Ma ora visto che sei qui, dacci una mano a portar dentro le cose da mangiare!" ne approfitta subito Bea.

"Uh, uh, senti che profumino... è previsto un assaggio in anticipo?" domanda il mio amico quasi sbavando davanti alle teglie.

"NO! E' prevista una bella legnata sulle mani di chi prova a sollevare il coperchio!" ribatte piccata Bea.

Prendo le teglie e ridendo mi avvio verso l'interno, poggio la teglia sul tavolo del buffet e mi guardo in giro: se possibile, qui è anche meglio dell'esterno; la sala è enorme, la consolle del dj è talmente grande da sembrare quasi il doppio di quella che abbiamo in radio.

"Naturalmente hai libero accesso alla zona dj, anche se quello che ho ingaggiato mi ha chiesto di tenerti lontana" ride Esteban.

"Ah si? E chi sarebbe questo tizio?" domando subito sul piede di guerra.

"Guarda tu stessa" mi fa l'occhiolino il mio compagno.

Incuriosita mi avvicino e noto uno strano individuo dalla pelle scura, ma il suo aspetto mi risulta vagamente familiare: spalle larghe, quasi imbottite, pantaloni da hip-hop, catene varie, berretto al contrario... mi viene un terribile sospetto e prima ancora di averne la certezza, scoppio in una fragorosa risata.

"Che hai da ridere, befana?" mi apostrofa Juan con i suoi soliti modi acidi.

"Ma... ma..." balbetto scossa dalle risate "Ma come ti sei conciato?"

"Come? Non lo hai capito? Sono Puff Daddy!" replica stizzito "Non vedi che mi sono anche colorato di nero?"

"Puff Daddy... ahahahahah..fantastico"

"Capisco che questa è la tua notte, ma cerca di non esagerare, strega!" mi fa la linguaccia.

"Ok, ok, io torno ad aiutare gli altri" mi allontano ridendo.

Will you be there? || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora